Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

09 aprile 2006

Five more years


Si vota.
Ci sarà tempo fino alle 15 di lunedì 10 per esprimere un voto che dia speranza all’Italia di andare avanti nell’ammodernamento dello stato e nel restituire la libertà ai cittadini.
Libertà dal dirigismo statale.
Libertà dall’oppressione fiscale.
Libertà dagli espropri clientelari.
Libertà dai balzelli odiosi sulla casa e sui morti.
Libertà dal retaggio di una ideologia infame ed assassina che ha portato solo miseria, terrore e morte
.
La sinistra è una piovra che, una volta che infila i suoi tentacoli in qualche struttura, si trasforma in una sanguisuga.
La sinistra l’abbiamo provata nel 1996-2001 e ci ha dato tasse, tasse e solo tasse: irap, eurotassa, rivalutazione degli estimi catastali, tassa sulla salute.
In cambio non abbiamo avuto nulla: non una riforma, non infrastrutture, non una politica estera di prestigio.
In cambio ci sono stati rifilati i co.co.co. e gli l.s.u. (lavoratori socialmente utili) e una pletora di organismi di “controllo”.
Le banche, però, hanno avuto le agevolazioni necessarie alle politiche di fusioni.
La fiat ha ottenuto l’agognata rottamazione che ha ritardato lo scoppio della crisi di idee e di progetto industriale della fabbrica torinese.
E mentre noi pagavamo, le banche registravano utili da urlo e riuscivano ad ottenere sgravi fiscali per le loro operazioni finanziarie che portavano alla distribuzione di lauti benefits ai manager aziendali.
E mentre noi pagavamo le grandi industrie, potevano ricominciare a fare una politica di grandi debiti.
E furono anni di “vacche grasse” mondiali.
Abbiamo anche avuto un Governo di Centro Destra.
Abbiamo avuto 36 riforme: scuola, università, lavoro, pensioni, riduzione delle tasse, abolizione delle tasse sulle successioni, aumento delle pensioni minime, riforma delle comunicazioni via con l’elenco ben noto, persino ai sinistri.
Abbiamo avuto, per la prima volta nella storia del dopo guerra, un Governo di legislatura che ha parlato con una voce sole nel panorama internazionale consentendo all’Italia di riconquistare prestigio e affidabilità con le missioni all’estero dei nostri militari e la stabilità dell’Alleanza con gli Stati Uniti.
Abbiamo avuto, per la prima volta nella storia del dopoguerra, un Governo che mai, mai, ha messo le mani nelle nostre tasche.
Adesso si vota e si sceglie.
Vogliamo far tornare al governo quelli che non aspettano altro che esercitare nuovamente il furto con destrezza aumentando le tasse, ripristinando quelle che Berlusconi ha cancellato e colpendo con odiosi balzelli la morte e la casa ?
Oppure vogliamo continuare sulla strada virtuosa della riduzione della presenza dello stato nella nostra vita e dell’ammodernamento della nostra società ?
Io voto per la mia libertà e per il merito: voto Berlusconi, voto Casa delle Libertà.


