Nel giro di quarantotto ore sono scoppiati una serie di bubboni, di natura differente tra loro, ma che hanno come denominatore comune la manifesta inesistenza di una "diversità" migliore di chi ha sempre aggredito il Centro Destra e i suoi uomini.
Anzi, non viene esplicitamente detto, ma il pensiero che, tutto sommato, i tanti piccoli uomini del Centro Destra fossero meglio dei Soloni della sinistra e dei grillini attraversa le menti, almeno quelle più lucide e coscienziose.
Sala, la Raggi e la Fedeli sono tre aspetti di quanto si possa sbagliare e, soprattutto, di quanto si sia sbagliato nel gettare la croce addosso al Centro Destra negli anni del suo governo.
Dal mio punto di vista il fatto più grave è quello di Milano, dove un neosindaco, eletto sull'onda di un presunto successo nella gestione dell'Expo, ora vede scoprire vicende non chiare di tale gestione.
Ed è grave che costui voglia ritirarsi sull'Aventino, cercando da un lato di "fare bella figura" con l'autosospensione, dall'altro di tenersi la porta aperta per un ritorno.
Ha mille ragioni Salvini nel dire che Sala, se è convinto di essere a posto, deve andare in ufficio a lavorare per i milanesi, e se, invece, ha qualche dubbio su quel che ha fatto, allora deve dimettersi.
Grave quasi quanto la vicenda di Sala è quella della Fedeli.
Ministro dell'istruzione nel nuovo governo, si scopre prima senza laurea, quindi senza maturità.
Non è una colpa essere senza laurea e neppure senza maturità (magari, però, il ruolo di ministro dell'istruzione appare un po' fuori luogo) ma quello di aver cercato di coprirlo, di aver giocato sull'equivoco.
E, soprattutto, di non pensare a dimettersi, cosa che farebbe acquisire alla Fedeli un nuova dignità.
Infine la Raggi.
Contrariamente a quello che viene strombazzato da penne e microfoni di regime, interessati a demolire i grillini per fare un favore al pci/pds/ds/pd, è la situazione meno grave.
Intanto la Raggi non è indagata e non ha mentito, al massimo può esserle imputata una ingenuità ripetuta, nulla più.
Ma sulla vicenda di Roma si innestano ben altre considerazioni.
Intanto il fatto che la Raggi, come Alemanno prima di lei, si è trovata a gestire una situazione ereditata da quaranta anni (meno i cinque di Alemanno che, a sua volta, si era trovato ad essere sindaco dopo oltre trenta anni di giunte cattosocialcomuniste) di metastasi provocata dalle giunte di sinistra, cattosocialcomuniste, che si sono succedute a cominciare da quella di Argan del 1975.
In quaranta anni sono cambiati tutti i dipendenti comunali e le varie giunte hanno potuto riempire i vari uffici con personale di loro gradimento e orientamento.
Non essendoci alcuna possibilità, per il nuovo sindaco, di sostituire il personale comunale, la Raggi (ma anche Alemanno prima di lei o a Bologna Guazzaloca nel 1999) è costretta a lavorare con uffici fondamentalmente ostili perchè legati alle passate giunte ed è gioco forza che si rivolga a quelle mosche bianche, come Marra, che sembravano, rappresentavano un qualcosa di differente.
In aggiunta abbiamo una magistratura che, brandendo come clave leggi e regolamenti (troppi !) e ricoprendo quell'incarico solo in virtù del superamento di un concorso pubblico e non di un'elezione a fronte della quale rispondere periodicamente agli elettori (come accade ai procuratori negli Stati Uniti) intervengono continuamente a fare le pulci a chiunque voglia lavorare e, per farlo, acceleri le procedure.
E' una evidente stortura del nostro sistema che, in sostanza, impone ai sindaci eletti dal Popolo di non fare nulla se non gli "atti dovuti", sennò rischiano di incappare nelle indagini di un magistrato non eletto ma che ha solo superato un concorso pubblico.
Probabilmente a Roma e Milano molti cittadini si staranno pentendo di non aver votato la Meloni e Parisi, perchè risulta sempre più chiaro che, nonostante la gravi lacune e l'improvvisazione spesso figlia di ignoranza, il Centro Destra di governo era molto meglio della sinistra di potere e dell'antipotere grillino.
Poi ci si domanda perchè c'è gran voglia di ruspe per fare tabula rasa di tutto e tutti ...
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