Non conosco il Generale Roberto Speciale se non per la vicenda di questi giorni che lo contrappone al gabelliere Visco, ma l'immagine che proietta è sicuramente positiva.
Uno che rifiuta di sottostare al baratto orchestrato da Prodi e, in tal modo, rinuncia ad un posto sicuro da “eccellenza” alla Corte dei Conti, per “scendere in campo” e dare battaglia al TAR contro la sua destituzione, merita plauso e considerazione.
Plauso perché non è da tutti rinunciare ad una nicchia privilegiata e ben remunerata, affrontando l’incertezza di una causa (e tutti quelli che operano nel diritto sanno che “habent sua sidera lites” anche quelle che appaiono più scontate).
Considerazione perché la grinta mostrata dal Generale Roberto Speciale consente di dire che al di fuori della politica ci sono valenti personalità che meriterebbero di essere valutate anche per un incarico politico.
Si parla tanto di politica da rifondare perché non ha più la fiducia dei cittadini e non suscita neppure entusiasmi, ma, a ben guardare, il problema coinvolge pesantemente i “professionisti” della politica, quanti sono emersi dalle fumose stanze dei partiti – i funzionari – e quanti devono la loro posizione alle nomine partitiche (boiardi di stato come Prodi o burocrati delle banche centrali come Padoa Schioppa).
Ancora oggi, a 13 anni dalla sua discesa in campo, il Presidente Silvio Berlusconi suscita gli stessi entusiasmi di allora (e forse più) come si può ben vedere da ogni manifestazione cui partecipa, anche quando non è organizzata da Forza Italia.
Allo stesso modo una “signora nessuno” come Michela Vittoria Brambilla, che certo non può essere considerata un frutto partitico, è riuscita a catalizzare simpatie e odi per il successo che sta ottenendo con i suoi Circoli della Libertà.
Forse è il sapore di novità e non di muffa che promana da chi, prima della politica, si è conquistato una posizione lavorando e crescendo grazie al proprio ingegno e capacità, a rendere maggiormente attraente il personaggio, rispetto ai paludati parrucconi usciti dalle Frattocchie o dalle Dorotee, dalla Banca d’Italia o dall’Iri.
Credo che la riconquista della politica (e della passione politica) da parte del Popolo, passi attraverso personaggi come il Presidente Berlusconi o Michela Vittoria Brambilla.
Ma passi anche attraverso l’impegno – che è sacrificio – di tanti professionisti, lavoratori autonomi, dipendenti, che volessero dedicare un’ora al giorno del loro tempo alla cosa pubblica, per sottrarla alle camarille di partito, ormai sclerotizzate e autoreferenziali.
Così potrebbe essere, se manterrà la linea del rigore che sta ora interpretando al meglio, il destino del Generale Roberto Speciale, per il quale questa vicenda può rappresentare una prova nella quale, per dirla con il Sommo Poeta “si parrà la (s)ua nobilitate”.
Un test, migliore di tante chiacchiere su chi potrebbe essere un personaggio che, avendo dato prova del suo valore, potrà egregiamente proporsi come il nuovo Berlusconi quando l’originale – fra una decina di anni - deciderà di passare la mano.
E credo che se anche dal contributo del Generale Speciale verrà accorciata la vita a Prodi e ai suoi sodali, molti cittadini gliene saranno grati al punto da non disdegnare un presidente … Speciale.
Plauso perché non è da tutti rinunciare ad una nicchia privilegiata e ben remunerata, affrontando l’incertezza di una causa (e tutti quelli che operano nel diritto sanno che “habent sua sidera lites” anche quelle che appaiono più scontate).
Considerazione perché la grinta mostrata dal Generale Roberto Speciale consente di dire che al di fuori della politica ci sono valenti personalità che meriterebbero di essere valutate anche per un incarico politico.
Si parla tanto di politica da rifondare perché non ha più la fiducia dei cittadini e non suscita neppure entusiasmi, ma, a ben guardare, il problema coinvolge pesantemente i “professionisti” della politica, quanti sono emersi dalle fumose stanze dei partiti – i funzionari – e quanti devono la loro posizione alle nomine partitiche (boiardi di stato come Prodi o burocrati delle banche centrali come Padoa Schioppa).
Ancora oggi, a 13 anni dalla sua discesa in campo, il Presidente Silvio Berlusconi suscita gli stessi entusiasmi di allora (e forse più) come si può ben vedere da ogni manifestazione cui partecipa, anche quando non è organizzata da Forza Italia.
Allo stesso modo una “signora nessuno” come Michela Vittoria Brambilla, che certo non può essere considerata un frutto partitico, è riuscita a catalizzare simpatie e odi per il successo che sta ottenendo con i suoi Circoli della Libertà.
Forse è il sapore di novità e non di muffa che promana da chi, prima della politica, si è conquistato una posizione lavorando e crescendo grazie al proprio ingegno e capacità, a rendere maggiormente attraente il personaggio, rispetto ai paludati parrucconi usciti dalle Frattocchie o dalle Dorotee, dalla Banca d’Italia o dall’Iri.
Credo che la riconquista della politica (e della passione politica) da parte del Popolo, passi attraverso personaggi come il Presidente Berlusconi o Michela Vittoria Brambilla.