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08 aprile 2006

9 aprile 2006 come il 18 aprile 1948


Il 18 aprile 1948 il Fronte Popolare socialcomunista, guidato da Palmiro Togliatti e Pietro Nenni pensava di conquistare, con il voto, il governo del paese, per poi usare scarponi chiodati e prendere a calci nel sedere Alcide De Gasperi, leader della Democrazia Cristiana e della coalizione di liberali, socialdemocratici e repubblicani.
Il 18 aprile 1948 gli Italiani dimostrarono di aver buon occhio e diedero la maggioranza assoluta alla Democrazia Cristiana, rafforzata dai suoi alleati minori.
Gli Italiani il 18 aprile 1948 con il loro voto ci risparmiarono il “paradiso” comunista e l’alleanza con l’Unione Sovietica e ci assicurarono libertà, benessere, prosperità.
Il 9 aprile 2006 siamo chiamati a dimostrarci all’altezza dei nostri padri e nonni, respingendo il nuovo Fronte Popolare, non a caso chiamato Unione, composto da tutti coloro che sono gli eredi morali e politici del socialcomunismo del 1948 e da qualche "utile idiota" avulso da quelle radici che dice di rappresentare.
Silvio Berlusconi è il De Gasperi del 2006, a lui è affidata la guida del governo uscente, che ha realizzato gran parte del programma proposto agli elettori nel 2001 pur in una situazione internazionale difficile che ha visto Francia e Germania dibattersi in una crisi ben superiore alla nostra.
Silvio Berlusconi ha dichiarato di avere così tanta stima degli Italiani da non credere che possano comportarsi da coglioni e votare a sinistra contro il loro stesso interesse.
Anche noi speriamo che il prossimo governo non nasca dai coglioni.
Per far questo abbiamo bisogno di ricordarci cosa voglia dire “sinistra”, cosa voglia dire “Prodi”.
Vuol dire:
inaffidabilità, perché nel 1996 chiedevano ugualmente il voto sulla fiducia, giurando di non aumentare le tasse e subito dopo le elezioni ci regalarono l’irap, la rivalutazione degli estimi catastali (con conseguente aumento dell’ici, irpef, rogiti) e l’eurotassa, per poi proseguire con la tassa sulla salute, il tutto per pagare la rottamazione fiat e gli sgravi fiscali per le fusioni bancarie;
incapacità, perché non si ricorda una riforma che sia una nel quinquennio 1996-2001, governato dalla sinistra con la triade Prodi-D’Alema-Amato, passato solo ad okkupare il potere per elargire alle proprie clientele i soldi estorti a noi cittadini con le tasse;
limitazione delle libertà individuali, perché si è visto anche in questa campagna elettorale come intendano la libertà: solo per diffondere le loro idee, senza lasciare spazio alle altre;
pauperismo internazionale e terzomondismo d’accatto, perché hanno nelle loro file i gruppi violenti antisistema, quelli che odiano l’Occidente libero e stanno, sempre e comunque, dalla parte del vecchio e contro il progresso. Stanno con Saddam e contro gli Stati Uniti nella liberazione dell’Iraq, stanno con le invasioni islamiche contro le radici romane e cristiane della nostra Gente, stanno con chi ci odia invece di stare dalla parte del Popolo;
degrado morale e civile, aprendo le porte alle unioni (ancora una volta “nomen est omen”) tra persone dello stesso sesso, allo scardinamento della famiglia, nucleo centrale di ogni società civile, alla diffusione della droga.
Noi invece scegliamo:
la credibilità di un Leader che ha riformato la scuola, l’università, il lavoro, le pensioni, la giustizia, la costituzione, il diritto societario, le comunicazioni, il fisco, l’immigrazione, la sicurezza e tanto altro ancora;
la capacità di governare un grande paese come l’Italia dandole stabilità con un governo di legislatura e prestigio nei rapporti internazionali;
la libertà: dalle tasse, dal dirigismo dei burocrati, dall’invadenza dello stato, per premiare i capaci e i meritevoli, libertà di parola e di pensiero, senza gli angusti limiti di leggi “politicamente corrette” che limitino le possibilità di espressione nel nome di “par condicio” che esaltano solo la mediocrità;
la esportazione del benessere e della prosperità con la diffusione del modello di sviluppo Occidentale, il sistema che ha dimostrato nei fatti la sua superiorità dando di più al maggior numero di persone;
il rigore civile e morale per continuare a progredire verso una società in continuo miglioramento, fondata sulla famiglia, sui valori morali e naturali, sulla soluzione dei problemi affrontandoli e non fuggendo dalla realtà con strumenti artificiali.
Il nostro 18 aprile è oggi.
Sapremo essere degni eredi dei nostri Padri che il 18 aprile 1948 lasciarono i socialcomunisti all’opposizione ?
Oppure ci meriteremo di passare alla storia come la “generazione dei coglioni” ?


