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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

10 ottobre 2015

Giorgia Meloni sindaco di Roma



Dopo le dimissioni di Marino (sul quale è opportuno stendere un pietoso velo di silenzio come già fu con Fini, Monti e Letta e come sarà per Alfano e Verdini) si apre la ricerca di un sindaco per quella che, bene o male, è la Capitale d'Italia e anche Mundi.
Il fallimento delle giunte comuniste ha raggiunto il suo massimo (ma al peggio non c'è mai fine) con Marino, le cui vicende sono note e non meritano di essere ulteriormente ricordate.
Tre sono i blocchi che, oggi, possono contendersi Roma.
I cattocomunisti guidati da Renzi, alla ricerca dello specchietto per le allodole che sono gli elettori.
Sì, perchè se è vero che Marino se ne è andato, chi lo ha votato purtroppo c'è ancora e tornerà immancabilmente a votare il nome che sarà proposto dal "Partito".
Con l'aggiunta di qualche voto in più non di allodole ma di beccaccioni, se il nome sarà quello di un personaggio apparentemente indipendente e competente (ma in realtà totalmente funzionale e inquadrato nei poteri forti che dettano l'agenda a Renzi).
C'è, poi, Grillo.
In ascesa perchè riesce a proiettare l'immagine di una opposizione al bulletto fiorentino che, nei fatti, non c'è.
Il candidato grillino, chiunque sia, potrà tornare utile unicamente in caso di ballottaggio con quello cattocomunista, perchè è molto meglio un grillino che distrugga tutto, che un comunista che ripristini le clientele di partito.
Infine il Centro Destra.
Leggo con stupore che ci sarebbe qualcuno che vorrebbe proporre un tal Alfio Marchini, erede di una dinastia di "palazzinari" di sinistra.
Mi domando come uno, con la sua storia, possa essere proposto all'elettorato di Destra.
Soprattutto quando il Centro Destra può contare su una candidatura che rappresenterebbe perfettamente il sindaco ideale di Roma:
- coerente
- competente
- romana.
Giorgia Meloni.
Una persona che non ha mai tradito, che ha mantenuto le sue idee coerentemente dai giovani dell'Msi ad Alleanza Nazionale, al Pdl, a Fratelli d'Italia.
Competente di politica che ha masticato per tutta la vita, con un passato da militante attiva e un curriculum da vicepresidente della camera e ministro.
Come dice Salvini, una gran lavoratrice, sempre in attività per 16-18 ore al giorno, non una statuina da comparsata televisiva.
E, infine, cosa forse più importante di tutte, romana di Roma, che ama la sua città e sicuramente si impegnerebbe perchè possa risorgere dallo sprofondo in cui è stata spinta dalle giunte cattocomuniste.
Cosa sta a discutere il Centro Destra ?
Giorgia Meloni è il candidato più indicato, il sindaco migliore per Roma.


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09 ottobre 2015

Renzi come D'alema



Nel 1999 "baffino spezzaferro", senza un voto del parlamento e senza autorizzazione onu, mandò i nostri Tornado a bombardare la Serbia per acquisire benemerenze con gli Stati Uniti allora del compagno Clinton.
Nel 2015 il bulletto fiorentino vuole mostrare i muscolini e,dopo averlo negato, sta valutando di mandare i Tornado (sempre quelli ...) a bombardare l'Isis per acquisire benemerenze con gli Stati Uniti del compagno Obama.
Chi si assomiglia si piglia.
Renzi come D'alema, anche se litigano come comari al mercato.

