La vittoria di Alemanno a Roma, oltre a rappresentare la ciliegina sulla torta elettorale di Berlusconi (e l’amaro di fine pasto per chi, come me, era e resta ostile al “partito di centro, moderato e liberale") rappresenta la fine della seconda repubblica e il ritorno al passato.
Una volta la dc e il pci, oggi il pdl e il pd.
Ma la musica non cambia,
Come abbiamo visto con Alitalia la leva è la spesa pubblica, cioè la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite.
Un sistema di potere.
Ma le elezioni politiche e amministrative ci hanno detto che è andata in frantumi la leggenda popolare del “buon governo” della sinistra.
Prodi è il responsabile primo, anche se non unico, della sconfitta di Veltroni.
La pessima gestione di Roma in 15 anni di giunte cattocomuniste è la responsabile assoluta della sconfitta di Rutelli, agevolata anche da eventi criminosi manifestatisi sotto ballottaggio.
Se negli anni sessanta e settanta i comunisti offrivano la vetrina di Bologna, ricevendo anche l’ottima risposta dell’allora segretario della dc Rumor “Bologna è così, perché è all’interno di una Italia democristiana”, oggi devono nascondere le loro incompetenti amministrazioni.
Che Roma l’abbiano persa per loro responsabilità risulta a me evidente dal dato – sconfortante – della scelta dei romani di Destra (Fiamma Tricolore, La Destra, Forza Nuova) di votare Alemanno nonostante costui abbia rifiutato apparentamenti ed abbia scimmiottato Enrico IV di Navarra, ritenendo che Roma valesse una commemorazione del 25 aprile.
Per quanto io ed altri non romani ci si sia messi di impegno, non siamo riusciti purtroppo a convincerli della bontà di una scelta politica astensionista.
E questo la dice lunga sul rifiuto cui la cittadinanza romana è giunta nei confronti della sinistra amministrazione durata ben 3 lustri.
Poi che Alemanno e il “partito di centro, moderato e liberale” riesca ad amministrare bene è tutto da dimostrare e lo attendiamo al varco del traguardo di fine mandato.
Il risultato di Roma ha offuscato quello, di segno contrario, di Sondrio e soprattutto di Vicenza.
In quelle due città è stato il “partito di centro, moderato e liberale” a non riuscire interpretare il sentimento del popolo e a dover cedere la giunta alla sinistra.
Tale risultato rafforza il segnale venuto dalle politiche, quando il partito di Berlusconi ha perso un milione di voti al Nord, cosa di cui non ha pagato dazio grazie alla Lega.
Se ci pensate è esattamente quel che accadde con la dc: teneva al Sud, anche grazie alle clientele, perdeva al Nord.
Prossimo appuntamento: le europee e amministrative del 2009.
Che fare per tale data ?
Intanto analizzare risultati e quadro politico.
E’ necessario anche valutare come le elezioni del 2008 hanno visto il prevalere del pallottoliere (o, almeno, l'illusione di poter muovere il pallottoliere) sopra ogni afflato Ideale.
Grandi sconfitti delle elezioni sono i Valori che dovrebbero essere posti a base di ogni azione politica, perché rappresentano il traguardo cui i partiti protendono e cercano di condurre la società.
Abbiamo invece due supermercati senz’anima e senza identità.
Personalmente credo che la Destra debba ripartire proprio dalla riaffermazione della propria Identità, alternativa ed equidistante dalla sinistra e dal “partito di centro, moderato e liberale”.
Non ho visto quindi per nulla bene la scelta di Storace di appoggiare Alemanno “a prescindere”, l’ipotesi di entrare nella maggioranza capitolina e addirittura la partecipazione organica alla coalizione che ha vinto la provincia di Foggia.
Se la Destra (Fiamma Tricolore, Forza Nuova, La Destra) non saprà marcare la propria Identità differente rispetto al pdl, allora non avrà neppure quelle opportunità per crescere, per diffondere i propri Valori, per affermare i propri Ideali, preoccupata come sarà di un posto in più o in meno in giunta o nei vari organismi rappresentativi.
Il primo atto identitario della Destra dovrà quindi essere la cesura con il passato di collaborazione con il centro.
Anche perché il rischio è di essere coinvolti in una politica fallimentare (Sondrio e Vicenza insegnano) senza peraltro avere i ritorni – compensativi - che si hanno quando si gestisce il potere.
La Destra dovrà quindi puntare su obiettivi fortemente caratterizzanti, farne delle battaglie di piazza, considerando ogni giorno un momento elettorale.
La Destra dovrà dissociarsi dai provvedimenti che Berlusconi prenderà, gravando sicuramente, come già anticipato, sul pubblico invece di tagliare la spesa.