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07 aprile 2006

Casa dolce casa


Quali sono i beni essenziali, fondamentali di una persona ?
Casa e lavoro.
Il famoso “vitto e alloggio” delle vacanze, ma anche dei rimborsi aziendali.
Sul lavoro, un lavoro buono e vero, abbiamo già scritto.
Sulla casa la sinistra si dimostra, ancora una volta, biecamente punitiva nei confronti di chi ce l’ha: e si tratta ormai dell’87% degli Italiani.
L’87% di cittadini che, anche con sacrifici, con mutui onerosi, sono riusciti a coronare il sogno di avere un luogo in cui riposarsi, curare i propri affetti, gli hobbies e, anche, la propria salute fisica e psichica.
Anche a questi Italiani, certo non Paperoni, la sinistra vorrebbe chiedere l’obolo per le foraggiare consorterie e clientele, sotto forma di tasse sulla prima casa di abitazione.
E non dicano che non è vero, perché, come abbiamo già visto la rivalutazione sugli estimi catastali (che ha portato all’aumento dell’Ici e dell’Irpef sulla casa) è del 1997: Prodi presidente del consiglio.
In pratica la sinistra, anche su un bene primario, è il partito delle tasse, è il partito dell’esproprio.
In ciò mostrando il suo vero limite sociale: il livore verso la proprietà privata.
Al termine dell’ultimo dibattito televisivo con Prodi, il Presidente Silvio Berlusconi ha lanciato due sassi nello stagno.
Uno, la riduzione al 12,5 % della tassazione sui conti correnti, è passato inosservato, perché il secondo è più di un sasso, ma un macigno che rischia di far affondare la bagnarola di Prodi e della sinistra: l’abolizione dell’Ici sulla prima casa di abitazione.
Sono subito cominciati i fuochi di sbarramento di chi vede sempre più a rischio i comodi privilegi, pagati da tutti noi, perché basati sul trasferimento di risorse dalle casse dello stato ai vari rivoli delel sovvenzioni e delle clientele improduttive.
Ma la proposta ha un grandissimo pregio.
Materiale: perché è un risparmio che non compromette il bilancio dello stato (poco più di due miliardi di euro) e neppure dei comuni sani (il 23% del bilancio comunale ampiamente assorbibile da una maggiore economia e produttività dei servizi e degli uffici comunali anche nella famosa lotta all’evasione).
Ma soprattutto ha un grandissimo pregio sotto il profilo etico, perché è la più grande affermazione della sacralità della proprietà privata e una decisa accelerazione sulla strada della uscita dello stato dalla nostra vita.
Uno stato che sia sempre più esterno, sussidiario e garante terzo e indipendente dei rapporti economici e sociali.
Uno stato leggero, che costa meno e che dà di più, più efficienza, più tutela, più sicurezza, sopprimendo clientele e sovvenzioni a fondo perduto.
Riassumiamo ?
La sinistra di Prodi considera la casa un bene incidentalmente del cittadino e da penalizzare con le tasse (rivalutazione degli estimi) fino a diventare una sorta di sgradito e scomodo comproprietario, avendo della proprietà solo i benefici (il reddito) ma non gli oneri (le spese).
Il Centro Destra di Berlusconi invece considerano la proprietà un bene inalienabile, da tutelare e da garantire ai cittadini.
Soprattutto quando questo bene è fondamentale, come la casa, che il Centro Destra e Berlusconi non vogliono gravare di imposizioni odiose come l’Ici sulla prima casa di abitazione.


