L’invidia nei confronti di chi ha successo è sempre esistita ed è un sentimento radicato nell’animo umano.
Ma una cosa è l’invidia che è uno sprone a fare e dare il meglio di se per spirito di emulazione ed altra è l’invidia che macera l’animo e mira non a costruire, ma a demolire quel che altri, più bravi, capaci e intelligenti, hanno creato.
E l’invidia di questo secondo tipo prospera negli ambienti dei piccoli meschinelli la cui “carriera” si è svolta nei corridoi delle sedi dei partiti politici e negli antri clientelari della burocrazia e dei carrozzoni di stato.
In questi giorni ne possiamo vedere due esempi lampanti.
Il primo ci riguarda in quanto Italiani.
C’è, da 25 anni, una azienda che macina utili e, senza far carico allo stato dei propri dipendenti in “esubero” (vero Olivetti dell’ingegnere ?), senza richiedere rottamazioni (vero Fiat già dell’avvocato ?) e senza bruciare vagonate di soldi pubblici (Alitalia, Trenitalia) è redditizia per i suoi azionisti, anche per quelli piccoli, dando anche da lavorare (ed un bel lavoro !) a migliaia di cittadini.
Questa azienda si mantiene grazie alla pubblicità che passa nei suoi programmi, ha strutture snelle (un decimo del personale giornalistico della Rai) pur ottenendo gli stessi ascolti.
Questa azienda non ci estorce il canone (fermo durante gli anni di Berlusconi e Gasparri e aumentato di un colpo oggi), eppure fa utili.
Questa azienda si chiama Mediaset.
Una nazione normale farebbe ponti d’oro per averne di aziende simili, che non chiedono, ma danno.
In Italia, invece, Mediaset è oggetto di periodici attacchi che, se andassero a buon fine, ne ridurrebbero gli utili (anche per i piccoli azionisti che sarebbero poi quelli che ci rimetterebbero maggiormente) e ne contrarrebbero le maestranze, aumentando la disoccupazione tecnica e intellettuale.
E la motivazione degli attacchi è proprio l’eccesso di buona salute dell’azienda Mediaset.
Una buona salute che testimonia la capacità del suo management e del suo fondatore, che ha l'imperdonabile colpa e torto di chiamarsi Silvio Berlusconi ed essere riuscito ad unire tutte le destre con efficace azione di contrasto contro la sinistra.
Il secondo esempio è europeo.
Già, l’europa, anzi l’unione europea che, già nel nome, richiama quell’unione sovietica apripista del dirigismo burocratico.
L’europa ha comminato una multa salatissima alla principale azienda informatica del mondo.
Un’azienda che, come Mediset, è stata inventata, creata, cresciuta dal suo fondatore che, rischiando del proprio, ora è diventato l’uomo più ricco del mondo, suscitando notevoli invidie.
Quest’uomo si chiama Bill Gates e la sua azienda è la Microsoft.
Cos’ha fatto di tanto malvagio Gates ?
Ha dimostrato che con la volontà, il lavoro e il sacrificio si può partire da un garage e diventare il numero uno.
Se i prodotti della Microsoft sono i migliori, quelli più facili da usare, quelli che riescono ad accattivarsi le adesioni di milioni di persone nel mondo, bisognerebbe riconoscerne il merito a Gates e i suoi concorrenti dovranno attrezzarsi per prodotti migliori e più competitivi.
Invece cercano, con l’ausilio della burocrazia, degli “antitrust”, di togliere manu militari a Gates quello che Gates si è conquistato sul campo.
Così l’unione europea si appresta ad impallinare anche l’innovativo prodotto “Vista” che Gates e la Micrsoft stanno per lanciare sul mercato europeo.
I comportamenti vessatori e persecutori della sinistra in Italia contro Mediaset e della burocrazia europea contro Microsoft sono pessimi esempi, perché proiettano l’immagine che non il merito e la capacità siano giustamente ricompensate, ma le meschinità degli invidiosi che, non essendo riusciti a competere sul campo, cercano di rifarsi con i cavilli degli Azzeccagarbugli.
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Ma una cosa è l’invidia che è uno sprone a fare e dare il meglio di se per spirito di emulazione ed altra è l’invidia che macera l’animo e mira non a costruire, ma a demolire quel che altri, più bravi, capaci e intelligenti, hanno creato.
