Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

12 marzo 2010

La triste Italia dei nipotini di Stalin

La sinistra parolaia e piazzaiola ci riprova, sperando che gli italiani si siano dimenticati dei disastri combinati durante i loro governi.
Il 13 marzo, dunque, saranno in piazza, in un calderone male assortito e immangiabile di ingredienti comunisti (ex, neo, post, vetero), verdi, socialisti, giustizialisti, democristiani, frammenti di movimenti e istanze minoritarie e prive di pregio sociale, civile, politico.
Ancora una volta noi di Centro Destra potremo toccare con mano le ragioni del successo di Berlusconi, perchè potremo assistere alla manifestazione di persone con cui nulla abbiamo a che spartire.
In piazza vedremo quella parte d'Italia proiettata verso il disfacimento, la distruzione delle fondamenta morali su cui è cresciuta la nostra Civiltà, per sostituirle con una burocratica gestione che vorrebbe regolamentare tutto, fondata sul sospetto, sullo stato di polizia, repressivo e punitivo di tutto ciò che non corrisponde al "canone" del "politicamente corretto", sulle tasse.
E' quella parte d'Italia che, nella migliore tradizione stalinista, vorrebbe comandare senza affrontare il cimento elettorale in una competizione dove siano presenti le liste avverse.
E' quella parte d'Italia che, pur di dar contro a Berlusconi, accoglie tutte le istanze del no perenne (nucleare, tav) per farci segnare il passo nei confronti dei nostri competitors e per farci stare al gelo d'inverno e al troppo caldo d'estate.
E' quella parte d'Italia che pur di rappattumare quattro voti, si schiera per la depenalizzazione della droga, per gli interventi genetici, per dare dignità di legge ai capricci degli omosessuali, per dare ai medici la possibilità di interrompere le cure ad un paziente.
E' quella parte d'Italia che oggi è scesa in piazza con la cgil per tassare i nostri risparmi e per conservare nel mondo del lavoro le regole di un mercato per un mondo che non esiste più, appartenendo al secolo ed al millennio scorso.
E' quella parte d'Italia che vorrebbe imporre il pensiero unico attraverso provvedimenti di legge punitivi per chi ragiona con la sua testa, espone liberamente le sue idee e tenta di diffonderle.
E' quella parte d'Italia che vorrebbe aprire le nostre frontiere ad un impossibile multiculturalismo, per una irrealizzabile società multietnica, tradendo e calpestando la nostra Identità.
E' quella parte d'Italia che ha nel "popolo viola" (di rabbia ?) l'ala movimentista che denuncia persino il Premier per "vilipendio dell'ordine giudiziario" ... a chi ?
Naturalmente allo stesso ordine giudiziario che dovrebbe giudicare del presunto vilipendio a se stesso (non è un conflitto di interessi ben più grave di quello da 16 anni imputato a Berlusconi ?).
In parole povere l'Italia che scenderà in piazza il 13 marzo è l'Italia che ci vorrebbe
più poveri,
più sudditi,
più massa,
più gregge belante
.
C'è però un'altra Italia che scenderà in campo il 20 marzo ed è
l'Italia della speranza,
l'Italia che vuole costruire il futuro sulle nostre Radici e Tradizioni,
l'Italia che non si arrende,
l'Italia che sogna in grande,
l’Italia degli Individui,
l'Italia della Libertà.
E' grazie all'Italia del 20 marzo che potremo avere ancora un futuro.
Anche per quelli che vorrebbero negarcelo manifestando il 13 marzo.


