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14 ottobre 2025

La vittoria cattocomunista in Toscana oscurata dalla Pace di Trump

Dopo due brucianti sconfitte nelle Marche e in Calabria, dove pure avevano governato a lungo e, soprattutto nelle Marche, dove contavano di chiudere la "parentesi" di Acquaroli che, invece, si è dimostrato più in palla del loro candidato, i cattocomunisti giocavano in casa, in Toscana, una delle due regioni (l'altra è, purtroppo, l'Emilia Romagna) che dal 1970, quando furono eletti per la prima volta i consigli delle regioni a statuto ordinario, hanno sempre votato comunista.

Hanno vinto ancora e se i "professionisti dell'informazione" tendono a dichiarare che sia stato un trionfo esagerando a volte, con la scusa del lapsus, il dato (ho sentito un 15% di distacco, quando è stato il 13 e Giani viene dato al 54% quando ha avuto il 53,91 mentre a Tomasi attribuiscono "poco più del 40%" quando ha ottenuto il 40,90: piccolezze, ma che dicono quanto siano inaffidabili i "professionisti dell'informazione" che cercano, facendo finta di nulla, di accreditare la loro parte politica) è praticamente sovrapponibile a quello del 2020, pur con la diminuzione del 15% dei votanti.

I cattocomunisti, peraltro, fanno quasi pena, perchè per una volta che possono strombazzare una vittoria nei programmi di chiacchiere inutili, sono stati oscurati dalla grande performance di Donald Trump con la sua pace imposta in Medio Oriente e con, sullo sfondo, la presenza significativa di Giorgia Meloni, novella Thatcher Tricolore, che, anche grazie all'età, si sta ritagliando (e lo sta accreditando anche all'Italia) uno spazio importante nello scacchiere mondiale.

Persino Radio Anch'io, questa mattina, pur condotta dal partigiano (nel senso di uomo di parte, absit iniuria verbis !) Giorgio Zanchini, ha relegato la vittoria in Toscana negli ultimi minuti di trasmissione.

Del resto non credo che molti dubitassero di tale risultato, come non è possibile dubitare dei risultati in Emilia Romagna dove c'è una cappa soffocante di ogni espressione che non sia riconducibile a chi gestisce il potere e distribuisce ogni sorta di benefit.

Soprattutto da quando la chiesa ha abdicato al suo ruolo alternativo, come era ai tempi di Lercaro, ma anche successivamente fino a Caffarra, per inginocchiarsi, assieme ai "cattolici adulti" capitanati da Prodi e Casini, davanti alla falce ed al martello solo coperti, ma mai rinnegati, dalla scritta "pd".

Le percentuali sono in linea con quelle di cinque anni fa, se si sommano i voti di allora del pd con quelli dei cinque stelle che allora correvano da soli, ecco che arriva quel 54% di domenica e lunedì, così come il 41% di Tomasi è praticamente la stessa percentuale della Ceccardi nel 2025.

Ci sono stati travasi interni, soprattutto nel Centro Destra, dove si consolida sempre di più Fratelli d'Italia, mentre in parallelo cala o si stabilizza verso il basso la Lega.

Questo è un dato che i cattocomunisti cercano e cercheranno di sfruttare per seminare zizzania, anche se dovrebbero guardare in casa loro dove l'estrema sinistra sta assorbendo sempre più i consensi dei cinque stelle e Conte diventerà presto il Covelli (antico segretario del PDIUM - partito democratico di unità monarchica - che ad ogni elezione perdeva voti e seggi - dando l'opportunità per un esilarante siparietto messo in scena da Alighiero Noschese -  fino a confluire nella Destra Nazionale creata da Giorgio Almirante) del terzo millennio.

Ma è perfettamente naturale che davanti alla scelta tra due partiti che si rivolgono, con i loro richiami ideali e programmatici, agli stessi elettori, questi scelgano non solo in base ai precedenti e quindi all'affidabilità che i due partiti riescono a proiettare per sostenere coerentemente le idee e i progetti enunciati (e la Lega sconta ancora i due terribili errori, di Salvini nell'entrare nel governo Draghi con i cattocomunisti e votare per la rielezione di Mattarella) ma anche, come si trova nei migliori manuali di politica, quello dei due (o più) partiti che può garantire maggiormente una rappresentanza numerosa, quindi più forza d'urto, alle idee comuni.

Non deve inoltre essere ignorato l'appeal della Meloni, un appeal discreto, tranquillo, ma molto, molto solido e che diventa sempre più solido con il passare del tempo e con la capacità della Meloni di stare dalla parte giusta della Storia, nell'interesse di tutta la Nazione.

E questo gli elettori lo capiscono, lo apprezzano e lo premiano.

La Lega, Salvini e Vannacci sono comprensibilmente delusi da risultati che non premiano a sufficienza il loro impegno, ma il bacino elettorale della Destra in Italia è intorno al 40% e finchè la Meloni non commetterà clamorosi errori (e mi auguro che sappia evitare quelli più dannosi, posto che chiunque commette errori, piccoli o grandi, rilevabili o meno) la Lega dovrà adattarsi ad un ruolo necessariamente di supporto, di rincalzo e magari di coscienza critica.

La presenza della Lega, infatti, con le sue posizioni che, non avendo la responsabilità prima della Coalizione e del Governo, possono essere manifestate in modo più radicale, rappresenta un continuo pungolo, un memento, per Fratelli d'Italia, perchè i necessari compromessi di cui è costellata la via della politica, non facciano deviare dagli obiettivi comuni, dalle aspirazioni e dagli Ideali di un intero Popolo.

La Meloni e Salvini sapranno sicuramente trovare il modo per far fruttare al meglio le comuni idee e restituire al mittente la zizzania che, ormai, è l'unica carta disponibile per le speranze dei cattocomunisti.


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