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22 gennaio 2012

Solo i gonzi all'amo di Monti

Mario Monti deve essere un amante della pesca.
Con la complicità di una stampa prona (e non poteva essere altrimenti vista la dipendenza dai tentacoli italiani dei poteri forti internazionali ) ha costruito un pacchetto la cui confezione appare accattivante e gustosa: l'amo.
Chi, però, non si ferma alle apparenze ma guarda alla sostanza, ha già capito l'ennesimo imbroglio ordito contro gli Italiani per renderli ancora più schiavi di quanto già non lo siano con l'euro e nell'europa voluta da Ciampi e Prodi ed ora sostenuta a spada tratta da Napolitano e Monti.
Hanno inventato un nome che proietta l'idea di libertà per mettercelo più facilmente là dove non batte il sole.
Dopo il decreto “Ammazza Italia” che ha aumentato le tasse (e ancora dobbiamo iniziare a pagarle …) rubandoci almeno uno stipendio, Monti e i suoi ministri mai eletti si sono inventati lo “Scassa Italia per distruggere l'ossatura fondamentale della nostra economia: le categorie.
Sintomatico il fatto che tanto nell' "ammazza Italia" fondato sulla repressione fiscale legalizzata, quanto in questo provvedimento fondato sulla penalizzazione delle categorie professionali e artigiane produttive, nulla, ma proprio nulla, sis stato fatto nei confronti della pubblica amministrazione, verso quell'esercito monumentale, autentico macigno sui conti pubblici e ostacolo per la crescita dell'Italia, che è formato da oltre cinque milioni di dipendenti pubblici.
Monti ha anzi, ha lasciato spazio, senza reagire, a figure più simili allo Sceriffo di Nottingham che ad un funzionario di una nazione libera, come quando il capo gabelliere ha inneggiato ad un "sano timore" del fisco  da incutere ai cittadini, considerati evidentemente sudditi da controllare e non Uomini Liberi con cui ragionare.
La velenosa politica venduta come “liberalizzazione” non è altro che il tentativo (sostenuto da una asfissiante e ripugnante campagna di stampa che ha, come solo precedente, quella ostile al Premier Berlusconi) di mettere gli Italiani gli uni contro gli altri, additando, di volta in volta, questa o quella categoria al pubblico ludibrio.
Così, una per volta, Monti distrugge la base sociale della Nazione per sostituirla … con chi ?
A pensare male spesso ci si indovina ed io dico per sostituirla con quella enorme massa di lavoro a basso costo che preme ai nostri confini e in parte è già dentro e che le quinte colonne che innalzano la bandiera dell'immigrazionismo spinto si ostinano da definire “nuovi italiani”.
Buttando a mare i “vecchi” Italiani, cioè gli unici che abbiano il diritto a chiamarsi tali ed a comandare sulla terra che delimita i confini dello stato italiano.
Il decreto “scassa Italia”, che mi auguro sia profondamente cambiato come Berlusconi ha promesso di cercare di fare in parlamento, interpreta in modo abnorme il concetto di “liberalizzazione”.
Tra l'altro con dosi massicce di supponenza, arroganza e presunzione, come quando Monti, nominato e mai eletto, intima al parlamento, eletto dal Popolo, di non cambiare la sua "opera".
O come quando spara fanfaronate come l'aumento di 10 punti del pil e del 12% nel potere d'acquisto.
Ma chi si crede d'essere ?
E' tempo di riportarlo sulla terra dalla nuvoletta in cui si è auto innalzato !
Invece di liberare, attua una politica dirigista di stampo sovietico: impone.
Lo stato entra di prepotenza, con “autorità” e con imposizioni di legge, nella gestione di ciò che prima era più libero, lasciato alla autoregolamentazione di professionisti e artigiani, distruggendo settori produttivi e, non toccando la pubblica amministrazione, lasciando indenni quelli inefficienti.
Sfugge il senso di voler imporre, ad esempio, che una “autorità” terza decida sui taxi in tutta Italia.
Ma quanti commissari dovremo pagare per coprire l'intero territorio con persone che sappiano le esigenze del più sperduto comune e quindi siano in grado di decidere quante licenze rilasciare ?
E se sono pochi, quali geni sconosciuti saranno mai tali commissari capaci di comprendere le necessità tanto del piccolo comune friulano, quanto di quello lucano ?
L'unica vera, reale, liberalizzazione sarebbe far uscire lo stato dalla nostra vita e dalle nostre tasche.
Abolire l'obbligo di permessi, autorizzazioni, certificazioni, tasse, bolli che imbrigliano qualsiasi attività lavorativa ed iniziativa imprenditoriale.
Come i lavori da svolgere in casa propria.
Ma se è casa mia, potrò ben fare quello che mi pare, affidandomi ad un ingegnere e ad un geometra che ne garantiscano professionalmente la fattibilità, senza dover rendere conto a qualche ottuso burocrate del comune, magari assunto perchè parente o amico di un qualche assessore ?
Invece no.
Si pensa a spiarci anche in automobile, legando la riduzione della rca auto all'installazione dell'ennesimo strumento di spionaggio, la scatola nera, come se già non fossimo abbastanza spiati con l'obbligo di usare sistemi di pagamento diversi dai contanti o tutte le segnalazioni che ci tocca fare quasi ad ogni passo della nostra vita.
Con il decreto “ammazza Italia” Monti ci ha sottratto i risparmi e ci ha impoverito.
Con il decreto “scassa Italia” Monti si prefigge lo scopo di devastare la struttura sociale ed economica che ha retto l'Italia nei decenni.
Opporsi alle iniziative di Monti, boicottare le sue aspettative e i suoi provvedimenti, sostenere le categorie che ne contrastano gli ukase di stampo sovietico, non è più solo un diritto democratico, ma è diventato un dovere civico.

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2 commenti:

Nessie ha detto...

Monti piace solo ai sondaggisti alla Mannheimer e alla Pagnoncelli, ai giornali che hanno come finanziatori le banche stesse (Corsera e Repubblica) e ai politici di tutte le tendenze ( PD, PDL, Caltacasini, compreso Di Pietro e SEl di Vendola). Piace a tutti tranne che agli Italiani, quelli che attraverso tutte le categorie del lavoro, scenderanno sul piede di guerra, per mesi e mesi. E con ragione, visto che ne va di mezzo la loro stessa esistenza.

Monti alle forche. Anzi, ai forconi!

Giulio ha detto...

Affermando che questo decreto aumenterà il PIL dell' 11%, Monti si è coperto di ridicolo.
Ma nessun giornalista ha avuto il coraggio di dirglielo in faccia nelle sue numerose apparizioni televisive.