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11 marzo 2010

La cgil sciopera ma non è credibile

Per venerdì 12 marzo la cgil ha indetto uno sciopero generale e racconta a chi le crede che è per ridurre le tasse e per sostenere l’occupazione.
Ora, a parte il fatto che mi devono ancora dimostrare che si possa aiutare l’economia nazionale bloccandola con uno sciopero generale (e infatti negli anni di Cofferati, con 7 scioperi generali si è perso oltre un punto di Pil, ma i sindacalisti – come ha dimostrato Cofferati nella sua disastrosa esperienza da sindaco di Bologna – possono portare i pensionati in gita a Roma, ma quando si tratta di “fare” attività concrete e positive latitano assai) è credibile la cgil che propone la riduzione delle tasse ?
No, non è credibile e infatti non si trattiene e negli stessi comunicati con i quali si chiamano allo sciopero i lavoratori, propone di coprire i minori introiti dello stato derivanti da una riduzione delle aliquote fiscali, con l’aumento al 20% delle tasse su quelle che chiama le “rendite finanziarie”.
Ma cosa sono le rendite finanziarie della cgil ?
Sono i nostri risparmi.
Sono i risparmi dell’85% delle famiglie italiane che cercano di difendere i loro beni comprando Bot, titoli di stato, obbligazioni.
Sono quegli stessi risparmi che hanno consentito, diversamente dai paesi anglosassoni e anche della Spagna, di sostenere il periodo di crisi che abbiamo attraversato e superato meglio e con minori disagi di altri.
La cgil che sciopera chiede sì la riduzione delle aliquote fiscali, ma pretende di aumentare le trattenute fiscali sui risparmi perché, evidentemente, non ha superato la mentalità comunista che ritiene uno “sporco capitalista” chiunque abbia denaro da parte.
La cgil, poi, dovrebbe spiegarci dov’era quando Prodi e Visco, con la finanziaria 2007, ci aumentarono le aliquote che Berlusconi era riuscito faticosamente a ridurre nel 2005 …
E il secondo aspetto (sostenere l’occupazione) della protesta della cgil è credibile ?
Se guardiamo a quello che è accaduto nel maggior Gruppo bancario italiano (Intesa Sanpaolo) si dovrebbe di nuovo rispondere negativamente.
Tutti gli altri sindacati (inclusi cisl e uil e non solo gli autonomi di categoria) hanno sottoscritto un accordo per l’assunzione di circa mille lavoratori con un contratto a sostegno dell’occupazione, in quattro aree particolarmente colpite dalla crisi.
La cgil ha contestato l’accordo, cavillando sul fatto che il contratto di ingresso era fissato con una retribuzione del 20% inferiore a quella di categoria (ma sarebbe pur sempre pari a quella di un operaio semplice e superiore a quella di un cassaintegrato dell’industria).
Al quinto anno, però, il contratto di categoria sarà ripristinato al 100%.
E’ facendo mancare l’appoggio a questi accordi che si sostiene l’occupazione ?
Allora è legittimo che un sindacato proclami uno sciopero, ma si risparmi le favole che possono raccontare giusto all’interno delle cellule del vecchio pci/pds/ds/pd.