E l’invidia di questo secondo tipo prospera negli ambienti dei piccoli meschinelli la cui “carriera” si è svolta nei corridoi delle sedi dei partiti politici e negli antri clientelari della burocrazia e dei carrozzoni di stato.
In questi giorni ne possiamo vedere due esempi lampanti.
Il primo ci riguarda in quanto Italiani.
C’è, da 25 anni, una azienda che macina utili e, senza far carico allo stato dei propri dipendenti in “esubero” (vero Olivetti dell’ingegnere ?), senza richiedere rottamazioni (vero Fiat già dell’avvocato ?) e senza bruciare vagonate di soldi pubblici (Alitalia, Trenitalia) è redditizia per i suoi azionisti, anche per quelli piccoli, dando anche da lavorare (ed un bel lavoro !) a migliaia di cittadini.
Questa azienda si mantiene grazie alla pubblicità che passa nei suoi programmi, ha strutture snelle (un decimo del personale giornalistico della Rai) pur ottenendo gli stessi ascolti.
Questa azienda non ci estorce il canone (fermo durante gli anni di Berlusconi e Gasparri e aumentato di un colpo oggi), eppure fa utili.
Questa azienda si chiama Mediaset.
Una nazione normale farebbe ponti d’oro per averne di aziende simili, che non chiedono, ma danno.
In Italia, invece, Mediaset è oggetto di periodici attacchi che, se andassero a buon fine, ne ridurrebbero gli utili (anche per i piccoli azionisti che sarebbero poi quelli che ci rimetterebbero maggiormente) e ne contrarrebbero le maestranze, aumentando la disoccupazione tecnica e intellettuale.
E la motivazione degli attacchi è proprio l’eccesso di buona salute dell’azienda Mediaset.
Una buona salute che testimonia la capacità del suo management e del suo fondatore, che ha l'imperdonabile colpa e torto di chiamarsi Silvio Berlusconi ed essere riuscito ad unire tutte le destre con efficace azione di contrasto contro la sinistra.
Il secondo esempio è europeo.
Già, l’europa, anzi l’unione europea che, già nel nome, richiama quell’unione sovietica apripista del dirigismo burocratico.
L’europa ha comminato una multa salatissima alla principale azienda informatica del mondo.
Un’azienda che, come Mediset, è stata inventata, creata, cresciuta dal suo fondatore che, rischiando del proprio, ora è diventato l’uomo più ricco del mondo, suscitando notevoli invidie.
Quest’uomo si chiama Bill Gates e la sua azienda è la Microsoft.
Cos’ha fatto di tanto malvagio Gates ?
Ha dimostrato che con la volontà, il lavoro e il sacrificio si può partire da un garage e diventare il numero uno.
Se i prodotti della Microsoft sono i migliori, quelli più facili da usare, quelli che riescono ad accattivarsi le adesioni di milioni di persone nel mondo, bisognerebbe riconoscerne il merito a Gates e i suoi concorrenti dovranno attrezzarsi per prodotti migliori e più competitivi.
Invece cercano, con l’ausilio della burocrazia, degli “antitrust”, di togliere manu militari a Gates quello che Gates si è conquistato sul campo.
Così l’unione europea si appresta ad impallinare anche l’innovativo prodotto “Vista” che Gates e la Micrsoft stanno per lanciare sul mercato europeo.
I comportamenti vessatori e persecutori della sinistra in Italia contro Mediaset e della burocrazia europea contro Microsoft sono pessimi esempi, perché proiettano l’immagine che non il merito e la capacità siano giustamente ricompensate, ma le meschinità degli invidiosi che, non essendo riusciti a competere sul campo, cercano di rifarsi con i cavilli degli Azzeccagarbugli.
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2 commenti:
C'era una volta anche una società calcistica che faceva utili. Ed era l'unica in Serie A che faceva utili e distribuiva dividendi...
L'hanno sacrificata sull'altare della politica e del nuovo entusiasmante ministero dello sport.
Chissà se chi "sostiene" CDB ha mai posseduto azioni Olivetti, Cir, Sabaudia ... ;-)
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