Dopo aver strillato in consiglio dei ministri contro una battuta del Presidente Berlusconi (tra l’altro imprecisa, perché non di “regicidio” si dovrebbe parlare ma di “rimozione di un usurpatore” visti i dubbi sul voto del 2006) Prodi ha cercato di scimmiottare Umberto Bossi con una navigata sul fiume Po (a proposito: ma i suoi sodali verdi, non strillavano sull’emergenza siccità che non consentiva di navigare il Grande Fiume ?).
Naturalmente è stato fischiato, come ormai gli accade (con pieno merito) ovunque vada.
Ma la boria del temporaneo presidente del consiglio è tale che ha sibilato un “in Italia c’è un’aria irrespirabile”.
Naturalmente tutti in un primo momento hanno pensato si riferisse ai miasmi provenienti da Napoli, dove quindici anni di giunte guidate dai suoi sodali Bassolino e Iervolino, hanno ridotto la città e la Campania tutta ad un immenso immondezzaio.
Poi, qualcuno si è assunto l’onere di tradurre i borbottii e i gorgoglii tipici della loquela del temporaneo e si è compreso che voleva essere un attacco al Centro Destra che non lo lascia rapinare con le tasse i cittadini, o legiferare per soffocare la libertà individuale per trasformare l'Italia in una gigantesca coop (rossa), come vorrebbe.
Naturalmente il temporaneo si è totalmente dimenticato delle offese con le quali i suoi accoliti hanno costellato il cammino dei 5 anni di Berlusconi Presidente (epoca che, oggi, appare come una età dell’oro per la maggioranza degli Italiani !) e che sono stati ben raccolti in almeno due saggi “politicamente scorretti” (perché veritieri): “Inchiostro rosso” di Massimo Pandolfi e “Berlusconi ti odio” di Luca d’Alessandro.
Il temporaneo, per molto meno, anzi per nulla, ha sentito la necessita di convocare un consiglio di ministri nel quale discutere della frase sul “regicidio”.
Probabilmente perché, nonostante le irresponsabili arie da statista, il temporaneo non è in grado di amministrare, con la sua maggioranza, neppure un condomino, visto che ogni nodo viene rinviato a successivi appuntamenti, come quello della Tav (che rischia di fare la fine della Metropolitana di Bologna: aveva i finanziamenti, il progetto e una data di inizio. La sinistra ha voluto cambiare il progetto – troppo marchiato “Guazzaloca” – ha perso i finanziamenti e si è rinviata la data di inizio alle calende greche) che verrà fatta.
Con quale percorso, però, non si sa.
Quando neppure.
E, a questo punto, non v’è certezza neppure con quali soldi.
Ma concludiamo con una osservazione, nell’antivigilia dell’incontro del Presidente Berlusconi, accompagnato da Bossi e Fini, con Napolitano.
Se il temporaneo lamenta l’aria irrespirabile che non gli consente di governare, vuol dire che questo parlamento non è in grado di votare quelle riforme, quei provvedimenti che sono necessari per una grande nazione come l’Italia.
E se il parlamento non è in grado di legiferare, è un dovere di chi ne ha il potere, scioglierlo, per restituire ai cittadini l’opportunità di scegliere da chi essere governato (e i sondaggi dicono senza incertezze che, anche con questa legge elettorale, se si votasse oggi il Centro Destra avrebbe una comoda maggioranza in ambedue i rami del parlamento.
Non sciogliere le camere è lasciar galleggiare (e sappiamo tutti qual è la sostanza che meglio galleggia …) il temporaneo, significa assumersi la responsabilità di fermare lo sviluppo della nazione, responsabilità che i predicozzi quasi quotidiani del Quirinale, non sminuiscono affatto, anzi accrescono, perché proprio al Quirinale c’è il potere per sbloccare le energie vive della nazione.
Chiamando gli Italiani alle urne anche per cancellare i dubbi delle elezioni del 9 e 10 aprile 2006.
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Naturalmente è stato fischiato, come ormai gli accade (con pieno merito) ovunque vada.
Ma la boria del temporaneo presidente del consiglio è tale che ha sibilato un “in Italia c’è un’aria irrespirabile”.