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10 marzo 2010

Meno male che Silvio c'è

Quando è aggredito, Berlusconi sfodera il meglio di se stesso, così oggi in conferenza stampa non le ha certo mandate a dire all’opposizione, ai magistrati e, per chi ha orecchie per sentire, anche a quegli ambienti finioti interni al Pdl che continuano a manovrare per eliminare l’unico statista che abbia l’Italia e l’unica personalità in grado di fare muro contro la deriva rappresentata dalle opposizioni (dall’Udc all’estrema sinistra extraparlamentare, passando per Di Pietro e il pci/pds/ds/pd).
Berlusconi ha detto chiaro e tondo che non crede alla favola del panino e, invece, accredita la versione dei dirigenti del Pdl circa l’impedimento fisico ad entrare per depositare la lista.
Da manuale Cancelli invece Bersani, che propone al Pdl di cessare i ricorsi promettendo di far cessare quelli in Lombardia dove la situazione è del tutto chiara.
In pratica Bersani propone uno scambio: tu lasciaci il Lazio e noi vi lasciamo la Lombardia.
Peccato che in Lombardia Formigoni abbia un tale vantaggio da non aver bisogno di favori, mentre in Lazio la Bonino, nonostante tutto, non può essere sicura di vincere.
Tanto più che anche io – che non ho in simpatia la Polverini e prima di questa vicenda delle liste sarei stato contento di una sua sconfitta – adesso, se fossi in Lazio, la voterei.
Così come voterò la Bernini in Emilia, per dare un sostegno a Berlusconi nella speranza che questa ennesima lezione gli serva per abbandonare la linea dettata dalle colombe e abbracci quella dei falchi.
Sì, perché il Pdl deve scegliere dove stare, a cominciare dai temi fondamentali della morale e dell’etica.
Un vero uomo di Destra non può lasciarsi infinocchiare da quanti, facendo leva sulla dissolutezza dei costumi, spingono la nostra Patria verso una esiziale deriva morale.
E poi restituire ai singoli sempre maggiore libertà in campo economico, politico, sociale, riportando l’intervento dello stato ai minimi termini, esattamente il contrario della società che vagheggia la sinistra, piena di tasse, di leggi, di burocrazia, di regolamenti.
Infine si chiede a Berlusconi di intervenire, non più a parole ma con i fatti, per restituire ai cittadini fiducia nella giustizia e nella sua amministrazione, rivedendo radicalmente il sistema di reclutamento dei magistrati inquirenti e giudicanti,
Berlusconi, come nel 2006 dal palco degli industriali di Vicenza, come nel 2007 in piazza a Milano, con l’odierna conferenza stampa potrebbe aver dato una svolta alla campagna elettorale.
Ma perché possa realmente incidere sul nostro futuro, questa svolta deve proseguire anche dopo il 28 e 29 marzo, quando davanti a lui si apriranno due anni e mezzo senza elezioni di rilievo, utili per cambiare profondamente l’Italia.


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09 marzo 2010

In Italia il problema vero è la magistratura

E così i magistrati del TAR del Lazio hanno ignorato il decreto governativo ed hanno respinto il ricorso del Pdl, mantenendo l’esclusione della lista: un assurdo (eufemismo), in democrazia, l’eliminazione per via burocratica del partito di maggioranza relativa.
Oggi ne Il Giornale sono stati pubblicati i documenti fotografici che comprovano come, con le stesse problematiche (abbreviazioni, timbri tondi invece che quadrati, mancanza di sottoscrizione) in Lombardia fossero state annullate le firme per Formigoni, ma non quelle per il candidato della sinistra.
Sempre oggi, sempre Il Giornale pubblica una fotografia che indica come rappresenti l’ufficio del magistrato che ha deciso l’esclusione iniziale di Formigoni, dove si nota chiaramente una immagine incorniciata del terrorista comunista Ernesto Guevara.
Magistrati si dimettono pur di candidarsi alle elezioni (politiche, regionali, europee) naturalmente in liste di sinistra.
L’Anm e il Csm non perdono occasione per accusare di “lesa maestà” (la loro …) il Premier Berlusconi.
E poi qualcuno pensa che esageriamo noi di Centro Destra se non ci sentiamo garantiti da questa magistratura ?
La funzione giudicante dovrebbe essere terza rispetto a tutte le passioni e le pulsioni che animano una società, perché solo così può garantire le regole del gioco e le parti in conflitto, applicando le leggi, ma anche usando quel buon senso che stempera anche i momenti di scontro più acceso.
Quello stesso buon senso che persino un comunista come Napolitano ha mostrato al suo terzo anno di Quirinale, firmando il decreto interpretativo del Governo.
Ma, purtroppo, come il coraggio per Don Abbondio, così è per il buon senso: se uno non ce l’ha non se lo può inventare.
Così in una Italia in cui siamo divisi in modo forse irreversibile, perché mancano Valori condivisi e mancano, quindi, le fondamenta comuni per una società unita negli aspetti portanti del vivere assieme, manca anche un giudice che sia riconosciuto terzo, affidabile e credibile da entrambe le parti.
E se qualcuno volesse contestare questa mia interpretazione, provi a riflettere come si sentirebbero, cosa penserebbero, come reagirebbero a sinistra se un’altra delle Istituzioni della Nazione, le Forze Armate, assumesse gli stessi atteggiamenti della magistratura.
Quale sarebbe il sentimento a sinistra se generali e ammiragli si mettessero in aspettativa per candidarsi con Berlusconi ?
Quale sarebbe il sentimento a sinistra se il Cocer e gli Stati Maggiori inondassero le redazioni dei giornali di comunicati contro Bersani e Di Pietro ?
Quale sarebbe il sentimento a sinistra se il Comandante della Piazza di Milano tenesse nel suo ufficio una fotografia gigante del Generale Pinochet ?

