In Italia, dopo soli due anni di governo, la sinistra ha subito il peggior tracollo della sua storia recente.
In Inghilterra i laburisti hanno subito una debacle alle amministrative, la stessa che due mesi fa conobbe Sarkozy in Francia (con sondaggi che continuano a penalizzarlo).
Negli Stati Uniti, George W Bush ha un rating di disapprovazione che risulterebbe al 71%.
Quattro situazioni in cui chi è al timone viene brutalizzato da consensi calanti, quando non da autentici schiaffoni elettorali.
E’ evidente che non c’è una questione relativa ad un elettorato ideologicamente ondivago, trattandosi sostanzialmente tutti di partiti centristi o prevalentemente orientati al centro, sia quelli vincenti che quelli perdenti, ad eccezione del Presidente degli Stati Uniti autenticamente Conservatore (in questo caso è da sottolineare però, come, al momento, il candidato repubblicano McCain risulterebbe in testa ai sondaggi contro Hillary e contro Obama).
Se non è una questione di differenze ideologiche, è un problema di gestione del governo, soprattutto in momenti di crisi come quelli che stiamo attraversando.
L’economia sta prendendo il sopravvento sulla Politica.
Le scelte di grandi, pochi gruppi di pressione, potentati economici, condizionano pesantemente l’azione della politica e dei governi, che si trovano costretti ad adeguare e adattare le loro politiche sulle scelte di organismi o di gruppi lobbistici sovranazionali.
E’ un male.
Un male accentuato dalla convergenza al centro da parte delle maggiori forze politiche interne alle nazioni sviluppate.
Un male derivato dalla cessione di sovranità ad organismi esterni, non controllati dalla politica, come la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale, dove contano più “gli affari”, della Nazione.
Un male in europa moltiplicato dalla scellerata scelta dell’unione europea, cui è stata consegnata una parte consistente della sovranità formale ed alla quale gli stati membri devono sottostare per propria autonoma scelta suicida.
E’ un male che discende anche e soprattutto dallo smarrimento morale delle nazioni una volta forti e consapevolmente convinte delle proprie ragioni.
La perdita del senso del proprio passato, delle proprie Radici, delle proprie Tradizioni, della propria Identità, quindi dei Valori fondanti di una vera Nazione, porta al trasformismo nella politica interna ed alla debolezza di questa davanti ai forti interessi economici che sono scesi in campo a dettare le condizioni e i tempi della politica stessa.
Questa gigantesca Spectre può essere sconfitta solo dalla presa di coscienza dei popoli, dal loro ritrovarsi su Valori e Ideali che tornino ad essere posti al centro dell’attenzione e delle scelte politiche.
La Civiltà Occidentale è a un bivio: affidarsi agli stregoni dell’economia o reimpadronirsi del proprio destino anteponendo la Politica all’economia.
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In Inghilterra i laburisti hanno subito una debacle alle amministrative, la stessa che due mesi fa conobbe Sarkozy in Francia (con sondaggi che continuano a penalizzarlo).
Negli Stati Uniti, George W Bush ha un rating di disapprovazione che risulterebbe al 71%.
Quattro situazioni in cui chi è al timone viene brutalizzato da consensi calanti, quando non da autentici schiaffoni elettorali.
E’ evidente che non c’è una questione relativa ad un elettorato ideologicamente ondivago, trattandosi sostanzialmente tutti di partiti centristi o prevalentemente orientati al centro, sia quelli vincenti che quelli perdenti, ad eccezione del Presidente degli Stati Uniti autenticamente Conservatore (in questo caso è da sottolineare però, come, al momento, il candidato repubblicano McCain risulterebbe in testa ai sondaggi contro Hillary e contro Obama).
Se non è una questione di differenze ideologiche, è un problema di gestione del governo, soprattutto in momenti di crisi come quelli che stiamo attraversando.
L’economia sta prendendo il sopravvento sulla Politica.
Le scelte di grandi, pochi gruppi di pressione, potentati economici, condizionano pesantemente l’azione della politica e dei governi, che si trovano costretti ad adeguare e adattare le loro politiche sulle scelte di organismi o di gruppi lobbistici sovranazionali.
E’ un male.
Un male accentuato dalla convergenza al centro da parte delle maggiori forze politiche interne alle nazioni sviluppate.
Un male derivato dalla cessione di sovranità ad organismi esterni, non controllati dalla politica, come la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale, dove contano più “gli affari”, della Nazione.
Un male in europa moltiplicato dalla scellerata scelta dell’unione europea, cui è stata consegnata una parte consistente della sovranità formale ed alla quale gli stati membri devono sottostare per propria autonoma scelta suicida.
E’ un male che discende anche e soprattutto dallo smarrimento morale delle nazioni una volta forti e consapevolmente convinte delle proprie ragioni.
La perdita del senso del proprio passato, delle proprie Radici, delle proprie Tradizioni, della propria Identità, quindi dei Valori fondanti di una vera Nazione, porta al trasformismo nella politica interna ed alla debolezza di questa davanti ai forti interessi economici che sono scesi in campo a dettare le condizioni e i tempi della politica stessa.
Questa gigantesca Spectre può essere sconfitta solo dalla presa di coscienza dei popoli, dal loro ritrovarsi su Valori e Ideali che tornino ad essere posti al centro dell’attenzione e delle scelte politiche.
La Civiltà Occidentale è a un bivio: affidarsi agli stregoni dell’economia o reimpadronirsi del proprio destino anteponendo la Politica all’economia.
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