La decisione di Grasso di dichiarare non "inammissibili" ma "irricevibili" i 75 milioni di emendamenti presentati da Calderoli, dimostra come i comunisti, soprattutto quando si ammantano di una cultura del diritto che, per dna, non possono avere per quanti studi abbiano compiuto, rimangano sempre figli di Stalin.
Il sofisma tra "inammissibile" e "irricevibile" è anche una denuncia dello stato comatoso dell'Italia di oggi, schiava di cavilli e di interpretazioni ognuna pro domo sua.
La certezza del diritto è totalmente scomparsa, tanto vale farsi giustizia da soli o ricorrere alla legge del più forte, la valenza di diritto è la stessa.
Se, poi, leggiamo la risibile motivazione di "irricevibilità" allora sappiamo che Grasso ha superato ogni limite del ridicolo, probabilmente pensando (e visto che nessuno si ribella, a ragione) che siamo una massa di ignoranti, meritevoli di ogni presa in giro.
Così passerà una riforma sbilenca, voluta da un tizio nominato presidente del consiglio senza mai essere stato votato dagli Italiani e puntellato in quel ruolo da parlamentari che hanno rubato il voto di chi li aveva eletti per combattere sulla barricata opposta a quella del tizio premier e, invece, adesso lo sostengono senza alcuna vergogna.
Lo stato italiano è sempre più minuscolo e meritevole di essere cancellato.
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