E' noto che quando la sinistra è a corto di idee (e succede spesso) si butta sull' "usato sicuro", l'antifascismo che mostra però l'usura del tempo.
Il Tgr dell'Emilia Romagna ha realizzato un servizio di neppure 90 secondi sull'omaggio reso a Predappio a Benito Mussolini in occasione del 74° anniversario della sua morte.
Una manifestazione che, per volere della famiglia, si è svolta in modo composto, ordinato, rispettoso anche degli oggetti di arredo urbano, pubblici e privati.
Di tanto ha dato conto il Tgr, mostrando anche quei pochi attimi con il richiamo al Duce ed il saluto romano.
Sono subito insorti gli antifascisti in servizio permanente effettivo, chiedendo "spiegazioni" e blaterando in modo contorto sul come si deve informare su simili manifestazioni, dandomi la netta sensazione che, a prescindere da come realmente si svolgono, debbano essere descritte in modo non solo critico, ma anche proiettando quanto più disgusto nel prossimo.
A prescindere dalla realtà, quindi confermandoci l'inaffidabilità degli organi di informazione "ufficiali".
Il giorno dopo a Milano si celebrava l'anniversario della morte di Sergio Ramelli.
Il prefetto (sbagliando) aveva vietato cortei (salvo poi una parziale marcia indietro) e la Polizia era stata comandata per impedirli.
Così, un gruppo di pacifici manifestanti, che avrebbe onorato la memoria di un Caduto nelle guerra civile degli anni settanta dello scorso secolo, è stato "contenuto" nonostante fosse presento solo per affermare il legittimo diritto a manifestare una Idea.
Nella stessa giornata la stampa dava ampio risalto all'arresto di due esponenti di Casapound, accusati di "stupro di gruppo".
La vicenda è stata presentata probabilmente come i dirigenti Rai avrebbero voluto fosse presentata anche la giornata del 28 aprile a Predappio, mettendo in risalto ogni aspetto più deteriore e ponendo l'accento sul fatto che si tratta di militanti di Casapound.
Una scelta ben precisa che non si ritrova quando ad essere protagonisti di simili episodi sono immigrati, richiedenti asilo, profughi, rifugiati, clandestini.
Come nel caso di Bologna, dove un immigrato tunisino ha cercato di stuprare una donna e poi ci ha riprovato con un'altra o nel caso di Fano che ha visto come protagonista un richiedente asilo afghano.
Piccoli trafiletti, sempre in cronaca, mai in pagina nazionale e comunque relegati in fondo ad altre notizie.
Giullari dell'antifascismo, li chiamo, tutti quelli che hanno la reazione compulsiva appena odono le parole d'ordine di una propaganda che continua a creare barriere tra Italiani.
Gente che vuole costruire ponti e non muri, ma solo verso gli immigrati, contro gli altri Italiani che, in numero sempre maggiore, aprono gli occhi e, senza tanto rumore, ignorano gli editoriali dei Soloni della stampa e votano secondo coscienza.
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