Ho motivo di credere che, visto che andranno persino in piazza per protestare contro la possibilità che il maggior partito italiano partecipi alle elezioni, la loro reazione sarebbe molto più emotiva e sanguigna di quella che noi abbiamo finora messo in campo.
Il problema è ristabilire in Italia un giudice che sia terzo e riconosciuto credibile e affidabile da entrambi i contendenti.
Finchè ciò non avverrà resteremo sull’orlo del baratro politico e istituzionale, dal quale ci separa soltanto il benessere di cui continuiamo a godere.
Ma in queste condizioni: fino a quando ?


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08 marzo 2010

Opposizioni in piazza per impedirci di votare

Credo che l’atteggiamento vergognoso delle opposizione meriti un secondo post consecutivo.
Dopo la vicenda delle liste, gran parte della stampa (la solita, schierata contro Berlusconi) ha accreditato e propagandato la sola tesi di chi imputa errori al Pdl e neppure cavilli avallati dai magistrati, bensì errori ai dirigenti del Pdl.
Così per la vicenda della mancata presentazione della lista Pdl a Roma si è sposata la tesi del panino e non si è preso in considerazione quanto asserito dai rappresentanti del Pdl circa gli ostacoli frapposti fisicamente dai rappresentanti di altre liste.
Le due tesi, fino a prova contraria, sono degne della medesima considerazione.
In Lombardia ancora peggio.
Si sono subite accreditate le tesi degli errori formali per giustificare l’estromissione di Formigoni che equivaleva alla estromissione del Pdl, della Lega e di tutte le liste minori collegate, vale a dire partiti che rappresentano il 60% dell’elettorato lombardo.
Eppure Formigoni ha denunciato con precisione delle irregolarità, quali il possesso delle liste Pdl da parte dei radicali per una decina di ore e Il Giornale ha evidenziato casi clamorosi di esclusione:
Manca l’ indicazione della frazione di un paese (se Superiore o Inferiore) ?
Firma irregolare, annullata.
Il nome viene completato con il soprannome di uso comune ?
Firma irregolare, annullata.
Il termine “Comense” viene abbreviato in “C.se” ?
Firma irregolare, annullata.

Se poi vediamo che viene ammessa in Piemonte una fantomatica “lista Cota” tendende, con ogni evidenza, a creare confusione ed a sottrarre voti al candidato alla presidenza del Centro Destra Roberto Cota, possono sorgere in tutti noi, quanto meno, dei dubbi anche sulla imparzialità di chi deve decidere sulle ammissioni e, quindi, sulle regolarità delle liste.
Dovremmo quindi essere contenti se il Governo, senza rinviare il voto e senza cambiare la legge, proprio prendendo spunto da simili cavilli (che poi cavilli non sono, ma semplicemente mancanza di buon senso se non di buona fede) ha emanato un decreto che consente alla maggioranza degli elettori (che si riconosce nel Centro Destra) di esprimere il proprio voto.
Invece, no.
Come talebani della più rigida interpretazione formale le opposizioni, che speravano di conquistare immeritatamente seggi che con il voto non riuscirebbero mai ad ottenere, hanno gettato la maschera e con la chiamata in piazza dei loro elettori (minoranza in Italia) vorrebbero esercitare pressioni per impedire agli elettori del Centro Destra (maggioranza in Italia) di votare.
Non solo.
Il pci/pds/ds/pd ha anche annunciato ostruzionismo su tutti i provvedimenti.
In pratica il pci/pds/ds/pd, visto che viene garantito il voto a tutti gli Italiani, cercherà di bloccare qualsiasi provvedimento che il Governo vorrà assumere in favore dell’Italia e degli Italiani.
Poco male, aumenteranno i decreti legge e richieste di fiducia sui provvedimenti e il pci/pds/ds/pd dovrà solo piangere se stesso, essendo causa dal suo male.
Quanto alla piazza di sabato prossimo, se sarà confermata, è bene dire che lo spirito di Libertà e di Democrazia appartiene a chi vuole garantire il voto a tutti e non a chi "cavilla" per impedire che il pronosticato vincente partito avverso sia cancellato dalle schede elettorali.


