Due Leaders si sono confrontati, ben sapendo cosa hanno alle spalle e quindi con il realismo di chi sa quali siano i propri limiti.
Nonostante i "professionisti" dell'informazione (o della manipolazione ?) ci raccontino i retroscena, a meno che non siano in possesso delle registrazioni dei colloqui (e ne dubito), non possiamo sapere cosa si siano detti in privato la Meloni e Trump.
Tanto più che la Meloni ha, ancora una volta, dimostrato di poter discutere alla pari nella lingua del proprio interlocutore, senza interprete e, anzi, facendo lei da interprete per i "professionisti" di cui sopra che, mostrando il loro autentico spessore, si sono presentati alla conferenza stampa a Washington facendo domande in italiano.
Purtroppo mentre Trump parlava a nome di una nazione di cui era il presidente da poco trionfalmente rieletto, la Meloni ha dovuto fare i conti con la camicia di forza che i suoi predecessori l'hanno costretta ad indossare con tutte le firme che hanno apposto nei vari trattati con i quali sono state malamente cedute sempre maggiori fette di Sovranità ad un ente come l'unione europea che, materialmente, non può farsi interprete e rappresentante di interessi completamente opposti come quelli dei vari stati che la compongono.
E ancora una volta mi viene da rimpiangere quel che sarebbe stato e non è potuto essere, se scelte stolte e insane non ci avessero portato a rinunciare alla nostra Libertà per ammucchiarci nell'unione europea.
1 commento:
Meloni ha un vantaggio sui vari nostri politici sgangherati e provinciali: conosce molto bene l'inglese e questo le permette di cogliere tutte le sfumature. Spero anch'io in una ventata d'aria fresca dopo questa visita. Ma vedo che l'opposizione invece di trarre esempio dal suo dinamismo, rosica e rosica non poco.
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