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03 febbraio 2006

Quando non c'è la pena di morte

A Umbertide, provincia di Perugia, una settimana fa il Carabiniere Donato Ferruoglio, 30 anni, una moglie e una figlia di sei mesi, ha perso la vita in un conflitto a fuoco con dei criminali che avevano rapinato una banca.
Sono ancora in corso le ricerche degli assassini.

Tre giorni fa, le cosiddette “bestie di Satana” sono state condannate a pene variabili tra i 24 e 26 anni per i cinque, brutali, omicidi accertati.

Casi, simili, di brutale delinquenza omicida.

Casi, simili, anche in quello che potrebbe essere lo sviluppo della pena (inflitta alle “bestie” e che verrebbe inflitta ai rapinatori se mai saranno catturati).

In Italia non c’è la pena di morte.

In Italia una condanna a 20 – 30 anni renderà libero il feroce assassino in circa la metà del tempo previsto (se non prima).

Se si considera che i condannati sono tutti sotto i 30 anni, scontata la pena (scusate l’espressione che non significa nulla !) avranno ancora davanti tutta una vita.

Quella vita che hanno tolto ai loro coetanei, vittime della loro brutale perversione criminale, quella vita che i rapinatori di Umbertide hanno tolto al Carabiniere Ferruoglio.

Domando: è giusto ?

La mia risposta è: no !

La certezza nella piena durata della pena è una utopia e i criminali (come si può leggere dalle loro dichiarazioni) ne sono consapevoli.


Il tragico è che ne sono consapevoli anche i famigliari delle vittime che, fra qualche anno, avranno la possibilità di incontrare per strada, liberi, felici e VIVI, i brutali assassini dei loro cari.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse la soluzione è proprio un governo che garantisca la certezza della pena. Io, come ho detto più volte, sulla pena di morte non mi pronuncio, sono tendenzialmente sfavorevole, ma non so come la penserei se fossi vittima di uno di questi delinquenti. Purtroppo trovarsi in mezzo a questi drammi può rendere possibile anche la legge del taglione, che, a mente fredda, sento di non approvare...
Buona giornata!

Lo PseudoSauro ha detto...

Io ripeto la solita geremiade, come mio solito: con la "cultura" (che fa rima con magistratura) attuale, appesi ad una corda sarebbero i "fascisti". In un paese normale, con la Certezza del Diritto, si tratterebbe di valutare caso per caso, come avviene in alcuni stati USA. Li' i giustiziati sono pochissimi e sempre per reati particolarmente efferati. Gli altri finiscono in galera e ci restano; ripeto: ci restano. Ma forse Mons vuole estremizzare per valutare quanti consensi avrebbe un'iniziativa del genere.

Massimo ha detto...

Anch'io ripeto la mie geremiade: un paese normale, che acesse la pena di morte correttamente applicata, non avrebbe questa magistratura ... ;-)

Massimo ha detto...

Inyqua. Con tutte le anime belle che circolano in Italia, è più facile ottenereil ripristino della pena di morte che la certezza della durata delle pene.

Otimaster ha detto...

L'altro ieri mi son messo a leggere il capitolo di cuori "Neri" in cui si narra della vicenda Ramelli, sapevo che mi sarebbe costato fatica farlo e avrebbe risvegliato molti ricordi sopiti dal tempo, ma quello che più mi ha ferito è stato leggere nuovamente dei suoi assassinini ora nascosti dall'anonimato dopo aver scontato a malapena qualche mese di carcere, perdonare mi mi è sempre più difficile, avvicinarmi alle tue posizioni sempre più facile.
Ciao

Bisquì ha detto...

Ieri mia moglie è tornata trionfante con "cuori neri", non ho il coraggio di aprirlo...ho messo nel dimenticatoio, amici, fatti ed ho paura a risvegliare la rabbia di quei tempi.

La pena deve essere esemplare, il condannato deve chiedere pietà per i crimini commessi almeno 20 volte al giorno...

Scusate ma sono incaxxatissimo...

Anonimo ha detto...

Infatti...Io, quello che ammiro degli Stati Uniti, é il rispetto, la compassione e l'attenzione verso le vittime. Non tanto la pena di morte che é opinabile, ma il fatto che le pene sono severe. So che per esempio che , prima di dare la libertà condizionale ( non so se in tutti gli Stati) chiedono anche il parere delle famiglie delle vittime..

Lo PseudoSauro ha detto...

Io invece il libro non lo leggero'; forse piu' avanti. Anche se fosse un segnale dei DS per chiudere con gli anni 70, prima c'e' da chiudere con gli anni 40. Quanto alla pena di morte in Italia, stante la perdita di sovranita' sarebbe impossibile fino a richiedersi, figuriamoci poi ad applicarla; certo e' che da molti paesi UE e da altri extracomunitari viene parecchia gente che in casa propria sarebbe in galera per reati comuni. Se questi tizi sapessero che vigono accordi internazionali per cui sarebbero rispediti a scontare la pena in casa propria, qui non ci verrebbero nemmeno. Ma figuriamoci... con la crisi energetica in atto.

Jinzo ha detto...

La pena di morte suppone l'infallibilità della giustizia umana: è dunque inapplicabile.
Certo vedere gente come Izzo fuori fa veramente pietà.
I lavori forzati mi sembrano la mossa più giusta per tutti.

Il Temporeggiatore ha detto...

Nel caso Izzo o in quello delle "bestie di Satana" c'è poco da dubitare sulla "infallibilità" del giudizio umano ...