Ci risiamo.
L’orgia di socialisti che il nuovo Berlusconi con il suo “partito di centro, moderato e liberale” ha inserito nel governo, ha partorito quel che il vero Berlusconi non avrebbe mai fatto: un programma di interventismo statale, mascherato da decisionismo contro la crisi, dimentico dei danni provocati negli anni sessanta dal primo centrosinistra con i socialisti al governo e le sue nazionalizzazioni.
Va da se che non è tutta colpa di Berlusconi (e che gli altri sarebbero ancora peggio !), visto che in europa e negli Stati Uniti di quello “giovane, bello (?) e abbronzato” si sta percorrendo la stessa pericolosa e già fallimentare strada dello statalismo, ma anche Berlusconi ci sta mettendo del suo, soprattutto se si considera che a fronte di migliaia di piccole ditte in crisi che hanno aumentato il numero delle procedure concorsuali aperte nel 2008, ci si è occupati di salvaguardare i grossi interessi che orbitano attorno a Fiat (e prima ancora ad Alitalia).
Questo tipo di intervento statale “mirato”, quindi influenzato dalle lobbies economiche e manageriali, aumentando la dipendenza dell’economica dai finanziamenti pubblici, riduce la libertà individuale, alterando la logica del mercato.
I contributi statali (cioè con i soldi che ci sono sottratti tramite tasse e imposte) per le varie “rottamazioni” sono anche soldi sottratti alla istruzione, alla sanità, alla riforma della pubblica amministrazione.
Ma non per spese clientelari, bensì per l’acquisto di beni strumentali e per la realizzazione di strutture in cui lavorare e studiare e curare in modo adeguato.
Sono anche un incentivo all’indebitamento privato, causa di tanti mali nell’economia contemporanea, da cui, in Italia, finora, ci si era tenuti se non lontani, almeno a livelli più bassi che altrove.
E’ assurdo pensare che se io ho una automobile, ancorché vecchia ed “euro 0, 1 o 2”, debba pensare di spendere svariate migliaia di euro per comprarne una “euro 4 o 5”, solo in funzione del “risparmio” di 1.500 euro del contributo statale.
Io cambio l’automobile solo se quella che posseggo non va più.
Oppure, come succede in Italia, se sono sotto “ricatto” dei divieti di circolazione perché, indipendentemente dal controllo degli scarichi e della tenuta del mezzo, per il solo fatto che è un “euro 0, 1 o 2” mi si inibisce la circolazione.
E i soldi che “lo stato” elargisce con queste rottamazioni da dove vengono ?
Dalle nostre tasche.
Più vengono elargiti miliardi, più cresce il buco nel bilancio statale, più ognuno di noi è indebitato a causa delle scelte del tesoro italiano, più aumenta il rischio che arrivino un giorno a dirci: “bambole, non c’è una lira” !
E con la scusa di “risanare il debito pubblico", invece di spendere di meno, taglieggiare i cittadini con nuove tasse e con l’aumento di quelle esistenti.
Ancora una volta, ancora in questa circostanza, si vede come l’unico “aiuto di stato” ai privati ed alla nostra economia sarebbe la riduzione delle tasse.
Se noi cittadini vedessimo ridotto il prelievo fiscale, ben sapremmo come spendere al meglio quei soldi in più che adesso volano verso le casse statali (per essere sperperati in rivoli inutili) per le nostre specifiche esigenze, dando anche il nostro contributo alla ripresa dei consumi e, quindi, della produzione.
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L’orgia di socialisti che il nuovo Berlusconi con il suo “partito di centro, moderato e liberale” ha inserito nel governo, ha partorito quel che il vero Berlusconi non avrebbe mai fatto: un programma di interventismo statale, mascherato da decisionismo contro la crisi, dimentico dei danni provocati negli anni sessanta dal primo centrosinistra con i socialisti al governo e le sue nazionalizzazioni.
Va da se che non è tutta colpa di Berlusconi (e che gli altri sarebbero ancora peggio !), visto che in europa e negli Stati Uniti di quello “giovane, bello (?) e abbronzato” si sta percorrendo la stessa pericolosa e già fallimentare strada dello statalismo, ma anche Berlusconi ci sta mettendo del suo, soprattutto se si considera che a fronte di migliaia di piccole ditte in crisi che hanno aumentato il numero delle procedure concorsuali aperte nel 2008, ci si è occupati di salvaguardare i grossi interessi che orbitano attorno a Fiat (e prima ancora ad Alitalia).
Questo tipo di intervento statale “mirato”, quindi influenzato dalle lobbies economiche e manageriali, aumentando la dipendenza dell’economica dai finanziamenti pubblici, riduce la libertà individuale, alterando la logica del mercato.
I contributi statali (cioè con i soldi che ci sono sottratti tramite tasse e imposte) per le varie “rottamazioni” sono anche soldi sottratti alla istruzione, alla sanità, alla riforma della pubblica amministrazione.
Ma non per spese clientelari, bensì per l’acquisto di beni strumentali e per la realizzazione di strutture in cui lavorare e studiare e curare in modo adeguato.
Sono anche un incentivo all’indebitamento privato, causa di tanti mali nell’economia contemporanea, da cui, in Italia, finora, ci si era tenuti se non lontani, almeno a livelli più bassi che altrove.
E’ assurdo pensare che se io ho una automobile, ancorché vecchia ed “euro 0, 1 o 2”, debba pensare di spendere svariate migliaia di euro per comprarne una “euro 4 o 5”, solo in funzione del “risparmio” di 1.500 euro del contributo statale.
Io cambio l’automobile solo se quella che posseggo non va più.
Oppure, come succede in Italia, se sono sotto “ricatto” dei divieti di circolazione perché, indipendentemente dal controllo degli scarichi e della tenuta del mezzo, per il solo fatto che è un “euro 0, 1 o 2” mi si inibisce la circolazione.
E i soldi che “lo stato” elargisce con queste rottamazioni da dove vengono ?
Dalle nostre tasche.
Più vengono elargiti miliardi, più cresce il buco nel bilancio statale, più ognuno di noi è indebitato a causa delle scelte del tesoro italiano, più aumenta il rischio che arrivino un giorno a dirci: “bambole, non c’è una lira” !
E con la scusa di “risanare il debito pubblico", invece di spendere di meno, taglieggiare i cittadini con nuove tasse e con l’aumento di quelle esistenti.
Ancora una volta, ancora in questa circostanza, si vede come l’unico “aiuto di stato” ai privati ed alla nostra economia sarebbe la riduzione delle tasse.
Se noi cittadini vedessimo ridotto il prelievo fiscale, ben sapremmo come spendere al meglio quei soldi in più che adesso volano verso le casse statali (per essere sperperati in rivoli inutili) per le nostre specifiche esigenze, dando anche il nostro contributo alla ripresa dei consumi e, quindi, della produzione.
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