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26 giugno 2007

Il fiato corto del soviet europeo

Non è un mistero che il sottoscritto sia antieuropeista e quindi non possa che salutare con piacere l’esito del vertice tedesco.
La “costituzione”, quell’obbrobrio giuridico più lungo della Divina Commedia, è archiviata.
I Polacchi sono riusciti a rinviare di ben 10 anni l’introduzione del sistema di votazione a maggioranza.
Gli Inglesi hanno il placet a non applicare le direttive europee che andassero a ledere la loro sovranità (e se lo fanno gli Inglesi, perché non gli altri ?).
I francesi hanno brigato e ottenuto per decidere in casa loro se e quando il principio del libero mercato deve segnare il passo davanti ad aziende che assumono un carattere di interesse nazionale.
Naturalmente, da quando non c'è più Berlusconi, l'Italia ha fatto da comprimaria e passiva spettatrice, anche perchè guidata (?) da un soggetto che è ricordato come uno dei peggiori presidenti della commissione europea che abbiano mai visto a Bruxelles.
Insomma, il vertice tedesco ha sancito che in europa le patrie hanno ancora un significato, un valore e che, pertanto, il soviet di Bruxelles deve fermarsi davanti all’interesse nazionale.
Il fatto che già da due anni l’europa segni il passo e che i faraonici disegni di trasformarla in un moloch sopranazionale affidato a dei burocrati senz’anima, per costruire una unione senza radici fondata solo sulla calcolatrice (speriamo non quella di Epifani o Padoa Schioppa) siano tramontati con la “costituzione” è, da solo, un dato positivo.
Ancor più se si pensa che il recupero di nazionalismo avviene in concomitanza con un crescente nazionalismo russo che non potrà che avere, come risposta un altrettanto nazionalismo da parte delle varie patrie europee.
Questo dimostra che le unioni non si possono realizzare con dei tratti di penna e senza una base storica e culturale.
L’europa rimane tuttora un pericolo per la nostra Libertà (pensate solo ai limiti di espressione che si hanno quando si toccano certi argomenti) ma questi due anni ci dicono che c’è ancora spazio per riportare l’europa a quell’originario mercato aperto ma limitato allo scambio delle merci, lasciando ai governi nazionali le scelte sulla difesa, politica estera, giustizia, istruzione, lavoro e su tutti quei temi che fanno di uno stato indipendente anche uno stato sovrano e libero.
Stato indipendente, libero e sovrano come non sarebbe stato con i diktat del soviet di Bruxelles.
Aspettiamo anche con fiducia il momento in cui torneremo a spendere lire e l’euro sarà solo una moneta da collezione.

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido, condivido condivido.
Sto leggendo EURSS di Bukowsky...
Anche se la mossa Francese di limitare la concorrenza la trovo una vera e propria aberrazione. Sarko comincia col piede sbagliato. Ma del resto i francesi sono protezionisti dappertutto. A partire dall'agricoltura.
Peccato perchè la limitazione della concorrenza provocherà solo un aumento dei problemi..

Nessie ha detto...

Condivido anch'io e come hai visto ho publicizzato EURSS di Bukovskij sul mio blog. Dopo passa a darci un'occhiata. Ciao!

Massimo ha detto...

Liberty, sul piano teorico condivido la tua impostazione sul protezionismo, sul piano pratico ... tutto fa brodo per sabotare il soviet di Bruxelles :-D

Nessie: visto, quel libro è nella mia lista :-)

Fabio ha detto...

Se dobbiamo tornare alla lira, speriamo sia quantomeno una lira pesante... comunque condivido la tua visione sull'Unione Europea - cioè spero venga ridimensionata di molto al più presto.