Ultimi bagliori della campagna elettorale.
Un caro amico, nella nostra mailing riservata, sostiene la necessità di votare pdl perché la situazione economica dell’Italia è disastrosa.
Propone alcuni esempi personali e giunge alla conclusione che con i principi non porta il pane a casa alla sera.
Gli ho ribattuto che se siamo arrivati a questo punto è perché abbiamo sempre fatto prevalere il momento contingente del pallottoliere, trascurando ogni progetto fondato su Identità, Ideali e Valori, che avrebbe aiutato l’Italia a subire meno le crisi esterne.
Sì, perché il problema sta proprio nel coinvolgimento che abbiamo a livello globale.
L’11 settembre 2001 infranse, con il crollo delle borse mondiali, il sogno della auspicata ripresa dopo lo scoppio della bolla delle borse asiatiche (1999) e ci abbiamo messo tre anni per rivedere risultati positivi di borsa, grazie allo sviluppo delle economie straniere di cui abbiamo (parzialmente) beneficiato.
L’Italia sempre al traino.
Oggi la crisi dei cosiddetti mutui subprime si riflette su di noi – con un sistema bancario sicuramente più integro di quello americano – pesantemente anche se noi non ne siamo coinvolti in prima persona.
La debolezza dell’Italia è la debolezza della proposta politica italiana.
Aveva un senso il vecchio, caro Centro Destra che rappresentava la formula nazionale del “conservatorismo compassionevole”, perché cercando di creare una sinergia tra le pulsioni liberali e la solidarietà della Destra Sociale, consentiva di realizzare un sistema di check and balance.
L’esclusione voluta da Berlusconi della Destra per formare un “partito di centro, moderato e liberale”, elimina quel contrappeso e rende il pdl sin troppo sbilanciato verso gli imprenditori.
Mi domando, quindi, come, il mio amico, e su quali basi pensa che la soluzione liberale del pdl possa aiutare la gran parte del Popolo Italiano senza la partecipazione della Destra.
Infatti il programma del pdl è tutto sbilancito verso le riduzioni delle tasse per le aziende e per i ceti più abbienti (basti vedere lo sviluppo delle aliquote e ragionare sulla proposta di abbassarle al 30% come massimo) con un costo che il Sole 24 Ore ha calcolato in 90 milioni di euro senza copertura (la metà il costo delle promesse di Veltroni).
L’ultima boutade accalappiavoti di Berlusconi (“un mese senza tasse”) costerebbe, secondo i conti fatti dal berlusconissimo Libero Mercato, 4,5 miliardi di euro.
Viceversa La Destra/Fiamma Tricolore ha indicato nel suo programma le coperture.
Non disdegna la rivoluzionaria proposta della flat tax (di cui il pdl non parla) e chiede un piccolo contributo a chi i soldi li ha: banche e assicurazioni, che verrebbero tassate con un ininfluente (per loro) 1% sugli utili netti (ma questo significherebbe raggranellare ben 40 miliardi di euro utilissimi per aiutare in quelle realizzazioni sociali senza le quali l’Italia non può crescere).
Ma questa è una proposta che non nasce estemporaneamente, bensì come naturale conseguenza di un progetto politico che si basa su scelte di carattere Ideale e che solo chi ha tensioni fondate su dei Valori può formulare.
Ecco che anche il grande atout del pdl, la proiezione di un programma vincente in economia, viene ad essere smontato.
I liberali, senza La Destra, sono sbilanciati e il “partito di centro, moderato e liberale” non potrà fare nulla di più che attendere la ripresa mondiale.
Se ci sarà a breve, avrà vinto la scommessa, se non ci sarà, l’avrà persa, senza meriti né demeriti particolari, ma in ogni caso gli Italiani, ancora una volta troppo tardi, si pentiranno del voto che hanno espresso, perchè senza un progetto di largo respiro sociale e politico saremo sempre vittime della più piccola turbolenza internazionale.
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Un caro amico, nella nostra mailing riservata, sostiene la necessità di votare pdl perché la situazione economica dell’Italia è disastrosa.
Propone alcuni esempi personali e giunge alla conclusione che con i principi non porta il pane a casa alla sera.