Ma soprattutto la Destra dovrà perseguire un momento di unità che ne ricomponga le varie componenti, affidandosi a mani nuove se Storace, Santanchè, Buontempo e Romagnoli non risolveranno le loro ambiguità nei confronti del “partito di centro, moderato e liberale”.
Lanciare iniziative politiche sul territorio sui temi sensibili, marcare la distanza da Berlusconi, avviare il processo di ricomposizione.
Una attività non esclude l’altra.
Urge però che la Destra si muova in tale direzione, diversamente sarà solo una marginale portatrice d’acqua per interessi privati che nulla hanno a che spartire con i Valori e gli Ideali di una vera Destra Identitaria Italiana alla quale non rimarrà che attendere un Leader capace di rappresentarne l’anima e realizzarne le potenzialità.
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Una volta la dc e il pci, oggi il pdl e il pd.
Ma la musica non cambia,
Come abbiamo visto con Alitalia la leva è la spesa pubblica, cioè la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite.
Un sistema di potere.
Ma le elezioni politiche e amministrative ci hanno detto che è andata in frantumi la leggenda popolare del “buon governo” della sinistra.
Prodi è il responsabile primo, anche se non unico, della sconfitta di Veltroni.
La pessima gestione di Roma in 15 anni di giunte cattocomuniste è la responsabile assoluta della sconfitta di Rutelli, agevolata anche da eventi criminosi manifestatisi sotto ballottaggio.
Se negli anni sessanta e settanta i comunisti offrivano la vetrina di Bologna, ricevendo anche l’ottima risposta dell’allora segretario della dc Rumor “Bologna è così, perché è all’interno di una Italia democristiana”, oggi devono nascondere le loro incompetenti amministrazioni.
Che Roma l’abbiano persa per loro responsabilità risulta a me evidente dal dato – sconfortante – della scelta dei romani di Destra (Fiamma Tricolore, La Destra, Forza Nuova) di votare Alemanno nonostante costui abbia rifiutato apparentamenti ed abbia scimmiottato Enrico IV di Navarra, ritenendo che Roma valesse una commemorazione del 25 aprile.
Per quanto io ed altri non romani ci si sia messi di impegno, non siamo riusciti purtroppo a convincerli della bontà di una scelta politica astensionista.
E questo la dice lunga sul rifiuto cui la cittadinanza romana è giunta nei confronti della sinistra amministrazione durata ben 3 lustri.
Poi che Alemanno e il “partito di centro, moderato e liberale” riesca ad amministrare bene è tutto da dimostrare e lo attendiamo al varco del traguardo di fine mandato.
Il risultato di Roma ha offuscato quello, di segno contrario, di Sondrio e soprattutto di Vicenza.
In quelle due città è stato il “partito di centro, moderato e liberale” a non riuscire interpretare il sentimento del popolo e a dover cedere la giunta alla sinistra.
Tale risultato rafforza il segnale venuto dalle politiche, quando il partito di Berlusconi ha perso un milione di voti al Nord, cosa di cui non ha pagato dazio grazie alla Lega.
Se ci pensate è esattamente quel che accadde con la dc: teneva al Sud, anche grazie alle clientele, perdeva al Nord.
Prossimo appuntamento: le europee e amministrative del 2009.
Che fare per tale data ?
Intanto analizzare risultati e quadro politico.
E’ necessario anche valutare come le elezioni del 2008 hanno visto il prevalere del pallottoliere (o, almeno, l'illusione di poter muovere il pallottoliere) sopra ogni afflato Ideale.
Grandi sconfitti delle elezioni sono i Valori che dovrebbero essere posti a base di ogni azione politica, perché rappresentano il traguardo cui i partiti protendono e cercano di condurre la società.
Abbiamo invece due supermercati senz’anima e senza identità.
Personalmente credo che la Destra debba ripartire proprio dalla riaffermazione della propria Identità, alternativa ed equidistante dalla sinistra e dal “partito di centro, moderato e liberale”.
Non ho visto quindi per nulla bene la scelta di Storace di appoggiare Alemanno “a prescindere”, l’ipotesi di entrare nella maggioranza capitolina e addirittura la partecipazione organica alla coalizione che ha vinto la provincia di Foggia.
Se la Destra (Fiamma Tricolore, Forza Nuova, La Destra) non saprà marcare la propria Identità differente rispetto al pdl, allora non avrà neppure quelle opportunità per crescere, per diffondere i propri Valori, per affermare i propri Ideali, preoccupata come sarà di un posto in più o in meno in giunta o nei vari organismi rappresentativi.
Il primo atto identitario della Destra dovrà quindi essere la cesura con il passato di collaborazione con il centro.
