In questi giorni si completa la manovra fiscale di Bin Loden Monti con l’applicazione delle sue addizionali irpef locali.
Sempre più spesso si leggono statistiche e previsioni sull’impatto nei nostri stipendi e non sempre tali dati corrispondono alla realtà, sia perché sono “medie”, sia perché indicano l’importo complessivo, così che in molti casi, trovandosi una trattenuta di gran lunga inferiore a quella pubblicata sui giornali, il cittadino vessato sospira e, quasi, è riconoscente, in piena “sindrome di Stoccolma”, verso il suo aguzzino e gabelliere.
Ricordo, quindi, che le addizionali Irpef vanno moltiplicate per 12 quelle regionali e quelle comunali dell’anno precedente e per nove quelle comunali dell’anno in corso, solo così avremo la reale entità del prelievo forzoso che Bin Loden Monti e i suoi soci ci hanno imposto.
Ma non finisce qui.
A giugno subiremo la rapina più consistente sotto forma della nuova ici, denominata Imu.
La costituzione del 1948, tra i suoi articoli, ha anche il 47 dove si legge, al secondo comma, che “favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione”.
Bin Loden Monti, nel perfetto stile da prima repubblica, pur di continuare ad alimentare una spesa pubblica mostruosa che evidentemente non ha intenzione di ridurre, favorisce la proprietà della casa gravandola di una tassa odiosa e totalmente priva di ogni sottostante trattandosi di pura e semplice patrimoniale.
Non contento, come un satrapo orientale, intende modificare la base di calcolo passando dai vani ai metri quadri, per arrivare ad una base imponibile pari al valore di mercato.
Come se, ogni anno, i proprietari di case dovessero nuovamente ricomprarla.
Appare evidente che se, “per caso” (…) , Bin Loden Monti e i suoi soci si “dimenticassero” (…) di modificare aliquote e cancellare le maggiorazioni (il “per cinque per cento” frutto del governo Prodi nel 1996 e il “per centosessanta per cento” frutto integrale dell’attuale governo) il salasso sarebbe tale da compromettere la proprietà stessa dell’immobile, in palese violazione della tanto citata (a sproposito, mai quando contiene previsioni condivisibili) costituzione nata dalla resistenza antifascista …
Al danno si aggiunge la beffa.
Molti comuni non hanno ancora comunicato le aliquote per l’anno, i modelli per la dichiarazione dei redditi non sono ancora disponibili, le istruzioni di pagamento latitano.
Verrà probabilmente richiesto ai cittadini di dedicarsi a complicati calcoli (forse per meglio perseguitarci al mimino errore) oppure a rivolgersi, pagando altri soldi, a studi professionali.
Fino a quando tollereremo senza reagire l’esproprio sistematico dei nostri risparmi ?
Com’è che tutte le volte in cui Berlusconi è costretto a lasciare il governo, chi lo sostituisce ha in mente e realizza, come primo e unico provvedimento, l’aumento delle tasse ?
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