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07 marzo 2010

Vince la politica (e la democrazia)

Con l’emanazione del decreto interpretativo non potranno che essere riammesse le liste cui tortuose vicende avevano negato la legittimità, escludendole dalla possibilità di concorrere alle elezioni.
E’ la vittoria della politica sulle caste, è la affermazione del principio democratico sul principio del cavillo: era ora !
Ad essere troppo furbi, poi si resta con un nulla in mano.
A forzare il gioco delle “interpretazioni” le opposizioni sono anche riuscite a dimostrare che nel Centro Destra i dirigenti non sono degli imbecilli, anzi …
Così, ad essere troppo furbi, alzando il “prezzo” per un accordo politico che avrebbe potuto portare anche Bologna al voto (come appariva dai proclami verbali del pci/pds/ds/pd …) si è ottenuto che Bologna resta commissariata, la legge non cambia, non vengono rinviate le elezioni e, contemporaneamente, Formigoni tornerà ad essere il Governatore della Lombardia e persino la Polverini potrebbe essere eletta.
Eh sì, perché con quello che è accaduto, pur non avendo alcuna fiducia nella Polverini espressione di quella parte del pdl vicina a Fini che io non stimo, anche io voterei per la Polverini: perché l’altra si è dimostrata espressione di una parte politica di gran lunga peggiore (oltre ad essere l’alfiere di idee che mi ripugnano profondamente).
E così, se il sentimento che mi anima rappresenta anche quello che muove altri elettori di Centro Destra, il risultato sarà un ricompattamento anche su quei candidati che erano (e restano) di dubbia affidabilità politica.
Naturalmente là dove sarà possibile si potrà rafforzare quella parte del Centro Destra che rappresenta al meglio la “pancia profonda” dell’elettorato e mi riferisco essenzialmente alla Lega.
Così in Emilia Romagna se, anche per oggettiva mancanza di alternative , già avevo deciso di votare la lista della Lega, aggiungerò anche il voto al candidato presidente del Centro Destra, Anna Maria Bernini che dovrà essere interpretato come un voto a Berlusconi.
Non resta che commentare le reazioni scomposte delle opposizioni che probabilmente avevano già fatto la bocca alla elezione di numerosi consiglieri ed alla “conquista”, pur essendo netta minoranza, della Lombardia.
La loro rabbia, espressa nei modi più coloriti e sfociata nella chiamata alla piazza o, addirittura, alle “armi”, li rende sempre più simili a quei lupi che perdono il pelo, ma non il vizio.
Mentre il Centro Destra ha chiamato i propri elettori in piazza per ottenere il diritto di voto, le opposizioni chiamano i loro elettori in piazza per impedire che gli elettori del Centro Destra possano votare i loro candidati e le loro liste.
Chi si avvicina di più alla mentalità rappresentata dalle manifestazioni organizzate in Iran a sostegno di Ahmadinejad e degli ayatollah ?


