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21 febbraio 2011

Panem et circenses nell’europa dei soviet

Alcuni giorni fa ho letto dell’ukase dell’europa a Sky e in genere alle televisioni private, di trasmettere in chiaro gli eventi che coinvolgono il grande pubblico, con espresso riferimento per mondiali, europei di calcio, olimpiadi.
L’europa degli gnomi e dei burocrati che nelle sue dichiarazioni ufficiali ha elevato a dogma il Mercato, nei fatti si dimostra allineata con lo spirito socialista della struttura che si è data, con il dirigismo intellettuale e culturale che contraddistingue questo aborto della ingegneria costituzionale e con le più antiche pratiche di controllo dei popoli.
Si possono liberamente chiudere e aprire in altri stati stabilimenti industriali, spostare capitali, investire ovunque, addirittura una fetta di questi europei pretenderebbe di imporre all’Italia (e alle altre nazioni mediterranee) di dividere la propria terra e le proprie risorse con gli illegali africani e asiatici, ma non si deve fomentare la ribellione togliendo al Popolo il calcio.
Nell’antica Roma, quando le carestie, le guerre o anche solo l’avidità di singoli funzionari statali rischiavano di spingere il Popolo alla rivolta, l’Imperatore provvedeva ad indire un gioco all’anfiteatro.
Oggi è uguale, ma tutto organizzato per consentire periodiche valvole di sfogo che allentino le tensioni.
Olimpiadi e mondiali di calcio alternati ogni due anni, in mezzo gli europei e una infinità di partite tra campionati e coppe.
Grazie non certo agli gnomi e ai burocrati di Bruxelles (ma alla nostra gloriosa Storia che ha costruito la Civiltà migliore possibile e che mai si sia sviluppata sulla Terra) oggi non abbiamo problemi di cibo, per cui il “panem” è assicurato (finchè non proveranno a togliercelo i nuovi arrivi, benedetti dai “benpensanti” politicamente corretti ... o corrotti ?).
Se al Popolo dunque non manca il “panem”, perchè, per rispettare un principio (la libera concorrenza in libero mercato) dobbiamo negargli i “circenses”?
Ecco che vorrebbero imporre la visibilità urbi et orbi dei giochi moderni, così il Popolo è soddisfatto.
E figuriamoci se non ci sono cori esultanti per la possibilità di vedere gratis un qualcosa, senza pensare che quel “gratis” lo si paga ad alto prezzo con una ulteriore rinuncia alla libertà individuale e con tasse imposte su altri settori.
Il principio è bene ricordarlo: ognuno deve pagare quel che vede, quel che utilizza.
La libertà di mercato è anche libera concorrenza, semmai l’europa dovrebbe imporre l’abolizione dei canone statale pubblico e dei trasferimenti di denaro pubblico alle aziende private (di qualunque genere).
Ma gnomi e burocrati dell’unione sovietica europea si preoccupano essenzialmente dei loro guadagni e non sono interessati a Valori, Principi e Ideali.


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