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06 aprile 2006

Va in onda il bavaglio


Anni fa, durante una campagna elettorale della prima repubblica, Pannella e Bonino, per protestare contro lo scarso (a loro dire) tempo concesso al partito radicale, occuparono i nostri schermi, nello spazio loro concesso, presentandosi imbavagliati e con cartelli appesi al collo che denunciavano il fatto che il potere non aveva loro permesso di esporre le loro idee.
Ieri sera Terra, settimanale di Canale 5, aveva pensato di invitare Berlusconi, Prodi, giornalisti di Centro Destra e di sinistra.
Berlusconi ha accettato, Prodi è fuggito.
Per il timore che Berlusconi si presentasse, come sarebbe stato lecito, da solo, i giornalisti di sinistra hanno dato forfait.
Per imitare il leader che si sono scelti, Fassino e Rutelli sono scappati anche dal confronto con Fini e Casini a Matrix.
Scappa chi ha paura.
Scappa chi non è in grado di contrapporre idee e proposte concrete alle idee e proposte concrete della controparte.
Scappa chi ha l'incubo di nuovi assi che Berlusconi potrebbe gettare sul tavolo.
Ma la loro fuga, grazie ad una legge liberticida, voluta da Scalfaro, impedisce al Centro Destra di comunicare con il mezzo più immediato le idee.
E questo è proprio lo scopo dei fuggiaschi: impedire che il Centro Destra comunichi ai cittadini, faccia conoscere all'elettorato che:
la sinistra vuole aumentare le tasse sul risparmio delle famiglie
la sinistra vuole ripristinare la tassa sulla morte
la sinistra vuole aumentare le tasse sulla casa con la rivalutazione degli estimi
la sinistra vuole aumentare le tasse sul lavoro autonomo
il tutto per dare ossigeno (sovvenzioni) alle sue clientele.
Lo scopo dei fuggiaschi è impedire che il Centro Destra possa comunicare che:
il Governo Berlusconi ha realizzato 36 riforme (lavoro,pensioni,scuola, università, giustizia, fisco, costituzionale....)
il Governo Berlusconi ha ridotto la disoccupazione al 7,7% (Francia 11%, Germania 13%)
il Governo Berlusconi ha aumentato l'occupazione al massimo storico
il Governo Berlusconi non ha mai messo le mani nelle tasche dei cittadini (abolizione della tassa sulle successioni, mai aumentati gli estimi rimasti alla rivalutazione prodiana del 1997, riduzione delle tasse per l'80% dei cittadini).
I fuggiaschi vogliono impedire che il Centro Destra possa comunicare le sue chiare proposte (non le fumose e contraddittorie 281 pagine del programma sinistro) su:
abolizione dell'ICI sulla prima casa di abitazione
riduzione delle tasse sui risparmi (al 12,50 anche i conti correnti)
detassazione degli utili reinvestiti in attività produttive
detassazione integrale degli straordinari
rimborso IVA in tempi commerciali e pagamento IVA solo dopo il reale incasso della fattura
graduale riduzione dell'Iva
prosecuzione del piano di riduzione delle tasse per tutti per arrivare ad una tassazione inferiore al 40%.
Di tutto questo si poteva e si doveva discutere ieri sera a Matrix e a Terra, ma la sinistra, non avendo argomenti concreti per controbattere, ma solo gli insulti che stuzzicano solo l'odio personale e ideologico, ha messo il bavaglio a Berlusconi, Fini e Casini.
Pannella e Bonino anni fa si imbavagliarono per loro scelta spontanea, adesso stanno dalla parte degli imbavagliatori.
La sinistra vuole un'Italia imbavagliata.


