Mentre Brunetta stringe la morsa contro i dipendenti pubblici, tutti, quelli bravi e quelli fannulloni, pensando di recuperare produttività e denaro con la gogna mediatica delle presenze e delle assenze, una delle tante promesse elettorali di Berlusconi si avvia lentamente nell’oblio, purtroppo con un conto salatissimo che pagano tutti gli italiani: 300 milioni di euro, 600 miliardi delle storiche lire.
Meglio rinfrescare la memoria ai troppo distratti.
A febbraio la cessione di Alitalia ad Air France sembrava questione di ore.
Per un tozzo di pane Prodi vendeva la compagnia già di bandiera ai francesi.
In piena campagna elettorale Berlusconi afferma che lui non avrebbe concesso il via libera ai francesi, che c’era una cordata italiana disposta a rilevare l’Alitalia.
In prima battuta disse che anche i suoi figli non si sarebbero sottratti all’impegno, poi cambiò idea.
Le affermazioni di Berlusconi stimolarono la resistenza dei sindacati che pretesero da Air france più garanzie occupazionali ed economiche.
A fine marzo tutto si affossò ed Air France non ritenne più conveniente acquisire il controllo di Alitalia.
Nel frattempo la famosa cordata italiana rimaneva nella testa del Cavaliere e i pochi nomi fatti, smentirono.
Passate le elezioni Berlusconi tentò senza convinzione di rispolverare questo suo cavallo di battaglia e di promesse elettorali, salvo poi dedicarsi ad iniziative propagandistiche con migliori ritorni e più abbordabili.
Oggi, con la definizione del decreto che concede un prestito di ben 300 milioni di euro all’Alitalia, veniamo a sapere da Tremonti che “ci vuole un acquirente”.
Ma va !
Tremonti ha scoperto l’acqua calda.
Ma l’acquirente non doveva essere la famosa cordata italiana di Berlusconi ?
Non aveva Berlusconi dichiarato che era stupito dalla quantità di imprenditori che gli avevano scritto dichiarandosi disponibili a cacciare i soldi per l’acquisto di Alitalia ?
Dove sono finiti ?
Tremonti ci fa anche sapere che Intesa Sanpaolo ricoprirà un ruolo di advisor per cercare di mettere assieme un gruppo di acquisto.
Ma non era la stessa Intesa Sanpaolo che, assieme ad AirOne di Toto, era stata scartata perché presentava una offerta inferiore a quella di Air France e con minori garanzie occupazionali ?
I nostri 300 milioni serviranno solo a ricominciare da capo tutta la manfrina per cercare un acquirente ?
O saranno un ponte per vendere, ad un prezzo ancora più irrisorio, la compagnia aerea a qualche potere forte che ha fiutato l’affare ?
Ma quei 300 milioni, non sarebbero stati meglio spesi per togliere l’Ici anche sugli A1 e detassare gli straordinari e i premi aziendali anche per chi percepisce più di 30000 euro l’anno ?
Alitalia, non sarebbe meglio lasciarla fallire come vogliono le leggi del mercato, perché poi nascano nuove e più competitive compagnie ?
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Meglio rinfrescare la memoria ai troppo distratti.
A febbraio la cessione di Alitalia ad Air France sembrava questione di ore.
Per un tozzo di pane Prodi vendeva la compagnia già di bandiera ai francesi.
In piena campagna elettorale Berlusconi afferma che lui non avrebbe concesso il via libera ai francesi, che c’era una cordata italiana disposta a rilevare l’Alitalia.
In prima battuta disse che anche i suoi figli non si sarebbero sottratti all’impegno, poi cambiò idea.
Le affermazioni di Berlusconi stimolarono la resistenza dei sindacati che pretesero da Air france più garanzie occupazionali ed economiche.
A fine marzo tutto si affossò ed Air France non ritenne più conveniente acquisire il controllo di Alitalia.
Nel frattempo la famosa cordata italiana rimaneva nella testa del Cavaliere e i pochi nomi fatti, smentirono.
Passate le elezioni Berlusconi tentò senza convinzione di rispolverare questo suo cavallo di battaglia e di promesse elettorali, salvo poi dedicarsi ad iniziative propagandistiche con migliori ritorni e più abbordabili.
Oggi, con la definizione del decreto che concede un prestito di ben 300 milioni di euro all’Alitalia, veniamo a sapere da Tremonti che “ci vuole un acquirente”.
Ma va !
Tremonti ha scoperto l’acqua calda.
Ma l’acquirente non doveva essere la famosa cordata italiana di Berlusconi ?
Non aveva Berlusconi dichiarato che era stupito dalla quantità di imprenditori che gli avevano scritto dichiarandosi disponibili a cacciare i soldi per l’acquisto di Alitalia ?
Dove sono finiti ?
Tremonti ci fa anche sapere che Intesa Sanpaolo ricoprirà un ruolo di advisor per cercare di mettere assieme un gruppo di acquisto.
Ma non era la stessa Intesa Sanpaolo che, assieme ad AirOne di Toto, era stata scartata perché presentava una offerta inferiore a quella di Air France e con minori garanzie occupazionali ?
I nostri 300 milioni serviranno solo a ricominciare da capo tutta la manfrina per cercare un acquirente ?
O saranno un ponte per vendere, ad un prezzo ancora più irrisorio, la compagnia aerea a qualche potere forte che ha fiutato l’affare ?
Ma quei 300 milioni, non sarebbero stati meglio spesi per togliere l’Ici anche sugli A1 e detassare gli straordinari e i premi aziendali anche per chi percepisce più di 30000 euro l’anno ?
Alitalia, non sarebbe meglio lasciarla fallire come vogliono le leggi del mercato, perché poi nascano nuove e più competitive compagnie ?
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