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05 marzo 2010

Le liste negate come cartina di tornasole

Mentre aspettiamo che il Tar confermi le sue precedenti sentenze e riammetta la lista di Formigoni e, per altro verso, anche quella del Pdl in Lazio, è interessante annotare come la presente vicenda possa essere utilizzata come una cartina di tornasole che ci dice o, meglio, dice a Berlusconi, chi sono le persone affidabili e quali quelle di cui diffidare.
In sostanza a seconda di come ci si è posti davanti alla questione delle liste negate, possiamo individuare chi rema contro il Centro Destra.
Naturalmente non possiamo valutare Casini e, tanto meno, Bersani e i suoi, perché sono all’opposizione e la loro unica speranza di tornare nel “giro” che conta è vedere eliminato Berlusconi dal gioco.
Fini è dunque il primo indiziato e se, in un primo momento, ha rincarato la dose facendo sposare il rifiuto della lista Pdl in Lazio con una dichiarazione “esplosiva” sul fatto che il Pdl non gli piace, in seguito si è messo stranamente zitto.
Credo che, con la riammissione del listino Polverini, torneremo a sentirlo tuonare contro il suo partito …
I partiti “minori” del Centro Destra e quelle componenti derivanti dai partiti “minori” e che sono confluiti nel Pdl hanno dimostrato di saper tenere saldi i nervi, tranne una dichiarazione fuori dalle righe di Rotondi, rilasciata prima ancora che fossero approfonditi i temi della questione.
Inquietante invece il silenzio della componente finiota del Pdl più preoccupata di trovare il modo di salvare la “sua” Polverini che di fare gioco di squadra.
Bene la Lega che ha capito, nel momento in cui è stata ammessa una lista di disturbo contro Roberto Cota in Piemonte, il disegno strategico globale finalizzato a far perdere il Centro Destra con una battaglia fondata sui cavilli e gli sgambetti.
Male molti bloggers “liberali” che si ritrovano in Tocqueville e che sono apparsi stranamente simili ai talebani dei cavilli e, quindi, si dimostrano compagni di strada non affidabili per il Centro Destra.
Ma la vera, autentica rivelazione positiva è stato il Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni.
Un aplomb tutto britannico, ma, alla reiterata bocciatura da parte dei magistrati della corte di appello di Milano, una indomita presentazione del ricorso al Tar.
Formigoni ha denunciato gravi fatti emersi:
- la lista della sinistra sarebbe ugualmente sotto il limite di firme necessarie;
- le liste del Centro Destra sarebbero state lasciate nelle mani dei radicali senza controllo per una decina di ore;
- il ricorso dei radicali non poteva essere accolto per illegittimità della richiesta
.
Se, poi, come è scritto oggi ne Il Giornale sono state invalidate anche firme in un foglio in cui si riportava l’indicazione di un paese senza specificare se “Inferiore” o “Superiore”, allora abbiamo la misura (colma) della cavillosità talebana che ha portato all’esclusione della lista di un Formigoni che con le sue dichiarazioni di ieri dimostra di saper esercitare la leadership e, forse, di meritare non solo la rielezione a Governatore della Lombardia, ma anche una candidatura a “delfino” di Berlusconi.
Chiudo con quella che potrebbe essere l’ennesima dimostrazione di come l’eccesso di cavillosità uccida la giustizia e ridicolizzi la legge e chi la dovrebbe amministrare.
Nel sito di Forza Nuova c’è la denuncia del perché sarebbe stata esclusa, per ora, la lista di Roberto Fiore.
Nel “listino” in Lazio c’è obbligo di “parita” tra i sessi.
Fiore ha candidato nel listino quattro uomini e quattro donne.
C’è parità, direte voi.
No, c’è discriminazione nei confronti degli uomini perché il candidato presidente non “conterebbe” e quindi sarebbero tre uomini e quattro donne.
Naturalmente non sfugge che se Fiore avesse candidato quattro uomini più se stesso e quattro donne, gli stessi giudici avrebbero eliminato la sua lista dicendo che c’era una evidente disparita a danno delle donne …
Così si uccide anche la democrazia.


