Silvio Berlusconi è un affabulatore.
Quelli che lo conoscono ne riportano una immagine da gran simpatico, ottimo dispensatore di buon umore, racconta barzellette, ha il senso dell’ironia e dei tempi dello spettacolo.
Ha una legittima ambizione: entrare nei libri di storia.
Sicuramente entrerà nel guinness dei primati con il suo governo che, alla prima uscita parlamentare, è già andato sotto.
Oggi, alla camera dei deputati, dove la maggioranza dovrebbe contare su un margine di oltre 100 voti e dove si è tanto fatto e tanto detto che è stata estromessa l’opposizione (quella vera, non quella virtuale del pd !) , il “partito di centro, moderato e liberale” non è riuscito a portare in aula tutti i suoi deputati e, come la signora Giuliana Longari di buongiorniana memoria, è caduta sugli uccelli.
Naturalmente, in un deja vu degli ultimi due anni, il ministro per i rapporti con il parlamento, ha dichiarato che la bocciatura non ha valenza politica, che il decreto può proseguire il suo corso, che si provvederà a recuperare quel che è stato bocciato in altro provvedimento o al senato.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Non vorrei essere nei panni dei deputati assenti e neppure del capogruppo Cicchitto che, c’è da giurarlo, si beccherà una solenne lavata di capo dal Premier che aveva impostato tutta la sua campagna elettorale sulla coalizione ristretta e sulla coesione che il “voto utile” avrebbe consentito ed ora vede le sue promesse elettorali sciogliersi come neve al sole.
Peccato che l’unica opposizione non sia in parlamento dove, invece, siedono solo parlamentari appartenenti a due supermercati del voto e che offrono le stesse soluzioni a problemi che non riusciranno a risolvere.
Quelli che lo conoscono ne riportano una immagine da gran simpatico, ottimo dispensatore di buon umore, racconta barzellette, ha il senso dell’ironia e dei tempi dello spettacolo.
Ha una legittima ambizione: entrare nei libri di storia.
Sicuramente entrerà nel guinness dei primati con il suo governo che, alla prima uscita parlamentare, è già andato sotto.
Oggi, alla camera dei deputati, dove la maggioranza dovrebbe contare su un margine di oltre 100 voti e dove si è tanto fatto e tanto detto che è stata estromessa l’opposizione (quella vera, non quella virtuale del pd !) , il “partito di centro, moderato e liberale” non è riuscito a portare in aula tutti i suoi deputati e, come la signora Giuliana Longari di buongiorniana memoria, è caduta sugli uccelli.
Naturalmente, in un deja vu degli ultimi due anni, il ministro per i rapporti con il parlamento, ha dichiarato che la bocciatura non ha valenza politica, che il decreto può proseguire il suo corso, che si provvederà a recuperare quel che è stato bocciato in altro provvedimento o al senato.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Non vorrei essere nei panni dei deputati assenti e neppure del capogruppo Cicchitto che, c’è da giurarlo, si beccherà una solenne lavata di capo dal Premier che aveva impostato tutta la sua campagna elettorale sulla coalizione ristretta e sulla coesione che il “voto utile” avrebbe consentito ed ora vede le sue promesse elettorali sciogliersi come neve al sole.
Peccato che l’unica opposizione non sia in parlamento dove, invece, siedono solo parlamentari appartenenti a due supermercati del voto e che offrono le stesse soluzioni a problemi che non riusciranno a risolvere.
2 commenti:
Ciao Massimo! Sono d'accordo sul fatto che le assenze di un centinaio di parlamentari del PDL siano scandalose.
Non sono d'accordo invece su come chiudi il tuo post: non mi sembra che i due maggiori partiti siano poi così simili, e basta il primo CdM a proarlo: Berlusconi ha preso decisioni dure che mai e poi mai i professionisti del buonismo iscritti al PD avrebbero preso.
A parte il fatto che i primi due CdM sono serviti solo a nominare i sottosegretari, la sovrapponibilità dei due supermercati la si vede quotidianamente dai salamelecchi che si scambiano. Se si considera che l'ostruzionismo (sciocco) contro il decreto che consente a Ret4 di continuare a trasmettere è stato attivato sulla spinta di Di Pietro, si dice tutto.
E, tra l'altro, pare che venga ritirato dal Pd in cambio di quattro modifiche marginali che non cambiano la sostanza.
Siamo tornati ai tempi dell'arco costituzionale e non credo che questo Veltroni avrebbe fatto tanto di diverso da quel che ha deciso Berlusconi alla terza riunione del CdM :-)
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