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04 settembre 2011

Il bottone che salvò l’economia

Tanti anni fa lessi un racconto di fantascienza di cui non ricordo il titolo nè l’autore (una convinzione l’avrei, ma già in passato mi dissero che sbagliavo quindi preferisco tacere ...).
Di seguito ne riassumo liberamente il contenuto, adattandolo all’Italia, perchè mi sembra perfetto per la situazione che viviamo.

C’era una volta il signor Tizio che stava vestendosi quando, allacciando la giacca, si ruppe un bottone.
Si cambiò quindi la giacca pensando che sarebbe andato a comprarne un altro la sera stessa.
Arrivato in ufficio trovò una inquietante lettera dell’ufficio delle imposte che gli intimava il pagamento di un euro con tutte le sovrattasse del caso.
Purtroppo l’euro non l’aveva e dovette dichiarare fallimento.
Naturalmente non poté comprare il bottone e fu proprio per il mancato incasso di quei dieci centesimi che anche il negoziante non riuscì a far quadrare i conti e dovette dichiarare fallimento.
Ma quel negoziante era regolarmente rifornito da una ditta che produceva bottoni e che, senza quelle regolari forniture e successivi incassi, passò da un esiguo utile a un passivo sempre maggiore e dovette chiudere.
La chiusura della ditta portò al licenziamento di cento lavoratori che, non avendo più il salario, ridussero le loro spese e non comprarono più vestiti, oggetti, libri, automobili ...
In breve la catena si estese in modo esponenziale all’intera nazione con ripetuti fallimenti.
Il governo, preoccupato, chiamò a consulto i più valenti esperti economici, matematici, giuristi che, dopo giorni di impegno, riuscirono a risalire alla causa primaria di tutto il disastro.
Il governo, allora, abolì l’imposta che aveva portato l’ufficio delle tasse a chiedere l’euro al signor Tizio che, così, potè pagare i debiti e comprare il bottone.
A sua volta la vendita del bottone consentì al negoziante di continuare ad acquistare dalla ditta fornitrice che non licenziò i lavoratori che, a loro volta, continuarono ad acquistare beni di consumo permettendo a tanti altri di guadagnare e di produrre.
E vissero tutti felici, contenti e con poche tasse.

A buon intenditor ...

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2 commenti:

Josh ha detto...

molto riuscito!
Massimo si dà ai Contes Moreaux!
:-)

temo però che le cose andranno diversamente, ho l'impressione che le istruzioni date da BCE e Bruxelles & CO. siano di rapina e rastrellamento fiscale, e anche questo governo non pare voler sottrarsi alla direttiva.

Massimo ha detto...

Come dice il nostro Premier, se uno pensa pessimista se la tira ! :-)