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04 marzo 2010

Buone notizie dall'Olanda e non solo

Mentre in Italia aspettiamo di sapere se potremo evitare, in un soprassalto di buon senso, di allinearci allo Zimbabwe di Mugabe e alla Turchia dei militari dove si eliminano con dei cavilli candidati e liste vincenti, premiando candidati e liste eternamente perdenti, in Olanda il partito cosiddetto “razzista e xenofobo” di Gert Wilders ottiene una buona affermazione alle comunali, viatico per le politiche di giugno.
L’affermazione di Wilders fa il paio con la vittoria dei “no” ai minareti in Svizzera, alla crescita del British National Party (che sta erodendo voti ai Conservatori che l’attuale leader sta spostando su posizioni troppo liberali) ed alla avanzata in Italia – sia pure con numeri differenti – della Lega e di Forza Nuova.
Ciliegina sulla torta la “preoccupazione” di Napolitano che rappresenta ai miei occhi la conferma di un trend estremamente positivo che non può che “preoccupare” gli alfieri della sinistra.
Se a questo aggiungiamo la crisi forse irreversibile di Zapatero in Spagna e il forte calo nei consensi negli Stati Uniti di quello “giovane, bello (?) e abbronzato”, gli auspici per il futuro appaiono di un seducente colore rosa per chi ritiene indispensabile un colpo di reni che eviti la fine della nostra Civiltà, con la perdizione nei meandri del vizio, del lassismo dei costumi, della rinuncia alla propria Identità e alle proprie Radici.



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02 marzo 2010

A pensare male si fa peccato, ma ...

Il caso politico in primo piano è il caos nelle liste del Pdl in Lazio e Lombardia.
Personalmente sono convinto che il fatto “grosso” e presumibilmente non sanabile (la mancata presentazione della lista provinciale a Roma) abbia la “manina” di qualcuno che non voleva favorire l’elezione della Polverini.
Nel Lazio il Centro Destra aveva (ed ha) una netta maggioranza a favore che ha gettato al vento con l’intempestiva candidatura imposta da Fini.
Non a caso l’ultimo sondaggio dava la Polverini con un vantaggio di appena lo 0,1% sulla Bonino, mentre Roberto Fiore era accreditato dell’1,8% a fronte di uno 0,7% di Forza Nuova.
Non che farei salti di gioia se vincesse la Bonino, espressione di idee che mi ripugnano totalmente, ma, come ho sempre scritto, preferisco un presidente che sia nemico dichiarato di uno della cui “amicizia” debba dubitare e da cui debba guardarmi le spalle.
E se la Bonino con le sue idee approdasse alla presidenza del Lazio, magari sarebbe anche una salutare lezione per la Chiesa Cattolica che troppo spesso, a cominciare dalla questione immigrazione, straparla con la bocca di alcuni suoi logorroici esponenti, contro il sentimento della maggioranza di coloro che amerebbero seguirne gli insegnamenti morali.
Differente è, invece, la situazione in Lombardia dove è presumibile, visti i precedenti, che Formigoni non corra alcun rischio, ma solo l’astiosa insistenza dei radicali ha creato un motivo di pubblicità negativa, oltre a spese evitabili per le esauste casse pubbliche.
Del resto i radicali non sono nuovi a far spendere soldi di tutti, basti pensare all’orgia di inutili referendum (falliti) che ci hanno imposto nel corso degli anni.
Ma la valutazione politica (il “pensare male”) mi porta a elencare:
- il presunto scandalo delle tangenti e l’indagine contro Bertolaso, puntualmente apparso alla vigilia delle elezioni;
- il processo contro Berlusconi con udienza fissata alla vigilia del voto (26 marzo);
- la presunzione di chi ha negato il legittimo impedimento per una riunione del consiglio dei ministri, ritenendo più importante un processo destinato alla solita conclusione del nulla di fatto;
- il rifiuto di sospendere il processo Mills contro Berlusconi per attendere il deposito della sentenza della Cassazione che ha dichiarato prescritto il reato;
- adesso l’offensiva contro le liste del Pdl;
- la costante (ed apparentemente incomprensibile) dissociazione di Fini
.
E’ tanto un peccato pensare che sia in corso l’ultimo assalto contro Berlusconi per cercare di sottrarre a lui (e alla volontà Popolare) il Governo della Nazione ?
Mi auguro, ancora una volta, che Berlusconi sappia resistere e, dopo tante parole, passi finalmente ai fatti contro i suoi (e nostri) nemici che stanno ostacolando il processo riformatore dell’Italia.