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05 aprile 2006

La sinistra tassa di Prodi sulla morte


Chi muore giace e chi vive si da pace.
Questo antico proverbio, perla di saggezza popolare, dovrebbe essere rivisto se vincesse la sinistra.
Prodi infatti vuole ripristinare la tassa sulla morte, l’imposta sulle successioni, abolita dal Governo Berlusconi.
Non sappiamo con esattezza da che cifra Prodi vorrebbe torturare gli eredi, aggiungendo danno al dolore.
A sentire Bertinotti (che ha fatto poi quella che in linguaggio militare si chiamerebbe “ritirata strategica”) la quota oltre la quale tassare è di 180.000 euro: praticamente la proprietà di un appartamento di periferia di una settantina di metri quadri.
Prodi, “d’istinto”, cioè esprimendo il suo reale pensiero, ha parlato di 250.000 euro: sempre lo stesso appartamentino da 70 metri quadri in zona semi centrale, oppure un paio di garage nel centro storico.
Poi, accortisi di aver gelato anche qualche loro elettore (la maggior parte, peraltro, manifesta un odio ideologico contro Berlusconi da poter essere iscritti d'ufficio alla lista dei Tafazzi: di coloro che pur di far dispetto alla moglie, si danno martellate nelle parti nobili), gli hanno fatto promettere che la tassa “colpirà le grandi fortune di milioni e milioni di euro”.
Quanti milioni non è dato di sapere: lo decideranno “dopo” ed è in quel “dopo” che si nasconde tutto l’imbroglio sulla tassa sulla morte che Prodi vuol ripristinare e, più in generale, su tutte le tasse.
Sì, perché se quei “milioni” fossero anche solo un paio a quanti persone fisiche si ridurrebbero queste tasse ?
Poche migliaia, un numero assolutamente insignificante da rendere l’introito una semplice goccia nel mare del fabbisogno statale, ininfluente a spostare le necessità di bilancio.
La tassa sulla morte si ridurrebbe ad essere quello che è: un balzello odioso, per di più ad personam, colpendo pochi individui all’anno.
Allora la sinistra imporrebbe, con la forza dei numeri ben ricordati ieri dal Presidente Berlusconi: 150 deputati massimalisti contro i soli 5 di Prodi, di cominciare a tassare da quei famosi 250.000 euro o, addirittura, 180.000 euro di Bertinotti.
Tasserebbe là dove, essendoci quantità, c’è anche il succo che servirebbe a pagare clientele e privilegi dei funzionari di partito, dei boiardi di stato e dei miliardari proprietari o manager di aziende grandi per nome, storia e, oggi, soprattutto debiti.
Quei debiti che, una rottamazione oggi, uno scivolo alla pensione domani, verrebbero coperti non con i soldi dei miliardari azionisti, ma con quelli di impiegati, operai, lavoratori tutti.
E la differenza tra la filosofia della sinistra e quella del Centro Destra sta tutta nei singoli esempi emersi in questa campagna elettorale.
Da una parte, la sinistra, la voglia irrefrenabile di spendere soldi espropriati ai singoli cittadini, sotto varie forme: aumento della tassazione sul risparmio delle famiglie, aumento delle aliquote sui lavoratori autonomi, rivalutazione degli estimi catastali (l’ultima rivalutazione fu proprio sotto Prodi nel 1997 !) con conseguente aumento delle tasse sulla casa dall’ICI all’IRPEF, ai rogiti, ripristino della tassa sulla morte.
Dal Centro Destra la filosofia è altrettanto chiara ed esattamente agli antipodi: ridurre o abolire le tasse.
Così Berlusconi può in tutta onestà e credibilità affermare di mantenere le tasse sui risparmi delle famiglie al 12,5% riducendo anzi a tale aliquota anche le tasse sui conti correnti e dire che eliminerà l’ICI sulle prime case di abitazione.
Gli si può credere perché ha ridotto le tasse con i tre moduli di revisione delle aliquote fiscali ed ha abolito la tassa sulla morte, togliendo agli eredi il danno di dover affrontare anche la burocrazia fiscale e catastale oltre al dolore per la perdita dei loro cari.
Solo così si fanno gli interessi dei cittadini e non di una casta di privilegiati che vivono con i soldi pubblici, alle e sulle spalle di tutti noi.