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08 ottobre 2015

Privatizzare la rai, unica scelta civile



Il trinariciuto fiorentino ha avuto l'idea (non sua) per estorcere altro denaro dalle tasche degli Italiani: inserire una voce nelle bollette elettriche per far pagare il canone rai.
Come tutti i comunisti lui pensa solo a drenare denaro che gli altri guadagnano per sperperarlo a favore delle sue clientele (a cominciare dai clandestini nei quali vede un futuro bacino elettorale e poco importa se distruggerà l'humus etnico della nostra Patria).
Noi di Destra, invece, pensiamo a lasciare ai cittadini quello che guadagnano, limitando i prelievi e facendo in modo che ad un basso livello di tassazione, corrisponda un alto livello di contribuenti che, davanti a tasse giuste, non avrebbero alcuna giustificazione nè ragione per evaderle.
Il canone rai, assieme alla tassa sulla casa ed al bollo auto, è una delle tasse più odiate e indisponenti.
Abolirlo farebbe bene al fegato degli Italiani prima ancora che alle loro tasche.
Ancora meglio sarebbe privatizzare la rai, conseguendo un cospicuo guadagno dalla vendita dei vari settori produttivi, evitando di dover finanziare per il futuro i debiti della rai ma, soprattutto, eliminando per sempre la clientela politica che in rai ha sempre trovato alimento, con conseguenze nefaste anche nei rapporti tra partiti.
Non si tratta quindi di far pagare il canone a tutti attraverso la sua imposizione in bolletta, bensì di togliere una tassa più dannosa che utile.


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07 ottobre 2015

Non possiamo più fidarci dei giornalisti



Di qualunque parte siano.
Emblematica la cronaca sull'incontro tra Salvini e Berlusconi.
I primi giornali radio spacciavano un dissidio totale, poi si sono andati man mano edulcorando fino a tacere la notizia.
I quotidiani cartacei rispecchiavano non la verità (anche perchè non credo ci fossero orecchie indiscrete) ma le loro speranze.
Il massimo lo raggiungono però i due quotidiani online d'area.
A chi credere ?
A nessuno.
Non dobbiamo più credere a questi simpatici scribacchini che trasformano i loro desiderata in realtà.
Salvini e Berlusconi sono obbligati a ritrovarsi e confrontarsi per trovare un minimo comun denominatore.
Sanno perfettamente che divisi lanciano Grillo come unico oppositore del nipotino fiorentino di Stalin.
Hanno visioni differenti ?
Certo e per fortuna che il confronto è reale.
Ma non c'è nè "sintonia su tutto", perchè allora non avrebbe senso tenere in piedi due organizzazioni, nè "disastro totale", perchè allora il disastro sarebbe di tutto il Centro Destra.
Salvini, Berlusconi e la Meloni si incontreranno, si accorderanno e riusciranno a proporsi come l'alternativa al trinariciuto fiorentino, relegando Grillo al cabaret, sempre divertente, ma non incisivo.
E come non deve essere presa per oro colato la cronaca dell'incontro tra Salvini e il Cav, così si deve fare la tara (e tanta !) sulla presunta caccia al "tesoretto di An", attorno al quale hanno tocciato i  quotidiani contrari alla Destra, bramosi di danneggiare la vera Destra Italiana, ognuno per i suoi, anzi, per gli interessi del suo editore.
La Fondazione fu costituita per salvaguardare il patrimonio ideale ed economico di quello che fu l'Msi, poi An.
E forse fu l'unica cosa giusta fatta da Fini nel suo ultimo anno.
La Destra ha un contenitore e ha anche un veicolo che si è dimostrato più valido di tutti gli altri, Fratelli d'Italia.
I Congressi missini sono sempre stati movimentati e quella era una ricchezza, un valore aggiunto che trovava la sua essenza nell'Individualismo del Popolo di Destra, un Individualismo che gli ha consentito di sopravvivere agli anni della persecuzione e della "caccia al Fascista" e di risorgere.
Come accadrà di nuovo, perchè in politica non esiste nulla di definitivo, nessuna vittoria e nessuna sconfitta.


