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No alla deriva

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08 aprile 2011

Politicamente corretto = bavaglio delle idee


In questi giorni abbiamo assistito al dispiegarsi del più squallido, ipocrita e meschino atteggiamento, proprio dei fondamentalisti del “politicamente corretto”.

Una proposta di legge per la tardiva, ma necessaria abrogazione della XII disposizione transitoria della costituzione del 1948, viene osteggiata in un rigurgito antifascista che non solo, dopo 66 anni, è privo di ogni motivazione, ma rappresenta anche l’incapacità di acquisire uno spirito liberale e democratico che non appartiene a chi vuole proibire le idee e la loro libera circolazione.

Nei confronti, poi, di chi esprime concetti tradizionali sul sesso, i talebani del politicamente corretto usano una duplice tattica.

Da un lato l’oblio cui sembrano condannate le colte esternazioni del Cardinale Giacomo Biffi, già Arcivescovo di Bologna, che dopo aver (nel lontano settembre 2000) lucidamente focalizzato il problema dell’immigrazione prima di chiunque altro, oggi affronta il tema del come un cattolico debba considerare l’omosessualità, ricordando le chiare parole di condanna di tale condizione che San Paolo scrive nella sua Lettera ai Romani.

Dall’altro, davanti a logiche considerazioni storiche sulla parte avuta dalle devianze sessuali nella fine delle antiche civiltà, del Vicepresidente del Cnr Roberto De Mattei, viene scatenato un fuoco di sbarramento che comprende la richiesta di rimozione dall’incarico.

In sostanza, se uno ha idee differenti da quelle certificate corrette da una congrega autoreferenziale di lobbies, non dovrebbe lavorare.

Mi ricorda quello che, dicono, accadesse 500 anni fa con la Chiesa o, più recentemente, nei regimi totalitari nazionalsocialisti e comunisti.

Ma l’offensiva dei fondamentalisti del buonismo, non finisce qui.

Gli immigrati dobbiamo accoglierli, sfamarli e alloggiarli.

Tutto, naturalmente, a spese nostre per un presunto obbligo di fantasiose e inesistenti colpe del passato.

Ma gli unici coglioni che provano un simile senso di colpa li troviamo in Italia, visto che in Francia si guardano bene dal criticare un governo che, fregandosene altamente dell’europa e dell’umanitarismo peloso, ha chiuso le frontiere e ci rispedisce quei pochi immigrati che riescono ad andare oltre confine.

Capita raramente, ma dovremmo talvolta imparare dalla Francia cosa voglia dire “interesse nazionale”.

E che dire di ripetute sentenze della magistratura che, praticamente ogni giorno, smantellano leggi e provvedimenti tra i più graditi al Popolo ?

Non si è ancora spenta l’indignazione per l’arresto della guardia giurata che a Quinzano d’Oglio ha abbattuto due rapinatori, che oggi veniamo a sapere che la corte costituzionale ha cassato alcune parti del decreto sicurezza di Maroni del 2008, là dove consentiva ai sindaci interventi a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.

In compenso, però, è in voga il voyeurismo sulle prestazioni sessuali del Premier, lo spionaggio sulle sue telefonate e sui regali che liberamente, con i suoi soldi, dispensa.

Non credo che una società fondata su simili impicci possa reggere a lungo senza che si manifestino, in modo violento, le contraddizioni tra un potere (non elettivo) occupato da una minoranza autorefenziale e una volontà popolare costantemente ignorata e calpestata.


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1 commento:

marshall ha detto...

Quei parrucconi sembran gente che vive in un'altra dimensione, lontana e staccata dalla realtà quotidiana. Disfano in maniera arrogante quello che la maggioranza vuole, illudendosi di poter andare avanti in eterno con tale andazzo, perchè si illudono di essere i soli depositari della verità assoluta.
Dici bene: quanto credono possa durare questo sistema che consente loro di arrogarsi tali diritti?