Ma passi anche attraverso l’impegno – che è sacrificio – di tanti professionisti, lavoratori autonomi, dipendenti, che volessero dedicare un’ora al giorno del loro tempo alla cosa pubblica, per sottrarla alle camarille di partito, ormai sclerotizzate e autoreferenziali.
Così potrebbe essere, se manterrà la linea del rigore che sta ora interpretando al meglio, il destino del Generale Roberto Speciale, per il quale questa vicenda può rappresentare una prova nella quale, per dirla con il Sommo Poeta “si parrà la (s)ua nobilitate”.
Un test, migliore di tante chiacchiere su chi potrebbe essere un personaggio che, avendo dato prova del suo valore, potrà egregiamente proporsi come il nuovo Berlusconi quando l’originale – fra una decina di anni - deciderà di passare la mano.
E credo che se anche dal contributo del Generale Speciale verrà accorciata la vita a Prodi e ai suoi sodali, molti cittadini gliene saranno grati al punto da non disdegnare un presidente … Speciale.
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Intanto per e mail un amico mi ha indicato il link di una onorevole iniziativa: una petizione online a sostegno del Generale Speciale, perchè venga revocato il decreto di rimozione.
Per chi fosse interessato, ecco il link
9 commenti:
A me piacerebbe moltissimo avere un uomo d'onore come Speciale sul campo. Invece di cercare di spostarlo ad altro ruolo dovrebbero affidargli un incarico istituzionale di garanzia perché di questi tempi ce n'é proprio bisogno.
Perfettamente d'accordo con te, quindi, nella scelta di un gentiluomo come Speciale per incarichi politici ma il rischio è che dal momento che lui gioca secondo le regole e le sinistre no lo silurerebbero in pochi mesi. Diversa sarebbe invece la situazione se la politica annoverasse centinaia di Speciale tra le sue file, ne ricaveremmo tutti un gran beneficio.
Io però al posto di Speciale, avrei tentato la via giudiziaria per la reintegrazione. Anche per far vedere agli Italiani (in caso di sconfitta) da che parte sta x davvero la magistratura. Ciao.
Vedi il tuo post dimostra che può accadere quello che temo, già la folla plaudente del 2 giugno ne era stato un segnale, ed ora molti altri ne sto notando. L'incapacità del governo ci induce a vedere in un uomo che conosciamo da pochi giorni un salvatore della patria. E' sicuramente un galantuomo, ma sappiamo troppo poco di lui per affidargli il paese.
Ho vestito la divisa per una decina d'anni e so le difficoltà che si incontrano nel rientrare nella vita civile, quando mi è capitato mal tolleravo il disordine, l'assenza di regole e di gerarchie cui ero stato abituato e tendevo a ricrearle in tutti gli ambiti della vita. Non penso che per lui sarebbe diverso.
Un militare non può fare politica con successo, si troverebbe ben presto a disagio e tenderebbe ad imporre la propria volontà d'autorità cosa che non va d'accordo con la democrazia, questo è quello che è accaduto a me e a molti altri che conosco, ho faticato molto per venirne a capo, dubito che lui ne sia immune.
Concordo col Master.
I militari sono troppo attaccati a certi valori e nella vita civile si sentono pesci fuor d'acqua.
Quello che sta succedendo a Speciale ne è un esempio.
Lui è onesto e come tale si è e si sta comportando ma come tale è indifeso nei confronti della marmaglia politica che gioca sempre sporco.
Ben diverso sarebbe in una società dove l'onore, l'onestà sono motivo d'orgoglio e d'esempio.
Quel che evidenzia Nessie è un piccolo neo sulla performance del generale Speciale che, se fosse ricorso al Tar, avrebbe devastato la sinistra e sicuramente creato fermento nelle Forze Armate.
Che un militare abbia difficoltà a trasformarsi in civile posso crederlo, ma ci sono anche esempi di militari che diventarono presidenti e che presidenti !
Eisenhower, De Gaulle.
Churchill fu un militare prima di essere un politico di razza.
Insomma, il Generale Speciale può crescere ... con Silvio Berlusconi come chioccia ;-)
Ci vorrebbero 945 persone "Speciale" alle Camere e un centinaio tra i Ministeri.
Sarebbe un paese migliore, a prescindere dalla figura del Generale che, magari, poco conosciamo...
Ha fatto bene. Dimostrando, così, di non voler sottostare ad imposizioni dittatoriali di certi politici.
So bene quanto costi in denaro, tempo e stress impelagarsi in una causa legale di siffatta portata. Ma auspico che la intraprenda, e che la porti fino in fondo, per dimostrare cosa sia ancora il Corpo di Finanza. Un Corpo massimamente non ancora intaccato dal putridume che ha invaso certa politica.
E su questa affermazione ho un aneddoto di vita vissuta, che avrò piacere di raccontare, all'occorrenza.
In questo momento la politica italiana ha davvero bisogno di tutto. Detto questo pare, voci di corridoio, che potremmo trovarci due generali comandanti della gdf...
pare che giuridicamente parlando, oltretutto, sia stato fatto un pastrocchio (oltre alla porcata politica). leggi su
http://verdebiancorosso. blogspot.com
bravo!! bel post... sottoscrivo in pieno
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