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19 aprile 2010

Berlusconi meglio di Saviano e di Strada

Nel corso della settimana passata, a parte le bizze finiote, sono da rimarcare i comportamenti di uno scrittore e di un chirurgo a dimostrazione della supplenza che continua rispetto ad una opposizione evanescente e farsesca capace solo di ululare contro Berlusconi.
Lo scrittore è tal Saviano, famoso per un romanzo sulla mafia sul quale ha costruito tutto il suo successo.
Il Premier ha stigmatizzato l’eccessiva copertura mediatica sui fatti (negativi) di mafia, tramite libri, film e sceneggiati televisivi che creano la percezione di un fenomeno in crescita e quasi dominante in Italia, mentre vengono lasciati a notizie di pagine interne i successi delle Forze dell’Ordine che in due anni hanno arrestato ben 23 dei primi 30 latitanti mafiosi, oltre al fatto che la mafia italiana risulta solo al sesto posto tra le organizzazioni criminali mondiali.
Insomma un filone generosamente produttivo, ma solo per chi vi si butta a capofitto, con una produzione monotematica (e anche monotona).
Personalmente non ho mai apprezzato i film sulla mafia e non ho mai guardato un solo episodio delle varie stagioni de “La piovra”.
La criminalità organizzata c’è sempre stata e solo una buona amministrazione della cosa pubblica e la diffusione del Benessere per tutti i cittadini può ridurne la portata, non certo libri o spettacoli televisivi e cinematografici.
Degno alter ego di Saviano è l’ormai pluricitato Gino Strada, fondatore di Emergency, tornato alla ribalta per via dei tre “operatori” arrestati in Afghanistan e rilasciati dopo 8 giorni.
Strada si è agitato, è andato in televisione ed ha litigato con La Russa , quindi ha organizzato una manifestazione di piazza.
I tre sono stati liberati, dopo essere stati trattati con ogni garanzia, visitati dai rappresentanti diplomatici italiani.
Se è vero che la condizione per il rilascio è stata la chiusura dell’ospedale di Emergency, qualche dubbio rimane.
Ma rimane anche una evidente strumentalizzazione della vicenda ed è da evidenziare, ancora una volta, la serietà dell’impegno del Governo Italiano che ha operato con diplomazia ed efficacia.
Sono due casi, diversi tra loro, ma emblematici della differenza tra un Premier che agisce e una opposizione (e i loro supplenti della cosiddetta e autoreferenziale “società civile” ) che non sa fare altro che criticare e strepitare.



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