Gli ho ribattuto che se siamo arrivati a questo punto è perché abbiamo sempre fatto prevalere il momento contingente del pallottoliere, trascurando ogni progetto fondato su Identità, Ideali e Valori, che avrebbe aiutato l’Italia a subire meno le crisi esterne.
Sì, perché il problema sta proprio nel coinvolgimento che abbiamo a livello globale.
L’11 settembre 2001 infranse, con il crollo delle borse mondiali, il sogno della auspicata ripresa dopo lo scoppio della bolla delle borse asiatiche (1999) e ci abbiamo messo tre anni per rivedere risultati positivi di borsa, grazie allo sviluppo delle economie straniere di cui abbiamo (parzialmente) beneficiato.
L’Italia sempre al traino.
Oggi la crisi dei cosiddetti mutui subprime si riflette su di noi – con un sistema bancario sicuramente più integro di quello americano – pesantemente anche se noi non ne siamo coinvolti in prima persona.
La debolezza dell’Italia è la debolezza della proposta politica italiana.
Aveva un senso il vecchio, caro Centro Destra che rappresentava la formula nazionale del “conservatorismo compassionevole”, perché cercando di creare una sinergia tra le pulsioni liberali e la solidarietà della Destra Sociale, consentiva di realizzare un sistema di check and balance.
L’esclusione voluta da Berlusconi della Destra per formare un “partito di centro, moderato e liberale”, elimina quel contrappeso e rende il pdl sin troppo sbilanciato verso gli imprenditori.
Mi domando, quindi, come, il mio amico, e su quali basi pensa che la soluzione liberale del pdl possa aiutare la gran parte del Popolo Italiano senza la partecipazione della Destra.
Infatti il programma del pdl è tutto sbilancito verso le riduzioni delle tasse per le aziende e per i ceti più abbienti (basti vedere lo sviluppo delle aliquote e ragionare sulla proposta di abbassarle al 30% come massimo) con un costo che il Sole 24 Ore ha calcolato in 90 milioni di euro senza copertura (la metà il costo delle promesse di Veltroni).
L’ultima boutade accalappiavoti di Berlusconi (“un mese senza tasse”) costerebbe, secondo i conti fatti dal berlusconissimo Libero Mercato, 4,5 miliardi di euro.
Viceversa La Destra/Fiamma Tricolore ha indicato nel suo programma le coperture.
Non disdegna la rivoluzionaria proposta della flat tax (di cui il pdl non parla) e chiede un piccolo contributo a chi i soldi li ha: banche e assicurazioni, che verrebbero tassate con un ininfluente (per loro) 1% sugli utili netti (ma questo significherebbe raggranellare ben 40 miliardi di euro utilissimi per aiutare in quelle realizzazioni sociali senza le quali l’Italia non può crescere).
Ma questa è una proposta che non nasce estemporaneamente, bensì come naturale conseguenza di un progetto politico che si basa su scelte di carattere Ideale e che solo chi ha tensioni fondate su dei Valori può formulare.
Ecco che anche il grande atout del pdl, la proiezione di un programma vincente in economia, viene ad essere smontato.
I liberali, senza La Destra, sono sbilanciati e il “partito di centro, moderato e liberale” non potrà fare nulla di più che attendere la ripresa mondiale.
Se ci sarà a breve, avrà vinto la scommessa, se non ci sarà, l’avrà persa, senza meriti né demeriti particolari, ma in ogni caso gli Italiani, ancora una volta troppo tardi, si pentiranno del voto che hanno espresso, perchè senza un progetto di largo respiro sociale e politico saremo sempre vittime della più piccola turbolenza internazionale.
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2 commenti:
Mons, secondo te detassare l'ICI sulla prima casa e gli straordinari è una misura a favore "delle classi più abbienti?"
Ora, io capisco che hai scelto la Santanché, che mi sta pure molto simpatica ed è una donna intelligente, quando non pensa che tutti la vogliano da lei. Però un pò di obbiettività non guasta. Io sono piuttosto daccordo con ciò che l'amico nella mailing list riservata dice.
Mi ricorda uno con cui ho parlato che per motivi analoghi ai tuoi, chiede di votare PLI. Dice che bisogna fare una scelta di valori, e che lui è proiettato a future elezioni, elezioni Europee etc.
