In questi giorni le prime pagine dei giornali sono occupate dalla vicenda delle quattro banche "risanate" a spese di azionisti e di una parte degli obbligazionisti.
Accuse reciproche tra governo e opposizione, banchieri e associazioni dei consumatori, dipendenti e clienti, Italia e unione sovietica europea.
Il dato concreto è che molte migliaia di cittadini hanno perso molte migliaia di euro e, in taluni casi, anche tutti i loro risparmi.
Un morto suicida è già, purtroppo, realtà.
Il pallonaro fiorentino ha cercato di farsi bello (al solito con i soldi altrui) prima con un decreto "salva banche" addebitando i costi, appunto, ad azionisti e parte degli obbligazionisti e con l'aiuto delle banche amiche (alle quali peraltro andranno gli utili che deriveranno dalla vendita delle banche così ripulite dai debiti), poi promettendo un peloso "aiuto umanitario" a chi avesse perso tutto, in questo modo sconfessando la logica stessa del suo intervento "salva banche".
Questo accade a non essere nè carne, nè pesce, a voler tenere i piedi in due staffe: non si ha una stella polare da seguire con coerenza.
Non entro nel merito della vicenda, evidenzio solo che, ancora una volta, questo governo di chiacchieroni cinguettanti, tutta apparenza e niente sostanza, si è mostrato del tutto inadatto (e in modo totalmente imbarazzante) ad affrontare una situazione concreta e non virtuale.
Appena si esce dall'ambito della play station Renzi e i suoi affondano miseramente, non avendo alcuna esperienza di cosa voglia dire lavoro, sacrificio, risparmio.
Per governare una nazione non basta essere giovani (o negri, o donne ...) bisogna anche averne le qualità, l'esperienza di vita e lavorativa.
Il ragazzotto di Rignano, alle prime vere difficoltà, ha dimostrato tutti i suoi limiti.
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