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04 aprile 2006

Con Berlusconi pensioni dignitose e sicure


Tasse, l’argomento principe di ogni campagna elettorale, il tema che maggiormente mobilita perché il denaro che si guadagna non sia sperperato nelle clientele di potere e per fare ciò è necessario che lo stato abbia poco da spendere e poco intervenga nella vita di ciascuno di noi.
E abbiamo visto come la sinistra sia storicamente e anche oggi il partito dei gabellieri perché non ama la libertà dell’individuo, prova ne sia che mentre Prodi e la sinistra di governo nel 1996-2001 hanno saputo solo prendere dai nostri soldi, Berlusconi non ha mai messo le sue mani nelle nostre tasche.
Ma anche lavoro.
Un argomento che è fondamentale per consentire ad ognuno di avere in base ai propri meriti e capacità.
E abbiamo visto come la riforma del mercato del lavoro operata dal Governo Berlusconi abbia cominciato a liberare la nostra società da vecchie incrostazioni clientelari e assistenzialiste, dando, in un periodo di crisi generale, più lavoro, riducendo la disoccupazione.
Ma c’è anche una terza parte sociale che è fondamentale, soprattutto in una società del benessere che si riverbera anche in una maggiore longevità: la pensione.
La pensione per chi c’è già, per chi ci andrà a breve, per chi vede ancora il traguardo lontano ma ha ogni diritto a vedersela garantita.
Anche in questo caso il raffronto tra il nulla – letterale – operato dalla sinistra nel 1996-2001 e le riforme del Governo Berlusconi mostrano come un governo di Centro Destra surclassi, anche nel sociale, le velleitarie demagogie della sinistra.
Loro assistenzialismo e sprechi, noi concretezza e sostanza.
Cosa ci aspettiamo noi che lavoriamo, produciamo e, troppo spesso, vediamo funzionarietti di partito e boiardi di stato imporci tasse per dirottare i nostri guadagni verso categorie improduttive e clientele varie ?
Ci aspettiamo che quando non saremo più attivi, ci possa essere una pensione certa e adeguata.
Per anni il sistema è vissuto sulle spalle delle generazioni future, con pensioni erogate con prodigalità, in misura ben superiore ai versamenti effettuati, cosicché ci siamo ritrovati con un meccanismo che divorava reddito, prima ancora di produrlo.
La sinistra nel suo quinquennio è stata immobile e anche adesso non ha nulla da dire, anzi, succube del massimalismo sindacale, si rischia di tornare indietro, al tempo delle pensioni scaricate sulle generazioni future.
Berlusconi ha, come primo provvedimento, aumentato le minime sociali a un milione di lire: praticamente il doppio, perché il primo impegno è verso i nostri vecchi, più deboli.
Un impegno di solidarietà di cui hanno beneficiato oltre un milione e seicentomila pensionati.
Un provvedimento deriso: ma perché a sinistra non fecero neppure questo, nonostante tutti i soldi che ci spillarono con le loro irap, eurotassa, tassa salute, aumento degli estimi ?
Poi la riforma delle pensioni, apprezzata persino in quel covo di burocrati che è Bruxelles e l’europa.
Una riforma che, tenendo conto del benessere occidentale che ha allungato la vita e permesso di essere più in salute, più a lungo, ha protratto i termini pensionistici, ma non da subito, bensì dal 2008.
Mentre da subito, con successo, ha proposto a chi avrebbe potuto andare in pensione di restare al lavoro, percependo in busta paga anche gli importi derivanti dalle trattenute previdenziali.
E a fronte di questo una robusta iniezione di TFR nei fondi pensione, che troverà la sua definitiva sistemazione nel 2008, con l’unico neo della non equiparazione (ancora) dei fondi aperti a quelli chiusi (dove i sindacati possono mettere becco).
Il beneficio per le casse dell’Inps è stato immediato.
Questo significa: garantire la pensione a chi in pensione lo è già, a chi ci andrà tra poco e a chi ci andrà in un futuro a lunga scadenza.
Tutto questo è stato fatto da un Governo di Centro Destra, con la sinistra che, quando non sta a guardare, si oppone per difendere le nicchie dei privilegiati rappresentati dalla triplice sindacale.
La vera solidarietà è a Destra e la triade tasse-lavoro-pensioni lo dimostra, soprattutto se rapportata alla rapacità, clientelismo e dirigismo della sinistra.


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03 aprile 2006

Polpette di mortadella

Il secondo e ultimo dibattito tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi si è appena concluso e domani leggeremo la proclamazione del "vincitore" sicuramente influenzata dalle personali simpatie o, meglio, dal "tifo" di ciascuno.
Per questo mi limito ad annotare che mentre Prodi ha promesso, Berlusconi ha potuto dire "abbiamo fatto".
Sulle tasse, sulla scuola, sulla università, per i giovani, gli anziani, le pensioni, le donne, le infrastrutture, il lavoro, la giustizia, il ruolo internazionale dell'Italia: abbiamo fatto.
Prodi non ha potuto dire altrettanto perchè i suoi (della sinistra) 5 anni di governo sono stati un galleggiamento continuo, con l'affondamento finale quando l'economia mondiale entrò in crisi.
Questo ho visto: le parole di Prodi, contro i fatti di Berlusconi.

