Quando è aggredito, Berlusconi sfodera il meglio di se stesso, così oggi in conferenza stampa non le ha certo mandate a dire all’opposizione, ai magistrati e, per chi ha orecchie per sentire, anche a quegli ambienti finioti interni al Pdl che continuano a manovrare per eliminare l’unico statista che abbia l’Italia e l’unica personalità in grado di fare muro contro la deriva rappresentata dalle opposizioni (dall’Udc all’estrema sinistra extraparlamentare, passando per Di Pietro e il pci/pds/ds/pd).
Berlusconi ha detto chiaro e tondo che non crede alla favola del panino e, invece, accredita la versione dei dirigenti del Pdl circa l’impedimento fisico ad entrare per depositare la lista.
Da manuale Cancelli invece Bersani, che propone al Pdl di cessare i ricorsi promettendo di far cessare quelli in Lombardia dove la situazione è del tutto chiara.
In pratica Bersani propone uno scambio: tu lasciaci il Lazio e noi vi lasciamo la Lombardia.
Peccato che in Lombardia Formigoni abbia un tale vantaggio da non aver bisogno di favori, mentre in Lazio la Bonino, nonostante tutto, non può essere sicura di vincere.
Tanto più che anche io – che non ho in simpatia la Polverini e prima di questa vicenda delle liste sarei stato contento di una sua sconfitta – adesso, se fossi in Lazio, la voterei.
Così come voterò la Bernini in Emilia, per dare un sostegno a Berlusconi nella speranza che questa ennesima lezione gli serva per abbandonare la linea dettata dalle colombe e abbracci quella dei falchi.
Sì, perché il Pdl deve scegliere dove stare, a cominciare dai temi fondamentali della morale e dell’etica.
Un vero uomo di Destra non può lasciarsi infinocchiare da quanti, facendo leva sulla dissolutezza dei costumi, spingono la nostra Patria verso una esiziale deriva morale.
E poi restituire ai singoli sempre maggiore libertà in campo economico, politico, sociale, riportando l’intervento dello stato ai minimi termini, esattamente il contrario della società che vagheggia la sinistra, piena di tasse, di leggi, di burocrazia, di regolamenti.
Infine si chiede a Berlusconi di intervenire, non più a parole ma con i fatti, per restituire ai cittadini fiducia nella giustizia e nella sua amministrazione, rivedendo radicalmente il sistema di reclutamento dei magistrati inquirenti e giudicanti,
Berlusconi, come nel 2006 dal palco degli industriali di Vicenza, come nel 2007 in piazza a Milano, con l’odierna conferenza stampa potrebbe aver dato una svolta alla campagna elettorale.
Ma perché possa realmente incidere sul nostro futuro, questa svolta deve proseguire anche dopo il 28 e 29 marzo, quando davanti a lui si apriranno due anni e mezzo senza elezioni di rilievo, utili per cambiare profondamente l’Italia.
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Berlusconi ha detto chiaro e tondo che non crede alla favola del panino e, invece, accredita la versione dei dirigenti del Pdl circa l’impedimento fisico ad entrare per depositare la lista.
Da manuale Cancelli invece Bersani, che propone al Pdl di cessare i ricorsi promettendo di far cessare quelli in Lombardia dove la situazione è del tutto chiara.
In pratica Bersani propone uno scambio: tu lasciaci il Lazio e noi vi lasciamo la Lombardia.
Peccato che in Lombardia Formigoni abbia un tale vantaggio da non aver bisogno di favori, mentre in Lazio la Bonino, nonostante tutto, non può essere sicura di vincere.
Tanto più che anche io – che non ho in simpatia la Polverini e prima di questa vicenda delle liste sarei stato contento di una sua sconfitta – adesso, se fossi in Lazio, la voterei.
Così come voterò la Bernini in Emilia, per dare un sostegno a Berlusconi nella speranza che questa ennesima lezione gli serva per abbandonare la linea dettata dalle colombe e abbracci quella dei falchi.
Sì, perché il Pdl deve scegliere dove stare, a cominciare dai temi fondamentali della morale e dell’etica.
Un vero uomo di Destra non può lasciarsi infinocchiare da quanti, facendo leva sulla dissolutezza dei costumi, spingono la nostra Patria verso una esiziale deriva morale.
E poi restituire ai singoli sempre maggiore libertà in campo economico, politico, sociale, riportando l’intervento dello stato ai minimi termini, esattamente il contrario della società che vagheggia la sinistra, piena di tasse, di leggi, di burocrazia, di regolamenti.
Infine si chiede a Berlusconi di intervenire, non più a parole ma con i fatti, per restituire ai cittadini fiducia nella giustizia e nella sua amministrazione, rivedendo radicalmente il sistema di reclutamento dei magistrati inquirenti e giudicanti,
Berlusconi, come nel 2006 dal palco degli industriali di Vicenza, come nel 2007 in piazza a Milano, con l’odierna conferenza stampa potrebbe aver dato una svolta alla campagna elettorale.
Ma perché possa realmente incidere sul nostro futuro, questa svolta deve proseguire anche dopo il 28 e 29 marzo, quando davanti a lui si apriranno due anni e mezzo senza elezioni di rilievo, utili per cambiare profondamente l’Italia.
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