Le iniziative assunte da Gianfranco Fini contro il Governo e Berlusconi, ricalcano, in modo quasi ossessivo, le politiche che, nella prima repubblica, la sinistra democristiana attuava contro il governo formato da altri democristiani, fornendo, quotidianamente, aiuti al pci.
Non guardo mai Ballarò, come non guardo mai la rete tre della Rai (per me, potrebbe anche essere soppressa, oltre a considerare uno spreco di denaro dei cittadini la Rai pubblica nel suo complesso).
Però della presenza di Fini a Ballarò hanno parlato i giornali radio, scritto i giornali online e trasmesso parti i telegiornali.
Fini ha espresso la tipica posizione del vecchio politicante della sinistra democristiana: certo che siamo leali al governo, ma possiamo avere un'area di opinione interna al partito naturalmente per l’immancabile bene del partito e del governo (sembra di riascoltare i basisti democristiani ...) .
Ma Fini non sembra si sia limitato a tale (penosa) esibizione, ma l’abbia corroborata con un altro “classico” della prima repubblica e, cioè, la “ridefinizione” dei rapporti con un alleato.
Allora erano i socialisti, sistematicamente insoddisfatti del loro ruolo subordinato al governo verso i democristiani e nell’ambito della sinistra verso i comunisti, a pretendere continue e defatiganti discussioni per “ridefinire” i rapporti con gli alleati che, una volta predisposto un programma di governo, non avrebbero avuto alcun bisogno di “verifiche”.
Oggi è un altro insoddisfatto, Fini, che pretende di ricominciare a discutere ciò che era già stato deciso prima delle elezioni, sottoposto al voto dei cittadini e da questi accettato e “sottoscritto” in un patto cui gli eletti devono scrupolosamente attenersi.
Tra questi impegni c’era il federalismo, la riforma della giustizia, della costituzione e la lotta ala criminalità e all’immigrazione.
Non vedo per quale motivo si dovrebbe ridefinire il rapporto con la Lega e per quale motivo si debbano sollevare questioni che hanno come unico risultato quello di distogliere l’impegno e l’attenzione del Governo dalle riforme per concentrarle sulle beghe interne di partito, tra l’altro per colpa di una minoranza residuale che, ormai, appartiene idealmente e concettualmente all’opposizione.
Credo che Berlusconi e i suoi abbiano analizzato il problema e attendano solo il primo passo falso di Fini per estrometterlo dal partito e se dovesse essere seguito da un numero di transfughi sufficiente a incrinare la maggioranza di governo anche in una sola delle camere, portare il tutto al giudizio degli elettori.
E’ la strada maestra, purchè sia percorsa in tempi rapidi.
E per fare ciò è necessario forzare i tempi per la presentazione in parlamento delle proposte di riforma, da attuare, per tutte è possibile tranne quelle di riforma costituzionale, attraverso ripetuti voti di fiducia.
Al primo sgarro dei finioti si proceda verso elezioni.
E se non sgarrano ?
Beh, se non sgarrano, avremo finalmente – e in tempi brevi – le necessarie riforme ...
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Non guardo mai Ballarò, come non guardo mai la rete tre della Rai (per me, potrebbe anche essere soppressa, oltre a considerare uno spreco di denaro dei cittadini la Rai pubblica nel suo complesso).
Però della presenza di Fini a Ballarò hanno parlato i giornali radio, scritto i giornali online e trasmesso parti i telegiornali.
Fini ha espresso la tipica posizione del vecchio politicante della sinistra democristiana: certo che siamo leali al governo, ma possiamo avere un'area di opinione interna al partito naturalmente per l’immancabile bene del partito e del governo (sembra di riascoltare i basisti democristiani ...) .
Ma Fini non sembra si sia limitato a tale (penosa) esibizione, ma l’abbia corroborata con un altro “classico” della prima repubblica e, cioè, la “ridefinizione” dei rapporti con un alleato.
Allora erano i socialisti, sistematicamente insoddisfatti del loro ruolo subordinato al governo verso i democristiani e nell’ambito della sinistra verso i comunisti, a pretendere continue e defatiganti discussioni per “ridefinire” i rapporti con gli alleati che, una volta predisposto un programma di governo, non avrebbero avuto alcun bisogno di “verifiche”.
Oggi è un altro insoddisfatto, Fini, che pretende di ricominciare a discutere ciò che era già stato deciso prima delle elezioni, sottoposto al voto dei cittadini e da questi accettato e “sottoscritto” in un patto cui gli eletti devono scrupolosamente attenersi.
Tra questi impegni c’era il federalismo, la riforma della giustizia, della costituzione e la lotta ala criminalità e all’immigrazione.
Non vedo per quale motivo si dovrebbe ridefinire il rapporto con la Lega e per quale motivo si debbano sollevare questioni che hanno come unico risultato quello di distogliere l’impegno e l’attenzione del Governo dalle riforme per concentrarle sulle beghe interne di partito, tra l’altro per colpa di una minoranza residuale che, ormai, appartiene idealmente e concettualmente all’opposizione.
Credo che Berlusconi e i suoi abbiano analizzato il problema e attendano solo il primo passo falso di Fini per estrometterlo dal partito e se dovesse essere seguito da un numero di transfughi sufficiente a incrinare la maggioranza di governo anche in una sola delle camere, portare il tutto al giudizio degli elettori.
E’ la strada maestra, purchè sia percorsa in tempi rapidi.
E per fare ciò è necessario forzare i tempi per la presentazione in parlamento delle proposte di riforma, da attuare, per tutte è possibile tranne quelle di riforma costituzionale, attraverso ripetuti voti di fiducia.
Al primo sgarro dei finioti si proceda verso elezioni.
E se non sgarrano ?
Beh, se non sgarrano, avremo finalmente – e in tempi brevi – le necessarie riforme ...
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1 commento:
Essenziale, lucido, lampante. Bravo Massimo!
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