Sabato scorso, mentre veniva scritta la parola fine all'avventura montiana organizzata (?), i tre maggiori partiti usciti dalle elezioni manifestavano a loro modo.
Grillo annunciava i dieci candidati più votati al festival dell'oclocrazia per scegliere il nome da votare da parte dei suoi fedeli (?) adepti.
Berlusconi, con molta concretezza, chiamava a raccolta il Popolo della Libertà, esprimendo un programma e considerazioni che in questa sede io ho ripetutamente scritto: dall'abolizione dell'imu alla riduzione delle tasse, dal freno allo spionaggio e alla repressione fiscale di Equitalia alla rivoluzione nel mondo della giustizia, fino a ripetere quel che è un mio tormentone da anni circa i comunisti che arrivano con cinquanta anni di ritardo a capire quel che noi comprendiamo subito eppure insistono ad atteggiarsi a "dotti, medici e sapienti".
L'unica perplessità l'ho sul governo assieme ai rossi.
Non perchè i numeri di questa legislatura consentano alternative, ma perchè la società che hanno in mente i comunisti è antitetica alla mia e, per quel che ha detto Berlusconi ieri, a quella di tutto il Centro Destra.
Responsabilità o scontro finale ?
Berlusconi ha imparato l'arte della politica e sceglie la via della responsabilità dovendo dare corpo ai dieci milioni di voti ottenuti.
Così facendo ottiene l'impensabile riconoscimento pur se a denti stretti di chi lo ha osteggiato fino a ieri preferendogli Monti (come il direttore del Il Resto del Carlino Giovanni Morandi nell'editoriale di ieri).
Io, che non ho responsabilità di gestione, continuo a prediligere lo scontro e la scelta elettorale finchè "non ne resterà solo uno".
Infine Bersani che, anticipando la reiterazione dell'offerta delle larghe intese, è sembrato gingillarsi nella mattinata di sabato con i suoi impossibili sogni.
L'ho sentito con le mie orecchie chiedere a Grillo e Berlusconi di consentire la nascita del suo governo e poi ... si vedrà.
Giustamente Berlusconi, peraltro senza infierire, gli ha risposto che "non abbiamo l'anello al naso".
Come può Bersani, se non all'apice di un ... sogno "solitario", pensare che chi rappresenta i due terzi dell'elettorato dia via libera ad un governo monocolore che rappresenta solo il restante terzo, senza pretendere la condivisione di un programma e la partecipazione alla sua realizzazione ?
Bersani mi ricorda, non solo fisicamente, quei segretari del vecchio pcus che erano tenuti in piedi dalla loro cerchia di colonnelli unicamente per evitare che qualcun altro li spazzasse via.
Bersani sogna di diventare presidente del consiglio: legittimo.
Ma con quali voti ?
Comunque vada sarebbe un governo debole, destinato a finire come il Prodi del 2006, senza incidere e facendo solo perdere tempo all'Italia.
Berlusconi ha esposto l'unica alternativa possibile: o un governo di larghe intese, o il voto a giugno.
Nel primo caso pochi provvedimenti che diano respiro alle nostre tasche anche se, venendo da un compromesso tra due forze antitetiche, non saranno risolutivi.
Nel secondo caso la prospettiva sarebbe una vittoria del Centro Destra (e bastano pochi voti in più sia alla camera che al senato in Lazio e Piemonte per consentire un governo di Centro Destra) che, fatto tesoro delle esperienze passate e mondato dalla presenza di Casini e Fini, possa finalmente incidere con una riforma liberale dell'economia, salvaguardando i Valori morali della Tradizione.
Entra ne
2 commenti:
dove hai trovato quella foto? è mostruosa:-))
Su google: "Bersani sogna" ... :-)
Posta un commento