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No alla deriva

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30 dicembre 2017

Finalmente si vota


Dubitavo che avrebbero sciolto le camere e fissato la data del voto.
Negli ultimi otto-nove anni hanno fatto (con la complicità di Germania, Francia e dell'unione sovietica europea) tante di quelle porcate, che una piu, una meno, soprattutto con sondaggi negativi, avrebbero potuto benissimo metterla in atto.
Invece, anche se al limite dei settanta giorni previsti, andremo a votare, salvo imprevisti, il 4 marzo 2018.
Sarà un'ordalia.
Una scelta senza ritorno stante la totale contrapposizione delle visioni di società tra le due parti in causa, come sempre Destra e sinistra con i rispettivi caudatari centristi a volte schierati su un fronte, a volte sull'altro a seconda della convenienza.
I grillini, invece,  non hanno una visione se non quella di distruggere tutto e raccolgono solo tanta protesta, che non è costruttiva ma che rischia di consegnare l'Italia ad un commissariamento da Bruxelles.
Non c'è quindi alternativa al voto per il Centro Destra, obbligato a stare insieme se vorrà essere la prima coalizione.
Con tutti i dubbi e con tutte le difficoltà che ci sono.
Berlusconi, Salvini e la Meloni sono troppo intelligenti per non capirlo.
Sembra quasi certo che ci sarà una "quarta gamba" centrista, con quei voltagabbana che credono di mondarsi così del peccato di aver sostenuto Letta, Renzi e Gentiloni e mi auguro che ci sia anche una quinta gamba con Casapound e Forza Nuova.
Con tale schieramento sarebbe più concreto il premio di maggioranza per la coalizione che raggiungesse il 40% dei voti.
Credo che si debba anche guardare ai rapporti di forza all'interno della coalizione e se la Lega e Fratelli d'Italia dovessero ottenere più voti d Forza Italia e dei centristi, si aprirebbe una concreta opportunità per avere in Italia un governo similare a quello austriaco di Kurz.
Ognuno di noi ha ora quasi settanta giorni per pensare al suo voto ed alle opportunità che ne sono connesse.
Votare Lega (magari al senato) e Fratelli d'Italia (magari alla camera) potrebbe essere un modo per sostenere i partiti identitari e sovranisti, legandoli da un tale voto che li obbligherebbe ad andare in sintonia perché gli uni avrebbero il gruppo alla camera e gli altri al senato), l'unico possibile visto che il candidato nell'uninominale dovrà necessariamente essere collegato al partito che si vota (e viceversa) avendo la legge soppresso la libertà del voto disgiunto.    












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