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14 febbraio 2006

Pena di morte:e un'altra vita sarebbe stata salvata

Il Brigadiere dei Carabinieri Cristiano Scantaburlo è stato assassinato all’alba del 12 febbraio da un pregiudicato che, per la seconda volta, ha approfittato della concessione della semilibertà, per evadere, rubare una macchina e, scovato, uccidere di nuovo.

L’assassino, fortunatamente abbattuto da un collega del Brigadiere assassinato, era stato condannato a 21 anni di galera per aver ucciso a Mezzolara di Budrio (Bologna) una donna di 65 anni, cassiera in una stazione, rubando 50.000 lire (sì: lire, non euro !!!).

Il crimine era stato particolarmente efferato: 70 coltellate !

Vuol dire che l’assassino, ha colpito, e colpito, e colpito, e colpito, per 70 volte, con una ferocia ed un sadismo che non possiamo neppure immaginare.

Un figuro di questo genere poteva essere condannato a “solo” 21 anni, per poi, ben due volte, concedergli un permesso e/o la semilibertà ?

La società civile non avrebbe dovuto tutelarsi ed esercitare su di lui il diritto legittimo di comminargli la massima pena, quella capitale ?

Se quel figuro fosse stato giustiziato adesso un Carabiniere sarebbe ancora vivo.

E a nulla valgono le querimonie sulla “certezza della pena”, perché gente così non si redime in 10 anni e neppure in 30.

Chi uccide con 70 coltellate non è il rapinatore che perde la testa durante un’azione criminosa e, preso dal panico, spara uccidendo.

Chi uccide con 70 coltellate prova piacere nell’infliggere dolore e morte.

Chi uccide con 70 coltellate, se messo nelle condizioni di reiterare il crimine, lo fa e spetta ad uno Stato Civile tutelare i cittadini onesti: ripristinando e comminando la pena di morte per liberarci, per sempre, da simili individui.

Se così fosse stato, oggi il Brigadiere Cristiano Scantaburlo sarebbe ancora vivo.


Riflettiamoci.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

non credo che esista un diritto legittimo alla pena di morte (tecnicamente sono contrario perchè verrebbe inflitta da un ente morale - lo stato - che meno spessore ha e meglio è). Credo tuttavia che certe norme sull'esecuzione della pena vadano riviste, soprattutto di fronte alle ripetute denunce di pericolosità della comunità. Ciao

Anonimo ha detto...

Concordo sul massimo della pena....che dal mio punto di vista consisterebbe in un buon ERGASTOLO ....ovviamente senza permessi!

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Daniela, ergastolo, senza attenuanti, a lavorare nelle cave, a pulire le spiagge in inverno, a pulire i bordi delle strade in agosto, alla fine vorranno morire loro... e non potranno.
Ciao

Massimo ha detto...

... ma dall'ergastolo o dai lavori forzati possono sempre fuggire e per di più noi, in Italia, abbiamo i radicali dietro l'angolo che propongono amnistie e indulti e dimenticano le sofferenze di Abele ... :-)

Otimaster ha detto...

E ogni giorno che passa mi trovo a pensarla sempre più come te, è colpa di questi criminali se un giorno anche chi non vorrebbe voterà a loro sfavore.

Massimo ha detto...

Credo che, raccogliendo queste notizie tragiche, nel giro di un anno si possa completare una "memoria" ad hoc ;-)