Le sinistre furbizie di Prodi contro i risparmiatori


Che l’Unione sia la coalizione delle tasse è ormai chiaro a tutti, anche a coloro che si ostinano a volerla votare rischiando di trascinarci tutti in quell’elemento – noto per l’espressione di Cambronne - che, evidentemente è a loro congeniale.
Da due settimane Prodi e la sinistra danno i numeri: letteralmente.
Il balletto delle cifre è tale da rendere ancora più sospetto il programma della sinistra in materia fiscale.
Hanno cercato di “buttare la palla in tribuna” riproponendo la “lotta all’evasione fiscale”, ormai rito liturgico abusato e che, pertanto, non sortisce alcun effetto reale, ma rimane solo nelle pie intenzioni di chi lo propone (senza contare che l'unica vera lotta contro l'evasione e che ha fatto tirar fuori soldi buoni versati allo stato la si è avuta con i condoni di Tremonti).
Hanno provato con gli insulti, ma ad uscire male sono stati ancora una volta loro.
Abbiamo visto perché non possiamo credere a Prodi con i suoi precedenti, quanto grande sarebbe il danno per ognuno di noi dalla politica fiscale della sinistra e cosa significherebbe per le nostre tasche anche quello che loro chiamano “adeguamento” degli estimi.
Vediamo ora perché anche l’affermazione di “tassare solo i bot futuri” è menzognera.
Per fare questo dobbiamo fare un piccolo esempio (a cifre tonde per semplicità di esposizione) sui Bot.
Se andiamo in banca e diamo un ordine di acquisto per nominali 100.000 euro di bot, ci arriverà una contabile riportante i dati identificativi del titolo, il prezzo d’asta e una seria di altri dati.
Ma ci accorgiamo subito che l’importo che ci viene addebitato è inferiore ai 100.000 euro.
E se guardiamo il dettaglio, vedremo che la somma che ci viene addebitata sarà composta dal prezzo d’asta + bollo + ritenute interessi.
Eh sì, perché appena compriamo i Bot, paghiamo gli interessi … futuri, infatti alla scadenza ci sarà accreditato l’importo di 100.000 euro.
Quindi compriamo 100.000 euro di nominali bot, prezzo d’asta 98.000, tassa sui 2000 di differenza per 250 euro, bolli 10 euro, ecco che ci viene addebitato l’importo di 98.260 euro.
Alla scadenza ci verrà accreditato l’importo di 100.000 euro.
Chiunque abbia acquistato bot può verificarlo.
Quindi è ovvio che i bot già emessi non saranno tassati.
Ma cosa accadrà se vendessi i bot prima della loro scadenza ?
Magari per guadagnarci sul prezzo perché sul mercato valgono, ad esempio, 101 ?
Vendo, guadagno 101.000 euro e verrà applicata una nuova ritenuta sul capital gain di 1.000 euro.
Ed essendo un guadagno “futuro” quello sarebbe tassato con la nuova aliquota che Prodi ha individuato nel 20%.
Così se adesso, verificando l’opportunità di guadagnarci vendendo i bot prima della scadenza, pagherei solo il 12,50% (cioè nell’esempio 125 euro), con la sinistra di Prodi pagherei 20% (cioè 200 euro): pagherei il 55% in più di tasse e scusate se vi sembra poco !
E Prodi non ha detto nulla sulle cedole dei titoli di stato, cedole che vengono pagate a scadenze determinate, ma comunque future: rientrano tra i redditi “futuri” o no ?
Non lo dice.
A noi lo dicono i precedenti, cui inevitabilmente si rimetterebbe – tanto per “lavarsene le mani” alla Ponzio Pilato – la sinistra e i precedenti di Giovanni Goria dicono che le cedole future vengono tassate con l’aliquota vigente nel momento in cui saranno poste in pagamento.
Quindi, anche per le cedole, significherebbe un danno del 55% a carico del cittadino, dei risparmi delle famiglie Italiane.
Sì, perché bisogna prendere conoscenza e coscienza di quelli che sono gli strumenti attraverso i quali chi vuole rapinare i cittadini in modo legale, anche se è molto dubbia la legittimità, può agire.
Aumenti surrettizi su tutto il bene casa, attraverso la rivalutazione degli estimi, operazione già attuata da Prodi nel 1997, tassazione sui risparmi facendo leva sui “precedenti” di Goria come abbiamo visto, imposizioni dai nomi e per le causali più disparate (irap, eurotassa, tassa sulla salute).
Tutti precedenti che rientrano nella tradizione della sinistra per la quale, come continua a confermare Bertinotti, lo strumento della tassazione (in imposizione, non in liberazione dalle tasse) è lo strumento principe per punire – perché questo in realtà è – il risparmio di chi guadagna e, guadagnando, rischia di liberarsi dalla sudditanza che, invece, da povero uno ha nei confronti dello stato e del governo.
E a fronte di tutti questi inquietanti precedenti di sinistra, c’è l’esempio del Governo Berlusconi che in 5 anni non ha inventato nuove tasse, non ha aumentato le aliquote (anzi, le ha diminuite), non ha rivalutato gli estimi.
Berlusconi, diversamente dalla sinistra, non ha mai messo le mani nelle tasche dei cittadini e sui risparmi delle famiglie.