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06 ottobre 2015

Su Buttafuoco la Meloni aveva ragione



Non c'è nulla di peggio di un "ex".
O di uno che pensava di ricevere una chiamata divina per un determinato ruolo e si trova ostacolato.
Buttafuoco sembra essere la sintesi di entrambi.
Avevo criticato la Meloni quando ne aveva respinto la candidatura ventilata da Salvini per la presidenza della Sicilia, ma probabilmente aveva ragione lei.
Le dichiarazioni di Buttafuoco contro gli "ex" camerati e le sue precedenti, ineleganti (eufemismo) critiche alla Meloni mi dicono invece che Buttafuoco non ci rappresenta.
Non può rappresentare l'Anima, la Storia, il Futuro di un Popolo, quello di Destra, oggi sotto rappresentato.
La critica alla Meloni è ingenerosa, ingiusta e sbagliata.
Certo, la Meloni ha fatto politica sin da quando era in fasce e non ha una professione che non sia quella politica.
Come non l'hanno praticamente tutti gli altri, a cominciare da Renzi, ad eccezione di Berlusconi e Grillo.
Ma la colpa è nostra.
Perchè mentre la sinistra manda i politica i loro migliori (e se Renzi, Bersani, Bindi e compagni sono i migliori, figuratevi il resto della compagnia !), noi preferiamo occuparci del nostro lavoro, della nostra famiglia, della nostra professione, delegando l'attività politica a chi è disponibile, magari anche come rivalsa per una mancata carriera professionale.
Ciononostante i nostri rappresentanti non sono secondi a nessuno: nè a Renzi, nè a Bersani, nè a D'alema.
E questo ci dovrebbe far riflettere su quanto potremmo dare e fare se solo ci impegnassimo tutti un poco di più.
Senza però criticare con astio e livore chi, invece, da sempre ci mette la faccia.




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05 ottobre 2015

Riforma senza fondamenta



Salvo un miracolo che, se si verificasse, porterebbe ad un esaltante ribaltone e tumulto politico, il trinariciuto fiorentino farà approvare la sua modifica costituzionale ad usum delphini, così come tale è la nuova legge elettorale.
Spesso chi ha modificato l'impianto delle leggi costituzionali ed elettorali pensando di conseguirne un utile, è stato smentito.
Ricordo nel 1994 quando fu approvata la legge semimaggioritaria e i comunisti allora guidati da Ochetto pensavano di avere la vittoria in tasca (la "gioiosa macchina da guerra").
O anche nel 1987 quando i socialisti fecero cadere il governo De Mita pensando di raccogliere chissà quanti consensi e, invece, fu l'inizio della loro fine.
Così Renzi pensa di assicurarsi le prossime maggioranze elettorali con un'alchimia costituzionale e di legge elettorale.
Sarà compito nostro smentirlo.
Qui invece voglio evidenziare come le modifiche in corso di approvazione siano prive di fondamenta, perchè rappresentative di una minoranza degli Italiani e quindi destinate a non durare, a non essere di alcuna utilità per la nostra Patria.
All'apogeo del suo splendore (?) Renzi infatti ha ottenuto il 40% dei voti, su un 50% di votanti.
Ha cioè ottenuto il consenso di appena il 20% degli Italiani.
La maggioranza che sta conducendo in porto la modifica costituzionale si regge sui voti di trasformisti (alfaniani e verdiniani) che nel 2013 furono eletti, quindi votati, in una lista che indicava in Berlusconi il leader e si contrapponeva alla sinistra di Renzi (allora di Bersani) inalberando fieramente, da una barricata contrapposta, il vessillo della Libertà.
Si può quindi affermare che non esiste una maggioranza che condivida le modifiche che, quindi, sono soggette al variare delle maggioranze, mutate le quali potranno mutare le leggi, con un danno significativo alla coesione nazionale e alla stessa credibilità delle istituzioni.
Diversamente sarebbe stato se si fosse voluto veramente mettere mano alla legge fondamentale di uno stato ed alla legge elettorale, in modo rappresentativo e ricercando il consenso maggioritario, quindi solidificandone le basi, guardando al futuro e non al piccolo cabotaggio odierno.
L'unico sistema sarebbe stato l'elezione di una assemblea costituente, rigidamente con criteri proporzionali, che avrebbe fatto del compromesso un obbligo per creare una maggioranza che, in quanto assemblea proporzionale, sarebbe stata automaticamente maggioranza popolare.
Ovviamente con l'obbligo, a pena decadenza, per chi fosse stato eletto, di rispettare le scelte della lista nella quale era stato eletto, tagliando le unghie quindi ad ogni opportunismo, trasformismo e cambiamento di casacca, riducendo gli Alfano, i Verdini e i Bondi a semplici parlamentari (semprechè fossero stati eletti).
Renzi ha preferito l'oggi al domani, dimostrandosi così un piccolo "umarein" come dicono a Bologna, senza la capacità, la visione e il coraggio di uno statista, neppure con la "s" minuscola.