Il problema è però che, premesso che come sappiamo entrambi, a prescindere dal risultato di PLI e di La Destra, governerà o Berlusca o Veltroni o, purtroppo tutti e due.
Ora. Se si sbaglia governo, si va rapidamente alla guerra civile. Per motivi economici Mons, non ci finiremo perché ci vogliono far convertire all'islamismo, o perché qualcuno odia la religione cristiana, o per altri motivi ideologici. Ci finiamo perché la gente NON mangia. E le rivoluzioni, a partire dalla Francese, fino a quella Russa, si fanno SEMPRE e SOLO per motivi economici. I valori sono belli ed importantissimi. Ma i soldi sono necessari .
Poi, tu sai come la penso, secondo me ci sono buone speranze affinché Berlusca una volta vinto, si trovi a promuovere molte leggi di fianco ai parlamentari de La Destra. Non siamo "nemici" noi del PDL e voi de "La Destra", anche se la campagna elettorale che state facendo, ma forse + tu che la Santanché sembra mostrare il contrario.
E poi, parliamoci chiaramente. Io trovo il programma di Berlusconi TROPPO spostato sul Sociale. E non mi sento affatto "a favore delle classi più abbienti". Solo che secondo il mio pensiero è TOGLIENDO il sociale, con la deregulation, cancellando gran parte dello stato che si va a favore delle classi meno abbienti.
Poi figurati come ci son restato quando ieri Fini non ha potuto esimersi dalla solita promessa delle battaglie contro la droga.
Insomma. Potremmo scegliere gli ideali. Tu voti La Destra. Io voto PLI (anzi ML se ci fosse), qualcun altro i repubblicani, altri ancora Casini e chi più ne ha più ne metta.
E poi guardare Veltroni che ci conduce alla guerra civile.
Tu la vuoi la guerra civile? Vuoi vedere Veltroni a capo di un esecutivo?
Vuoi trovarti altri 3-4 anni a bestemmiare contro il solito esecutivo sinistro che ci strangola, fino a che dovrai spegnere il PC perché sarai impegnato a sparare?
Io preferirei evitare.
Te lo dico perché sento da un sacco di parti che un sacco di elettori di CDX stanno avendo la brillante idea di non andare a votare (tanto vince il PDL, ci scrivo un bel vaffanculo sulla scheda), mentre tanti sinistri che avrebbero veri motivi per non votare stanno riprendendo l'antiberlusconismo militante e si stanno coalizzando con Veltroni.
Queste discussioni sui valori, sui temi etici economici eccetera facciamole. Ma non suicidiamoci elettoralmente consegnando nuovamente il potere ai sinistri.
Hai figli? Dove li terrai mentre infuria la guerra?
Pensaci perché siamo ad un passo.
Vedi, Liberty, già in passato abbiamo avuto modo di discutere sulla prevalenza dell'economia sulla politica o viceversa. Per me la Politica, quindi i Valori, prevalgono. Il compito di uno stato e all'interno di un partito, è quello di plasmare una società che abbia un futuro e per averlo deve essere forte, prima di tutto sul piano etico, quindi su ogni altro versante, da quello economico a quello militare a quello culturale.
Per questo è necessario un progetto di ampio respiro che travalichi le situazioni contingenti, al quale dedicarsi. Pensavo (evidentemente non sono stato il solo) che questo progetto potesse essere quello del Centro Destra. Mi sono sbagliato. Alla prima occasione si è tentato di annullare una Identità, quella della Destra Conservatrice, per far prevalere i liberalcentristi. Non mi sta bene. Poichè l'atteggiamento di Berlusconi potrebbe ripetersi in futuro io dico: basta, ho già dato. Per me la stagione dell'alleanza con i liberali è finita. Quindi non li voto e voto, con mia piena convinzione, per chi è più vicino al mio sentimento. Se dovesse vincere Veltroni imprecherò, sicuro, ma non perchè ho votato La Destra, visto che preferisco imprecare perchè vince la sinistra e poi fa leggi che non condivido, piuttosto che imprecare (a denti stretti) se le leggi ch enon condivido le facesse qualcuno che ho votato turandomi il naso.
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