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01 maggio 2008

Voyeurismo fiscale

Incredulo, ieri mattina ho saputo che il fisco italiano che non tocca mai il fondo, aveva pubblicato i redditi 2005 di tutti, tutti, i cittadini.
Chiunque avrebbe potuto digitare il mio nome e venire a conoscenza dei miei privati e riservati interessi, fin nel minimo particolare.
E così per tutti i contribuenti, schedati come se fossero criminali, come neanche viene fatto per gli illegali che a frotte entrano in Italia.
E gli italiani affetti dal vizio compulsivo che si manifesta anche nel successo di giornaletti, articoli e programmi di pettegolezzi, si sono dimostrati migliaia, tanto da mandare in tilt il sistema.
Poi, tardivi interventi, hanno bloccato la squallida operazione da grande fratello fiscale, adatta solo ai guardoni telematici.
La pubblicazione dei redditi dei cittadini è l’altra faccia di una stessa medaglia, quella che ieri ha portato alla elezione di Fini a presidente della camera.
E’ l’immagine di uno stato senz’anima.
E’ uno stato preagonizzante come dimostra la soap opera di Alitalia.
E’ uno stato che dovrebbe essere ricostruito dalle fondamenta, non rialzato
.
Lo spionaggio e la delazione fiscale sono una costante degli stati deboli con i forti e forti con i deboli.
Proprio ieri, 30 aprile, è entrata in vigore l’ennesime perversa vessazione nei confronti dei cittadini: la stretta sugli assegni.
Nel 1990, con una serie di decreti legge poi trasformati in legge solo nel luglio 1991, si cercò di affrontare alcuni, gravi, problemi che allora sferzavano la nazione (usura, terrorismo, rapimenti, droga) con un provvedimento che limitava l’uso del contante.
Proprio l’andamento dei decreti legge denota come il legislatore di allora era molto prudente nei confronti di un provvedimento limitativo delle libertà individuali, poi reso definitivo, ma solo in casi limitati e tassativamente elencati, con quei limiti in vigore fino al 29 aprile (sintetizziamo in euro 12.500,00).
Con la scusa dell’europa, al governo che sta per essere sepolto senza rimpianti, non è parso vero introdurre ulteriori e più pesanti limiti, finalizzati allo spionaggio fiscale, naturalmente accompagnati da sanzioni spropositate che colpiranno senza pietà i più deboli, i più anziani, i più ignoranti (nel senso etimologico del termine), e dalle quali si salveranno, grazie a scappatoie e furbizie proprio coloro contro i quali le norme volevano essere indirizzate.
Ecco che il fisco italiano mostra, in una sola giornata, la propria perversione, dando il via a nuovi limiti nella circolazione del contante e pubblicando le dichiarazioni dei redditi di tutti gli italiani.
Una cosa ha detto bene Veltroni durante la campagna elettorale: bisogna ridurre le leggi esistenti in Italia.
Ma ridurle in modo drastico.
Anzi, sarebbe meglio abolirle tutte e ricominciare dal contratto di base, quello che sancisce il patto tra un gruppo di persone per la costituzione di uno stato.
Che sia serio, però, e fondato su Valori solidi, su radici robuste.

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

L'elenco dei segnali di disfacimento si accumulano. Non solo Fini e fisco, ma anche Alitalia, rifiuti, produzione, pil, stupratori scarcerati per errori nelle notifiche di rinvio a giudizio ...
Insomma siamo nella ca.ca.

Van der Blogger ha detto...

Comunque su questa cosa del Fisco concordo con Grillo... non solo è la violazione della più elementare tutela della privacy, ma può davvero fornire alle organizzazioni criminali, dati seri ma facili da avere...

Che dici, vado a vivere in Svezia?

Un saluto...

Anonimo ha detto...

@Che dici, vado a vivere in Svezia?
In Svezia questi dati sono pubblici!
Anche da noi lo sono da parecchio tempo, basta farne richesta ai comuni e lasciare i propi dati.
La Criminalità non ha bisogno di internet per sapere chi rapinare o sequestrare.
Questa è una delle tante Grillo-stronz**e.
Chi non ha nulla da nascondere, nulla ha da temere.
In un paese in cui,(Dicono...) il fatturato della criminalità organizzata è pari al 20% del PIL, sapere cosa dichiarano e cosa fatturano certe lussuose attività commerciali entro cui non si vede mai entrare un cliente sarebbe alquanto istruttivo.

Anonimo ha detto...

Edmund ha espresso esattamente quello che intendevo dire anch'io (c'è anzi da stupirsi che il suo intervento non sia stato censurato). Ricordiamo come già in passato tali dati siano stati pubblicati dai quotidiani, primo fra tutti il Resto del Carlino. A margine, stupisce come in un blog in cui si abusa delle maiuscole per parole come Destra e Valori si scriva "stato" in minuscolo, in spregio a qualsiasi norma etica e sintattica.

Massimo ha detto...

Edmund non è stato "censurato" perchè ha espresso una opinione legittima in modo urbano.
Non la condivido ma avevo già espresso nel post le ragioni per cui ritengo solo una pruderia quella della pubblicazione dei redditi altrui.
Il fatto che fossero stati pubblicati dal Carlino non significa che sia una scelta giusta.
Quanto alle maiuscole e minuscole sono sempre volute. Lo stato italiano, per come opera (e lo si vede anche dalla pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi), non merita la maiuscola. :-D