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04 ottobre 2015

Attacco finale



La lobby omosessuale ha mosso l'attacco finale al Vaticano sfruttando le intrinseche debolezze della deriva relativista e nichilista di Bergoglio.
Un prelato teologo, docente nelle università pontificie, componente della congregazione della fede, cioè uno che dovrebbe vigilare e supportare ideologicamente la Tradizione, ha rilasciato una intervista ad un quotidiano dichiarando la sua omosessualità e, addirittura, di praticarla (nel tempo libero o nelle stanze vaticane ?).
Alla risposta, una volta tanto decisa, del Vaticano, ha replicato con una nuova conferenza stampa in cui ha rilanciato tutto, trincerandosi dietro le dichiarazioni di Bergoglio.
La sua posizione è comprensibile e il vescovo pro tempore di Roma ha una posizione che chiamare equivoca è dire poco.
Ma se nulla ho da contestare al vescovi dichiaratosi omosessuale ed alla sua lobby di appartenenza che fanno i loro interessi, molto ho da criticare alla chiesa cattolica ed ai suoi esponenti per aver consentito che gli equivoci portassero gli omosessuali a sferrare l'attacco finale alla Tradizione.
Mi aspetto, adesso, una reazione degna che porti i vescovi tradizionalisti a scindere le loro responsabilità da quelle del signore arrivato dalla fine del mondo.


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03 ottobre 2015

Dov'è il problema ?



Con l'uso spregiudicato dei Fregoli della politica che votano per coloro contro i quali erano stati eletti dal Popolo, con la complicità di un presidente del senato improvvisato e alla sua prima legislatura e con il quotidiano disprezzo della minoranza, il piccolo Stalin fiorentino porterà a casa il suo senato di nominati.
Dov'è il problema ?
Quando torneremo maggioranza, cambieremo le regole e il sistema elettorale, facendogli ingoiare gli stessi metodi che ha oggi usato per far passare le sue volontà.

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02 ottobre 2015

Le antenate



La fotografia in calce è stata pubblicata ieri su Libero e, forse, anche su altri quotidiani.
Rappresenta un momento dei funerali di Ingrao, corredati, come scrivono, di bella ciao, bandiere rosse e altre amenità del genere.
A me ha colpito questa fotografia, che mi ha fatto prima scoppiare a ridere tanto sono ridicole, ma, soprattutto, perchè parla, più di ogni parola e cronaca, del fanatismo mai sopito a sinistra.

Così non dobbiamo più domandarci da chi abbiano imparato i talebani, abbiamo trovato i loro prototipi.





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01 ottobre 2015

Renzi parla, ma non a nome mio



Martedì il bulletto fiorentino catapultato senza un voto a Palazzo Chigi ed ivi puntellato dai saltimbanco eletti per fare esattamente l'opposto, ha parlato all'onu (minuscolo voluto).
Di tutto il suo sproloquio (con il quale ritengo abbia abbondantemente innaffiato, visto come parla,  gli astanti delle prime file) resta solo il qualunquismo con il quale si è scagliato contro "i muri".
I muri, è vero non servono, ma solo se manca la volontà di contrastare l'invasione dei clandestini.
Se, viceversa, non esistessero le quinte colonne che, come fece De Klerk in Sud Africa, si adoperano per consegnare ad altri la nostra terra, i muri aiuterebbero a difendere i confini, perchè a supporto arriverebbero le Forze Armate, oggi trasformate, con la Marina Militare, in taxi gratuito per i clandestini e il blocco non solo sarebbe efficace verso l'esterno, ma consentirebbe di effettuare una bonifica all'interno.
Ma questo, uno come Renzi, non riuscirà mai a capirlo, quindi tocca a noi impegnarci, anche solo con il voto, per rimandarlo a Firenze.



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