Naturalmente tutti in un primo momento hanno pensato si riferisse ai miasmi provenienti da Napoli, dove quindici anni di giunte guidate dai suoi sodali Bassolino e Iervolino, hanno ridotto la città e la Campania tutta ad un immenso immondezzaio.
Poi, qualcuno si è assunto l’onere di tradurre i borbottii e i gorgoglii tipici della loquela del temporaneo e si è compreso che voleva essere un attacco al Centro Destra che non lo lascia rapinare con le tasse i cittadini, o legiferare per soffocare la libertà individuale per trasformare l'Italia in una gigantesca coop (rossa), come vorrebbe.
Naturalmente il temporaneo si è totalmente dimenticato delle offese con le quali i suoi accoliti hanno costellato il cammino dei 5 anni di Berlusconi Presidente (epoca che, oggi, appare come una età dell’oro per la maggioranza degli Italiani !) e che sono stati ben raccolti in almeno due saggi “politicamente scorretti” (perché veritieri): “Inchiostro rosso” di Massimo Pandolfi e “Berlusconi ti odio” di Luca d’Alessandro.
Il temporaneo, per molto meno, anzi per nulla, ha sentito la necessita di convocare un consiglio di ministri nel quale discutere della frase sul “regicidio”.
Probabilmente perché, nonostante le irresponsabili arie da statista, il temporaneo non è in grado di amministrare, con la sua maggioranza, neppure un condomino, visto che ogni nodo viene rinviato a successivi appuntamenti, come quello della Tav (che rischia di fare la fine della Metropolitana di Bologna: aveva i finanziamenti, il progetto e una data di inizio. La sinistra ha voluto cambiare il progetto – troppo marchiato “Guazzaloca” – ha perso i finanziamenti e si è rinviata la data di inizio alle calende greche) che verrà fatta.
Con quale percorso, però, non si sa.
Quando neppure.
E, a questo punto, non v’è certezza neppure con quali soldi.
Ma concludiamo con una osservazione, nell’antivigilia dell’incontro del Presidente Berlusconi, accompagnato da Bossi e Fini, con Napolitano.
Se il temporaneo lamenta l’aria irrespirabile che non gli consente di governare, vuol dire che questo parlamento non è in grado di votare quelle riforme, quei provvedimenti che sono necessari per una grande nazione come l’Italia.
E se il parlamento non è in grado di legiferare, è un dovere di chi ne ha il potere, scioglierlo, per restituire ai cittadini l’opportunità di scegliere da chi essere governato (e i sondaggi dicono senza incertezze che, anche con questa legge elettorale, se si votasse oggi il Centro Destra avrebbe una comoda maggioranza in ambedue i rami del parlamento.
Non sciogliere le camere è lasciar galleggiare (e sappiamo tutti qual è la sostanza che meglio galleggia …) il temporaneo, significa assumersi la responsabilità di fermare lo sviluppo della nazione, responsabilità che i predicozzi quasi quotidiani del Quirinale, non sminuiscono affatto, anzi accrescono, perché proprio al Quirinale c’è il potere per sbloccare le energie vive della nazione.
Chiamando gli Italiani alle urne anche per cancellare i dubbi delle elezioni del 9 e 10 aprile 2006.
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3 commenti:
Anche oggi Prodi è stato contestato. Ovunque vada lui, sono fischi. E' vero che l'aria si è fatta irrespirabile, ma da quando è a capo di questo governo illegittimo.
Massimo, Prodi ha scimmiottato penosamente Bossi e la sua fatidica "batelada" sul Po.
Ci mancava l'ampollina dietro eppopi è proprio patetico. I fischi da ambedue le rive dell'Eridano l'hanno riportato alla realtà: al Nord lo detestano.
La colpa dell'aria irrespirabile è di tutto il sistema repubblicano che evidentemente non funziona.
D'altronde il recente libro "La Casta" e tangentopoli dimostrano che la corruzione non è un caso isolato.
La verità è che bisogna ripartire da zero, ricostruire una nuova costituzione ed una nuova classe politica.
Per me l'alternativa valida è la Monarchia!
Visita il mio blog.
saluti
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