Anche perché il rischio è di essere coinvolti in una politica fallimentare (Sondrio e Vicenza insegnano) senza peraltro avere i ritorni – compensativi - che si hanno quando si gestisce il potere.
La Destra dovrà quindi puntare su obiettivi fortemente caratterizzanti, farne delle battaglie di piazza, considerando ogni giorno un momento elettorale.
La Destra dovrà dissociarsi dai provvedimenti che Berlusconi prenderà, gravando sicuramente, come già anticipato, sul pubblico invece di tagliare la spesa.
Ma soprattutto la Destra dovrà perseguire un momento di unità che ne ricomponga le varie componenti, affidandosi a mani nuove se Storace, Santanchè, Buontempo e Romagnoli non risolveranno le loro ambiguità nei confronti del “partito di centro, moderato e liberale”.
Lanciare iniziative politiche sul territorio sui temi sensibili, marcare la distanza da Berlusconi, avviare il processo di ricomposizione.
Una attività non esclude l’altra.
Urge però che la Destra si muova in tale direzione, diversamente sarà solo una marginale portatrice d’acqua per interessi privati che nulla hanno a che spartire con i Valori e gli Ideali di una vera Destra Identitaria Italiana alla quale non rimarrà che attendere un Leader capace di rappresentarne l’anima e realizzarne le potenzialità.
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5 commenti:
Un alinea simile sarebbe rigenerativa per la destra. Soprattutto adesso che si aprono spazi enormi, visto che a Berlusconi 300 milioni non bastano e ci vuole accollare tutta l'Alitalia !!!
ti leggo sempre piu' spesso e le tue analisi mi sembrano ogni volta piu' convincenti... BRAVO!
(fin dal 1969 nel FdG)
In questa sede non si può altro che esprimere delle idee.
Per metterle in pratica è anche necessario un impegno più diretto. :-)
Hai analizzato bene il voto ad Alemanno a Roma. Io sapevo benissimo che la tua crociata per il non voto sarebbe stata inutile. Come lo è stata quella nazionale del Movimento Libertario. A livello nazionale, perché il popolo stava troppo male per rischiare di mandare nuovamente la sinistra al governo.
E a Roma idem.
Per voi che non vivete qui, sembra assurdo che uno della Destra spinga a votare uno del PDL. Io avrei considerato la destra romana una infinita cacca se avesse condannato la cittadinanza ad un altro Rutelli per insulse beghe nazionali.
Per i romani, per gli stessi che prima della "separazione" da Berlusconi si incatenavano contro la giunta Veltroni, non votare Alemanno sarebbe stato inconcepibile.
Sai perché Casini ha dato "Libertà di voto?"
Perché se avesse fatto come desiderava (ovvero appoggiare Rutelli), la base non lo avrebbe seguito. E avrebbe votato ugualmente compatta Alemanno. Con la relativa figura di merda di Casini.
Stai facendo un errore simile alla sinistra. Si parla di Valori, quando la gente ha fame e deve pagare il mutuo. Non è il momento. Non è il caso di discutere Matrimoni gay si o matrimoni gay no. Centralità della famiglia, della religione etc.
Si tratta SOLO di far arrivare alla fine del mese le persone e di evitare che il mutuo a tasso variabile gli pignori la casa. Oltre ovviamente ad una maggiore sicurezza.
Quando staremo tutti bene, ed avremo tempo di disquisire dei valori, potranno rinascere i partiti idealisti. Adesso bisogna evitare che un popolo affamato entri in guerra civile.
Sulla prima parte nulla da eccepire, tranne il giudizio sulla Destra che non avesse votato Alemanno. Non credere che non me ne sia accorto del rifiuto di un'altro quinquennio Rutelli, ma ritenevo e continuo a ritenere impossibile per uno cui è stato rifiutato l'apparentamento, votare a favore di chi lo ha rifiutato. Del resto così feci nel 1999 quando non andai a votare Guazzaloca al ballottaggio a Bologna perchè rifiutò l'apparentamento con la lista di Destra che avevo votato allora. Per la cronaca Guazzaloca vinse ugualmente, senza il mio voto: evidentemente porto fortuna a chi non appoggio :-)
Quanto ai Valori, invece, respingo totalmente il tuo assunto. Se guardiamo solo all'immediato, non riusciremo mai ad alzare la testa ed a raddrizzare la schiena. I Valori sono quelli che ci consentono di dare alla nostra società un indirizzo, necessario per costruire qualcosa di durevole e non soggetto, come siamo, ai venticelli internazionali. Se guardiamo solo al pallottoliere, ad ogni stromir di fronda da noi arriva un uragano. Per questo servono i Valori, gli Ideali che sono le nostre radici e le nostre ancore.
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