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26 dicembre 2006

Arde da 60 anni la Fiamma della Libertà


Il 26 dicembre 1946, quando ancora gli echi della guerra erano nelle orecchie della gente, quando più atroce era la violenza comunista, un gruppo di Uomini si trovò presso lo studio di uno di loro e, considerata conclusa l’esperienza dell’ Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini nel quale erano confluiti i voti di tutti coloro che non avevano, nel giro di una notte, cambiato la loro camicia nera con quella rossa, costituirono il MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO.
Arturo Michelini, Pino Romualdi, Cesco Giulio Baghino (e chiedo scusa a chi, a memoria, non ricordo) e, soprattutto, Giorgio Almirante.
In un periodo nel quale la “caccia al Fascista” era sostanzialmente legittimata da un potere debole e inquinato dai comunisti al governo (poi cacciati con un gesto coraggioso da De Gasperi) la creazione di un partito che affermava la sua eredità ideale dal Movimento Fascista era una orgogliosa sfida ai quaquaraqua prontamente saliti sul carro dei vincitori, rinnegando le idee professate, scritte e propagandate per anni.
E ripetutamente sono stati citati articoli e discorsi apologetici del Fascismo e del Duce da parte di chi in seguito, e tuttora, fa professione di antifascismo e dell’antifascismo una professione.
Ma quel pugno di Uomini, no, non ci stava a rinnegare le idee della gioventù, la battaglia di una vita e si rimboccarono le maniche, rischiando in proprio (e non era solo un rischio professionale o economico) e fondarono il Movimento Sociale Italiano.
Quegli Uomini vinsero la loro battaglia.
Nelle elezioni politiche del 1948 portarono in parlamento una esigua ma compatta rappresentanza, nonostante una campagna elettorale che vide fronteggiarsi il fronte popolare socialcomunista che voleva portare l’Italia tra le braccia dell’Unione Sovietica e la Democrazia Cristiana di un De Gasperi ancora saldamente in sella, prima della deriva che portò nel tempo al dissolvimento dello spirito anticomunista della DC e, quindi, alla sua spaccatura con alcuni suoi esponenti che, offendendo il ricordo di De Gasperi stesso, hanno portato per ben due volte i comunisti al vertici delle istituzioni.
Dopo il 1948 l’M.S.I. divenne sempre più radicato e contribuì ad eleggere tre governi (Zoli, Segni e Tambroni) e due presidenti della repubblica (Segni e Leone) e la storia d’Italia sarebbe stata sicuramente migliore se gli eredi di De Gasperi avessero proseguito nella politica di coinvolgimento di una forza sana come l’MSI nel governo del paese in chiave anticomunista, invece di fuggire, pavidi, alle prime contestazioni di piazza del 1969.
L’MSI di Almirante divenne così “l’ultima speranza, l’unica certezza” come recitava un manifesto alle elezioni del 1972 quando, inglobati i monarchici con un gesto di grande significato per la riappacificazione nazionale, ottenne, come MSI-Destra Nazionale, il miglior risultato della sua storia.
E quel risultato costrinse anche la DC ad un (breve) ritorno a governi centristi, con esclusione dei socialisti e rientro dei liberali (quelli veri) di Giovanni Malagodi.
Purtroppo, ancora una volta, l’occasione non fu sfruttata, anzi l’arrivo del terrorismo rosso portò addirittura ad una alleanza di maggioranza con i comunisti che per due volte (1976 e 1979) sfiorarono il sorpasso contro la DC (votata anche, per l’occasione, da chi mai l’avrebbe votata in circostanze normali).
In quegli anni fu tentata anche una oscura manovra contro l’MSI di Almirante, con una scissione pilotata che naufragò alle elezioni del 1979.
E la Fiamma ardeva solitaria a difesa della libertà di tutti, contro la massificazione dell’arco costituzionale.
Poi il progressivo sdoganamento.
Non erano riusciti a spegnere quella Fiamma accesa il 26 dicembre 1946.
Il resto è cronaca.
Una cronaca che ci dice che, nonostante i tempi cambiati e gli uomini diversi, quella Fiamma resta ancora accesa a brillare nel cielo della politica italiana.
E la prospettiva di una unificazione di tutte le forze a destra di AN e che già ora, assieme, rappresentano il quinto partito della Casa delle Libertà (con mezzo milione di voti e l’1,3%), alimenta e alimenterà negli anni a venire quella Fiamma inscindibilmente unita al ricordo di Giorgio Almirante.










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10 commenti:

Anonimo ha detto...

Chissà se Almirante, oggi, approverebbe la politica di Fini.
C'è bisogna di una destra-destra ancora oggi quando il termine "destra" non è più rifuggito dai più. E bisogna riconoscere a chi nel 1946 e dopo appartenne all'MSI di aver mantenuto alto il nome della destra, contro tutto e tutti.

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Gli altri presenti nello studio romano di Michelini furono: Roberto Mieville, Giorgio Pini, Biagio Pace, Francesco Galante, Gian Luigi Gatti, Nicola Foschini, Giovanni Tonelli.

Buon Anniversario !

Anonimo ha detto...

Ne faccio serenamente a meno, comunque grazie.

Anonimo ha detto...

Mah. Davvero non si capisce cosa ci sia da festeggiare in questo anniversario. Auguri comunque.

CampaniArrabbiata ha detto...

Non c'era pure Ernesto Massi per caso?

Massimo ha detto...

Quale ventennio rimpiangerei ?

C'è da celebrare, più che da festeggiare, la fondazione di un partito che, come disse Almirante, diede voce ai vinti e che ha tenuto accesa la Fiamma della Libertà quando tutti si accucciavano all'arco costituzionale.

Massimo ha detto...

Giusto il condizionale, visto che non posso rimpiangere un periodo che non ho vissuto :-D
Io non commemoro, celebro un evento che ha influito sulla vita politica italiana, come ha detto Almirante in una tribuna politica di cui ho postato il video.
Un evento che ha dimostrato che non tutti sono pronti a fare il salto della quaglia in base agli interessi personali, ma c'è anche chi, con sacrificio personale (e nessuno credo possa mettere in dubbio che Almirante e gli Altri nulla avessero da guadagnare con la fondazione dell'MSI) antepone gli ideali alla carriera e alla poltrona.

Anonimo ha detto...

Caro amico!
non ho nulla da commentare, mi limito a condividere le lacrime che hanno accompagnato il ricordo dei miei 14-20 anni quando la Destra aveva un leader che credeva in quel che diceva e non programmava le sue dichiarazioni sulla base di meschini sogni personali di potere. Che differenza tra la fiamma di allora e il finto moccolo in una bandiera biancazzura che ogni giorno che passa si ingrigisce nella palude centroliberalcapitalista!.
Non rimpiango i miei anni di allora ne' le lacrime di oggi.
GRAZIE

Anonimo ha detto...

Sono d´accordo con Tilt. Molti missini erano (sono?) semplicemente nostalgici del periodo in cui imponevano la loro volonta´col manganello e l´olio di ricino, e di quando si opponevano alle forze (queste si) della liberta´per difendere a Salo´ l´ámico Nazista. Altro che fiamma della liberta´.

Massimo ha detto...

Caro gmf, oggi più che mai abbiamo il senso della differenza di statura tra un Almirante che, senza alcuna utilità personale, fondava l'MSI e un Fini che insegue la chimera di essere accettato da chi, come dimostra il commento successivo al tuo, non riesce ad andare oltre gli stereotipi e, quindi, non lo accetterà mai, ma gli farà sempre inseguire una carotina che non raggiungerà, lanciandogli delle briciole giusto per invogliarlo a continuare.