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21 aprile 2010

La caccia espressione di libertà

In questi giorni si è riaperto un fronte, quello dell’attività venatoria, che da anni è stato un cavallo di battaglia (di Troia ?) della propaganda ecoambientalista che vuole stravolgere le abitudini e i costumi di un popolo.
Il pretesto è dato da un provvedimento che, tra l’altro, consentirebbe di allungare il periodo di caccia dall’attuale ottobre/gennaio fino anche a marzo/aprile.
Sono insorte le solite associazioni ecoambientaliste che non riconoscono ai cacciatori il loro reale essere veri ambientalisti, ma maggior rilievo assume la lettera che una trentina di parlamentari del Pdl ha scritto a Berlusconi, contro il provvedimento.
Mi sembra che quei trenta non comprendano come la caccia sia una espressione di libertà, quindi profondamente connaturata nei principi di un partito che si chiama “Popolo della Libertà”.
Mi sembra che si siano fatti portavoce delle istanze del peggior ecoambientalismo fine a se stesso.
Mi sembra che più che deputati “della Libertà” stiano interpretando la parte di coloro che puntano a vietare, non a dare spazio allo spirito individualista delle persone.
Mi sembra che la loro volontà proibizionista sia perfettamente in linea con una cultura (?) del divieto che trova nella unione europea, con le sue direttive, la interpretazione più grigia e massificante di un socialismo chiamato con altro nome, ma pur sempre socialismo, quindi nemico della libertà.
Mi sembra anche che i divieti di cui, negli anni, sono costellati i percorsi dei cacciatori, rispecchino una interpretazione padronale del ruolo dei legislatori, che considerano il Popolo una massa di sudditi non da governare, ma da controllare.
E’ stato evidenziato come il diverso l’approccio verso le libertà dei singoli nel mondo angloamericano e nel sud europa e in particolare sulla possibilità di detenere armi, simbolo di libertà individuale, deriva dalla paura che i governi “assolutisti” hanno nel consentire ai propri cittadini, trattati da sudditi, di avere strumenti che possano essere usati contro chi mal governa.
E per cacciare occorre possedere armi ...

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1 commento:

Nessie ha detto...

A volte anche dai giornali nemici c'è da cavare dei tesori. Senti cosa ho reperito qui su Repubblica :

A Repubblica alcuni finiani, che hanno spiegato così cosa fare a Berlusconi una volta organizzata la loro “corrente di minoranza”:
«Lo facciamo impazzire. Chiediamo la direzione ogni mese. Su ogni problema possiamo frastagliare il partito, come avvenuto con la legge sulla caccia. Ci possiamo mettere di traverso su tutto».

Secondo Fausto Carioti di Libero l’intenzione è quella di mandare in scena, con Fini protagonista, “Marco Follini 2, la vendetta”, film al quale il premier non ha alcuna voglia di assistere.

Dunque anche se i gatti non vanno a caccia come i cani, gatta ci covava. Quei 30 stronzi anti-caccia erano finioti. Tanto per non cambiare.