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12 ottobre 2007

Nobel decaduto e svalutato

Quando ero bambino ci hanno fatto “una capa così” su Alfred Nobel, sui suoi sentimenti umanitari che lo indussero, dopo aver inventato la dinamite, a pentirsene, lasciando quindi per testamento la sua fortuna per premiare chi avesse aiutato l’Umanità nei vari campi.
E giù a citare Curie e Carducci e Deledda e Pirandello e Quasimodo
Tutti personaggi di spessore che mi fanno pensare alla decadenza dell’epoca contemporanea, che vede il Nobel per la pace attribuito al capo terrorista palestinese, da poco – troppo poco – tempo defunto, pur responsabile di stragi e del perpetuarsi di una situazione di guerra in Medio Oriente.
Oppure all’ultimo erede di Stalin e Lenin (ricordato giusto perché non è stato in grado di perpetuare il regime) o al peggior presidente che gli Stati Uniti abbiano avuto (premiato probabilmente perché ha portato quella grande nazione al suo livello più basso in 200 anni di storia gloriosa).
Vediamo Nobel (per chiudere con gli italiani) assegnati a guitti che non riescono ad ottenere neppure il consenso dei loro concittadini per la carica di sindaco ed a personaggi che vanificano il credito ricevuto prestandosi a fare la stampella geriatrica di un governo che non ha il consenso popolare necessario e deve ricorrere a senatori non eletti.
E oggi riceviamo l’ennesima conferma che il Nobel è più che svalutato (non certo negli importi, però) con l’annuncio del Nobel per la pace assegnato all’ex Vicepresidente di Clinton, sconfitto fortunatamente da George W. Bush nel 2000 e ad una organizzazione dell’onu.
Il Nobel per la pace, evidentemente in assenza di personalità considerate all’altezza, ha pagato il suo obolo alla nuova moda - che è soprattutto business economico - ecoambientalista e così ha premiato una persona ed una organizzazione che si preoccupano di farci star male ora, per non farci stare troppo male (forse) fra … 1000 anni.
Il Nobel ad una organizzazione dell’onu è un controsenso, visto che lo scopo istituzionale dell’onu dovrebbe essere proprio quello di ricercare di dirimere pacificamente le controversie internazionali.
Se, poi, pensiamo al premio attribuito ad Al Gore che ha pure vinto un Oscar (un Oscar !!!) per un noiosissimo documentario finalizzato esclusivamente ad un terrorismo mediatico sull’ecoambientalismo, allora ci viene da pensare che Alfred Nobel si starà rivoltando nella tomba e da lassù (o laggiù) si starà stramaledicendo per non aver conservato in famiglia il suo patrimonio, visto lo scempio che viene fatta della sua donazione.
In pratica, il povero Nobel, dopo i rimorsi per aver inventato la dinamite, adesso vede il suo nome accostato a quello di Carter, Gore, Arafat, Gorbachev e compagnia cantando.
Naturalmente vi sono anche delle eccezioni, voglio sperare che ve ne siano anche se l’ultimo Nobel che mi viene in mente degno della Tradizione è quello di Montale, degli altri ho perso memoria e, se non sbaglio, il premio a Montale risale agli anni settanta.
Ma c’è un sospetto in più che arriva e, cioè, che il lavorio lobbistico dell’ex Vicepresidente Gore sia finalizzato al lancio della sua candidatura alla Casa Bianca, una candidatura che spariglierebbe i pretendenti democratici, mettendo nei guai più la moglie di Clinton che l’uomo che sarà prescelto dai Repubblicani.
E in tutta sincerità, se il pretendente democratico fosse Gore ritengo ci sarebbe una speranza in più per conservare al GOP la Presidenza.
Perché gli Americani lo hanno già conosciuto (e bocciato) e un Carter, per loro, basta e avanza ancora per qualche decennio.
Non tutto il male viene per nuocere.

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6 commenti:

CampaniArrabbiata ha detto...

Pirandello, quando gli fu assegnato il premio, volle sfilare con all'occhiello una spilla del PNF, che non portava mai. Altri tempi:-)

marshall ha detto...

Alla luce degli ultimi Nobel, ed in particolare di alcuni di quelli da te citati, non potevi dare titolo più appropriato a questo post. Sono però un pò perplesso su due nomi, quello di Carter e quello di Gorbachev. Poichè molti lettori di questo blog, io tra questi, hanno una immagine alquanto annebbiata su questi due personaggi - o perchè hanno dimenticato, o perchè ne avevano seguito le vicende politiche in modo distratto o superficiale - faresti opera benemerita a ricordarne la figura, a grandi linee. Con ciò, compiresti anche un'importante opera divulgativa, di verità, per i lettori più giovani.
Se ti vuoi cimentare, aspettiamo un tuo scritto.

Massimo ha detto...

Piedone. Tempi d'altro spessore e Nobel di ben più consistente valore ;-)
Marshall. Grazie dell'idea. In breve si può dire comunque che di Carter basta ricordare i 400 giorni in cui lasciò l'ambasciata statunitense a Teheran in mano ai khomeinisti, le incertezze nell'appoggiare lo Scia e il fallimento della missione di slavatggio.
Di Gorbachev il fatto che si sia fatto scippare una presidenza imperiale da sotto il naso, prima con le sue incertezze nel tentativo di colpo di stato dei militari e poi dimostrandosi un pavido nano mentre il gigante coraggioso Boris Eltsin sfidava i carri armati.

Nessie ha detto...

Marshall, Massimo, vi siete dimenticati un altro Nobel che grida furiosamente vendetta: il cialtrone Dario Fo, che è ancora in giro a parlar male del Papa, quando ci sono gli ayatollah e i mullah che a breve andranno ad abbeverare i cavalli alle fontane di S.Pietro. E allora Fo e la sua pappagorgia saranno contenti. Questo, tanto per rimanere nei Nobel svalutati. Svalutatissimi.

Massimo ha detto...

Cara Nessie, nessuna omissione, 5° capoverso:
" ... guitti che non riescono ad ottenere neppure il consenso dei loro concittadini per la carica di sindaco..." ;-)

Anonimo ha detto...

Massimo,
nel tuo breve flash, hai ricordato e messo per me a giusto fuoco quanto già sapevo. Ricordo bene quell'episodio di Teheran, per il quale posso concludere che Carter sia stato un "molle", mentre per altri è stato meritevole del Nobel per la pace. A Gorbachev è mancato quel tanto di coraggio in più che lo avrebbe fatto ricordare per secoli alla storia.
Ho omesso volutamente di commentare su Arafat, per il quale sarà la storia a parlarne.

Nessie,
il Nobel a Dario Fo gli fu assegnato in un momento di ubriacatura degli accademici.

Marshall