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21 giugno 2007

La controriforma di Fioroni inizia dalla maturità

Ieri sono iniziati gli esami di maturità.
Stampa e telegiornali danno ampio risalto ai temi che sono stati sottoposti ai maturandi.
Ma io vorrei iniziare da un altro tema, quello della commissione che Fioroni ha ripristinato con membri esterni, invece del solo presidente.
La ratio con la quale fu deciso di comporre una commissione con il solo presidente esterno rispondeva a un duplice ordine di fattori.
Da un lato garantire agli alunni un giudizio complessivo (perchè quella è la “maturità”) che potesse tener conto del quinquennio di studi e una commissione composta da membri esterni non può garantire quella conoscenza dell’esaminando che invece è richiesta per tale giudizio.
Dall’altro evitare il valzer dei commissari, le rinunce (e anche i costi relativi).
Fioroni, invece, oltre ad ammannirci predicozzi, emulo in trentaduesimo della triade Scalfaro-Ciampi-Napolitano, ha pensato bene, forse per farsi ricordare (come sono da tutti noi cinquantenni ricordati ministri del “calibro” di Fiorentino Sullo o Riccardo Misasi … ) di gattopardescamente cambiare tutto per tornare al passato (e anche da questo si nota come la sinistra abbia sistematicamente la testa rivolta indietro e non si curi del futuro).
Puntualmente sono piovuti i certificati medici ed altrettanto puntualmente, debole con i forti ma fortissimo con i più deboli, Fioroni ha minacciato draconiane repressioni a colpi di visite fiscali.
Sarebbe bastato non farsi prendere dalla smania di smantellare ciò era stato fatto da altri: ma chiedere ad un cattocomunista di ragionare è chiedere francamente troppo.
E veniamo ai temi.
Tre gli argomenti che mi avrebbero interessato.
Il villaggio globale.
Il cambio di sistema imposto dalla sconfitta del 1945.
Colonialismo e immigrazione
.
Devo ancora leggere i titoli esatti, ma quegli argomenti che ho sentito nei TG ieri sera mi sono sembrati più interessanti.
E se qualche maturando avesse letto questo blog li avrebbe trovati praticamente già svolti.
Con un rischio: proporre idee che i commissari, ormai in gran parte ex sessantottini, avrebbero bollato e bocciato.
Come accadde a me, non nella maturità, ma nel corso della prima liceo classico.
Il tema era sul famigerato articolo 11 della costituzione nata dalla resistenza antifascista bla … bla … bla …
Il mio svolgimento si può riassumere in: pura ipocrisia derivante dalla sconfitta del 1945 e che non ha ragion d’essere perché quando la diplomazia non funziona è solo l’uso della forza che garantisce la tutela degli interessi nazionali.
Idee che riaffermo, hic et nunc.
Però non piacquero alla professoressa che mise un equivalente di “non classificabile” nonostante non ci fossero errori di alcun genere.
Morale: da quel momento scrissi in ogni quadrimestre due temi da “8” e uno da “2” per fare la media del “6”.
In due temi esprimevo in modo forbito le idee che piacevano alla prof e in uno davo libero spazio alle mie idee.
Purtroppo alla maturità il colpo era secco, ma confidai (e azzeccai) sul fatto che c’erano ancora professori di livello e il tema sugli ultimi 50 anni di storia europea (era il 1975, quindi …) scrissi quel che pensavo e ottenni più della media abituale.
Non ho idea, adesso, cosa accadrebbe.
Ma se a scuola nel rifilarti temi che rappresentano una radiografia delle tue idee politiche e sociali, giudicassero in base alle idee che esprimi e non a come le esprimi, allora vorrebbe dire che questa scuola è da radere al suolo e il suo corpo docente non merita una lira delle nostre tasse.
E poiché i temi sono stati sfornati da un governo di sinistra, il sospetto che, di base, ci sia un ulteriore tentativo di inculcare ai più giovani il politicamente corretto c’è e consistente.
Tocca ai ragazzi, ai maturandi, dimostrarsi maturi e respingere le subdole furbizie cattocomunisti.

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6 commenti:

CampaniArrabbiata ha detto...

I documenti allegati ad ogni tema vanno da Norberto Bobbio a Pasolini e sono praticamente vincolanti per gli svolge l'articolo. Io alla maturità, per non farmi del male, decisi di non svolgere la traccia storica sui totalitarismi e optai per quello di attualità.

Bruno ha detto...

La scusa era: "ridaremo dignità alla maturità", l'hanno resa soltanto più ridicola in termini di serietà e di costi e più difficile per noi studenti... Chi li capisce e bravo questi ministri che hanno finito la scuola nel mesozoico...
Ave

Anonimo ha detto...

Ecco quì il nocciolo della questione: se i prof non "giudicassero in base alle idee che esprimi e non a come le esprimi" allora potremmo dire di avere un standard discreto.

Invece, come più volte è stato sottolineato nei blog, ci troviamo con un apparato di docenti capaci di farsi mettere le mani fra le gambe dagli studenti, o di chiudere un occhio di fronte al bullismo crescente.

Attenzione poi...discriminati per le idee politiche ma solo per una parte di esse. Basta gradire la lettura de La Repubblica o del Corriere in classe e allora tutto è lecito.
Anche alla maturità.

Un abbraccio

Van der Blogger ha detto...

Ah, brutta razza le prof ex 68ine...
anche io ai miei tempi fui segato...
ma con sommo dispiacere della prof risultavo sempre con la media più alta dei fancazzisti girotondini di alcuni miei compagni di classe...

Ciao caro...

Anonimo ha detto...

gli italiani sono abituati a non pensare (o meglio a non esprimere il proprio pensiero) da secoli... il rogo era già bello e pronto! L'adattamento della specie porta anche a questo.

marshall ha detto...

Complimenti, Massimo.
Anche questo è uno dei tuoi tanti post che andrebbero diffusi capillarmente presso la gioventù.

Quando sarai in pensione, e sarai così libero da impegni di lavoro, sai già cosa dovrai fare:
IL DIVULGATORE.
Te lo confido, te lo propongo, te lo caldeggio!