Il Pizzino lunedì scorso ci ha raccontato la celebrazione del primo Campo Hobbit.
Un bel ricordo arricchito da analogo intervento di Marcello Veneziani su Libero.
Ma poiché ogni ricordo non deve essere fine a se stesso, ma avere una sua utilità per il presente (e per il futuro: per questo sono importanti le radici, di un movimento politico come di una nazione o di una civiltà) ecco che il Pizzino ha ricordato presenze e assenze, ambasciatori e presidenti, di quella galassia che è la Destra Italiana.
Il Pizzino ha rappresentato quello che chiunque tra noi sente come necessità: l’unificazione di tutti i rivoli in cui si è divisa la Destra dopo i valzer che Gianfranco Fini ha fatto ballare ad Alleanza Nazionale.
E allora il grido che sale da tutti è: uniamoci !
Basta divisioni tra Fiore e Romagnoli, Tilgher e Mussolini.
Se si considera la possibilità che Storace e Santanchè lascino al suo destino Fini, il potenziale D-Destra si aggira su un buon 5-6% che non sarebbe altro che la percentuale storica standard dell’MSI.
Un 5-6% che è quanto è accreditato dai sondaggi all’Udc e alla Lega, quindi D-Destra si posizionerebbe in una situazione analoga a quella di quei due partiti.
Una forza elettorale dalla quale sarebbe impossibile prescindere con l’attuale sistema elettorale e che anche un improbabile ritorno al maggioritario renderebbe fondamentale per il successo dei candidati della Coalizione di Centro Destra, con buona pace di chi, illuso da esperienze straniere, pensa di poter replicare gli stessi schemi in Italia.
Che cosa si aspetta, allora, per procedere ad un qualcosa che oltre ad avere prospettive di successo è anche nelle corde della base elettorale ?
Credo sia il “complesso del presidente” che Caio Giulio Cesare meglio riassunse nel “meglio primo in provincia che secondo a Roma” unito al “complesso della purezza” che porta a ritenersi gli unici depositari della verità identitaria di un movimento politico.
Un complesso, quello della “purezza”, cui non sono alieni a sinistra (quanti sono ormai i partiti comunisti? Quattro ? Cinque ?), e neppure negli ambienti liberali, senza riflettere sul fatto che la politica è compromesso, è l’arte del possibile.
La sinistra, peraltro, ci ha insegnato con la vicenda Visco e quella delle intercettazioni su Unipol/Bnl, che pur di mantenere la poltrona si può essere disposti a tutto, passando sopra a velleità di comando e alla purezza ideologica.
A Destra dobbiamo quindi imparare ad essere più tolleranti con i nostri alleati di Coalizione se vogliamo ottenere la realizzazione di una parte del nostro programma.
Un partito D-Destra sarebbe un satellite naturale e identitario di un grande Partito della Libertà e potrebbe tranquillamente convivere con altri movimenti satelliti e identitari come la Lega e i neodemocristiani (Udc e/o Nuova DC di Rotondi che dir si voglia), condizionando e partecipando alla stesura del progetto del Centro Destra, nel rispetto della dignità di ognuno, ma sotto la direzione di un Leader come Berlusconi la cui parola sia, comunque, l’ultima.
L’auspicio del Pizzino, quindi, lo faccio mio, ampliandolo a tutto il Centro Destra che vedo come una coalizione delle varie Destre italiane, in un equilibrio di istanze e di soluzioni, un equilibrio che diventa il miglior biglietto da visita per l’interesse nazionale e dei singoli cittadini.
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