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17 febbraio 2011

I finioti sono già alla comica finale

Gianfranco Fini si sta dimostrando un grande bluff degno dei programmi di Barbareschi e non mi sembra improbabile che quei due incapaci che gestiscono la politica della attuale amministrazione di Washington, con l’acume e la preveggenza che li contraddistingue, avessero puntato le loro fiches su di lui.
Da quel settembre 2003 in cui ebbe l’improvvida idea di proporre di concedere il diritto di voto agli immigrati, all’adesione alla canea dell’opposizione contro il Premier e il Centro Destra, passando per la pretesa di far dimettere Tremonti nel 2004, gli ostacoli al Federalismo, l’ostruzionismo alla riforma della giustizia, delle intercettazioni e della par condicio, la definizione del Pdl come “comica finale” salvo poi candidarsi come numero due di Berlusconi, fino a questi quasi tre anni in cui, dal pulpito della presidenza della camera, ha solo ostacolato il Premier, uscendo quindi dal Pdl pensando di potergli dare la “spallata” finale, Gianfranco Fini ha compiuto una parabola miseranda, trascinando con sè anche persone che, oggi, capiscono quanto siano state usate e si interrogano su come redimersi.
E non ho volutamente parlato di Montecarlo che appartiene non alla politica ma alla miseria umana.
Oggi il gruppo finiota al senato non esiste più e si stanno adoperando per trovare un marchingegno che passerà solo attraverso la costituzione fittizia di un gruppo del “terzo polo”, peraltro smentito dall’ “uomo forte” di quel settore.
In sostanza Fini è passato da numero due di Berlusconi a cavalier servente di Casini.
Fini ha solo tirato la volata a magistrati e sinistra, disperdendo un patrimonio di valori, di umanità, di ideali, di voti che nel 1994 sembrava potesse egemonizzare il Centro Destra.
Contento lui e i suoi ...
E con questo, a meno che non accadano eventi impossibili da ignorare, smetto di parlare di un simile personaggio sul quale merita solo che cali il sipario e cada l’oblio.

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2 commenti:

lantarner ha detto...

la vicenda di Fini dovrà essere usata nel futuro come perfetto esempio (da manuale) di suicidio politico.
Aveva la carriera assicurata, era destinato ad essere l'erede naturale di Berlusconi ed invece... ed invece ha deciso di suicidarsi.
E pensare che era il mio politico preferito.
In questi ultimi tempi ho provato per lui prima rabbia, poi disgusto, ma adesso provo solo pena: pena per come si è ridotto questo pover'uomo, con le sue stesse mani.

Nessie ha detto...

Sì sono alle comiche finali e al fuggi fuggi generale, ma non dimentichiamoci che Fini e Fli erano scesi in campo per fare i guastatori, e non per avere un vero progetto. E la loro parte di casino, l'hanno comunque fatta.