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01 marzo 2010

Un limite caratteriale del compagno Fini detto "Mohamed"

Qualcuno può credere ad un cambiamento così radicale di idee da parte di una persona ?
No, è impossibile la inversione a “u” effettuata da Fini negli ultimi sette anni e i casi sono due: o non credeva prima a quello che diceva o non lo crede oggi.
Su tutti gli argomenti qualificanti Fini ha sposato le tesi che una volta contrastava.
Si è arrivati al punto che ogniqualvolta Berlusconi si esprime in sintonia con il sentimento profondo degli elettori di Centro Destra, Fini interviene (mi pare di vederlo, con il ditino alzato “modello Scalfaro”, a impartire la sua lezioncina di sinistra: gli manca solo la "evve" del non rimpianto ex presidente della repubblica) creando una legittima diffidenza verso il Pdl (e poi si preoccupano perché la Lega sembra crescere senza freni).
Se Berlusconi dice una sacrosanta verità, interpretando l’opinione degli Italiani di Centro Destra, cioè dei suoi elettori, per cui l’immigrazione è una bomba innescata dalla sinistra che spera di ribaltare gli equilibri elettorali con la politica delle porte spalancate, ecco il compagno Mohamed Fini che afferma la sua (solitaria nel Centro Destra) opinione perfettamente in linea con quella della sinistra: no, gli immigrati vanno accolti.
Se, poi, Berlusconi afferma, prove alla mano, che siamo in uno stato di polizia tributaria e che la sinistra vorrebbe accrescere questa cappa oppressiva e repressiva, ecco il compagno Mohamed che si dissocia.
Esemplare in questo senso la vignetta odierna di Gianelli sul Corriere della Sera (cioè su un foglio certamente più amico di Fini che di Berlusconi) dove si vede la caricatura di Fini pensosamente seduto ad una scrivania che dice: quando Berlusconi non parla non so come contraddirlo.
Poiché di Fini si può dire tanto (in negativo), ma non che sia uno stupido, è evidente che sa benissimo di non interpretare il sentimento e la volontà di chi lo ha eletto, ma di essere una sponda, anzi un salvagente per una sinistra allo sbando.
E allora perché si isola da quello che dovrebbe essere il suo elettorato ?
Credo che la risposta vada trovata in un limite caratteriale: non ci sta ad essere secondo a Berlusconi e non ha la pazienza di aspettare che il tempo gli conceda il suo momento di gloria.
Così pensa che, minando la maggioranza di Berlusconi, potrà anticipare il momento in cui si aprirà la successione al Premier.
Ma la domanda che si dovrebbe porre è un’altra.
Quand’anche Berlusconi rovesciasse il tavolo e, stanco delle persecuzioni e delle aggressioni, si ritirasse in una delle sue splendide ville abbandonando la politica, chi gli garantisce di essere lui il prescelto alla successione ?
Ma, soprattutto, se anche riuscisse a manovrare all’interno del partito per ottenere la nomina (e già questo sarebbe un qualcosa di molto meno rispetto alla leadership carismatica e senza bisogno di congressi che esercita Berlusconi) chi gli garantisce che gli elettori tornerebbero a fidarsi di lui concedendogli il voto ?
Io non lo voterei, neanche se fosse l’unica alternativa ad un funzionario del pci/pds/ds/pd.
A ben vedere l’unico risultato che può conseguire il compagno Mohamed è di consegnare l’Italia alla sinistra.
Ne vale la pena solo per affermare la propria “parità” (che, in re ipsa, non c'è e non ci sarà mai) con Berlusconi ?


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