02 aprile 2006

Oggi, un anno fa


Alle 21,37 del 2 aprile 2005 moriva, dopo oltre 26 anni di pontificato, Giovanni Paolo II, il papa che, assieme a Ronald Reagan e Margareth Thatcher, è stato artefice dell’abbattimento del comunismo.
L’affetto che ha saputo suscitare è pari alla rinnovata linfa che ha saputo innestare nella chiesa cattolica.
A voltei ci si domanda come fa una istituzione come la chiesa a sopravvivere per due millenni: uomini come Giovanni Paolo II Magno sono la risposta.
Ricordo con laico rispetto un Grande Pontefice, ringraziandolo per aver ispirato anche la sua successione con un Pontefice, Benedetto XVI, che appare altrettanto grande.


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Pena di morte per gli assassini di Tommaso

Kidnapping: fino a 24 ore fa l’Italia intera sperava si trattasse di un rapimento che sarebbe andato a buon fine, con la liberazione del piccolo ostaggio.
Ieri sera, invece, la notizia della confessione dei rapitori e assassini.
Lo avevano rapito sperando in un sequestro lampo, con riscatto immediato e lo hanno assassinato subito, perché piangeva, a colpi di pala.
Non si può descrivere l’efferatezza di una simile azione nei confronti di un bambino di 17 mesi.
Il rapimento è, di per se, uno dei delitti più feroci e profondamente turbativo della convivenza civile.
A maggior ragione se chi subisce il rapimento è un bambino e di appena 17 mesi che viene trucidato a colpi di pala perché, come tanti, tutti, i bambini di 17 mesi piange se strappato agli affetti dei genitori..
Non ci sono giustificazioni per i rapitori, né per chi esegue, né per chi ordina e organizza tale delitto.
Non ci possono essere attenuanti, non ci possono essere motivazioni valide o comprensibili: non ci può essere comprensione per chi organizza ed esegue un rapimento, tanto più se si conclude con l’omicidio a colpi di pala..
Per un rapitore devono essere soppressi tutti gli istituti del diritto penitenziario che concedano permessi o sconti di pene.
La punizione deve essere tale da dissuadere, con la sua stessa severità, chiunque altro dal tentare simili delitti.
Se il rapimento si conclude con la morte del rapito, la pena buona e giusta è la pena capitale.
Interroghiamoci, riflettiamo sui nostri sentimenti, che non potranno che dirci: gli assassini di Tommaso non meritano altro che la pena di morte.


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