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24 marzo 2006

Gabellieri d'Italia: da Goria a Prodi


Certe cose non succedono nemmeno in Uganda”: così parlò nel settembre 1986 il ministro del tesoro (poi presidente del consiglio) Giovanni Goria in relazioni alle voci sull’introduzione di una tassazione sui Bot e i titoli di stato.
Il giorno dopo il ministro Goria decretò una tassazione del 12,5% sui Bot.
Sembra che a ricorrenze cicliche decennali gli uomini della sinistra democristiana (Giovanni Goria era della sinistra di Base di Marcora, De Mita, Granelli e Galloni, mentre Prodi è stato il portaborse del moroteo Andreatta) rispolverino le menzogne sulle tasse per ingannare i cittadini.
Così il 22 maggio 1996 Romano Prodi al Senato dichiara: “mi impegno a mantenere invariata la pressione fiscale”.
Seguirono Irap ed eurotassa.
Adesso sono passati altri dieci anni, siamo nel 2006 e Romano Prodi (sempre lui !) "assicura" (sic !) che non aumenterà le tasse sui titoli di stato già in circolazione, ma solo su quelli di futura emissione, con tutta una serie di gorgoglii che vorrebbero significare che sarà un vantaggio per gli Italiani.
E gli Italiani, come Fantozzi davanti al suo capo ufficio, dovrebbero, nell’idea di Prodi, prenderla in quel posto e ringraziare pure “com’è buono lei!”, direbbe il celeberrimo ragionier Ugo.
Naturalmente una volta venuta alla luce l’infame progetto sinistro di aumentare le tasse sui risparmi di ben il 55% (come abbiamo già visto ) sono cominciate le operazioni di legittima autotutela da parte dei risparmiatori, smobilizzando ed esportando capitali (e che sia chiaro: in caso di vittoria della sinistra è un dovere morale cercare di impedire che i propri risparmi e i propri redditi siano rapinati dalle vessazioni fiscali ed è un dovere civile cercare di ridurre la disponibilità di denaro che tale governo utilizzerebbe solo sperperando per le proprie clientele)
Esattamente come per evitare una possibile reintroduzione sinistra (in tutti i sensi) della tassa sulle successioni, i notai sono indaffaratissimi a perfezionare atti di donazione.
Prodi dovrebbe trovare soldi per accontentare i capricci della sua variegata armata nel caso in cui Montezemolo e Caruso, Della Valle e Bertinotti, Mastella e Luxuria, Rutelli e Diliberto, D’Alema e Mieli, Fassino e D’Ambrosio, riuscissero a portalo a palazzo Chigi.
E non potrebbe farlo solo aumentando la tassazione sui titoli di nuova emissione.
Perché sarebbe insufficiente in quanto, se non è l’ennesima bugia, Prodi stesso ridurrebbe la tassazione sui conti correnti e depositi bancari, rendendoli più competitivi (basti solo pensare al successo del “Conto Arancio” con un rendimento lordo del 2,60% è molto vicino a quello dei titoli di stato, figuratevi con un 7% in meno di tassazione sugli interessi !).
Allora Prodi dovrebbe:
1) aumentare il rendimento nominale dei titoli di stato, con un aggravio del debito pubblico;
2) tassare anche i rendimenti dei vecchi titoli di stato, esattamente come fece Goria che, con un escamotage, sostenne che le cedole successive al decreto di tassazione, rientravano tra i “futuri” tassabili.
Ma aumentare il debito pubblico, per aumentare il rendimento nominale dei titoli di stato e aumentare la tassazione sui risparmi, significa altre due cose:
1) spostare sulle generazioni future il costo dei debiti contratti oggi. Ed è esattamente la politica di tutti i governi della prima repubblica, che hanno solo guardato all’oggi, scaricando sul domani ( a chi verrà) il peso degli errori, ed è quel che ha fatto la sinistra di governo nel 1996-2001, lasciando in eredità un buco di 40000 miliardi, equivalenti al 2,5% del PIL;
2) per rispettare i famigerati parametri di Maastricht ma, soprattutto, per evitare il default modello argentino, Prodi dovrebbe reperire i fondi in altro modo, cioè con nuove tasse e/o con un aumento delle aliquote attuali.
Comunque la si giri, la volontà della sinistra di tartassare i risparmi delle famiglie puzza:
puzza di vecchio
puzza di incapacità
puzza di miopia
puzza di dirigismo statalista
.
Come si può, allora, scegliere Prodi con simili precedenti, quando si può scegliere Silvio Berlusconi che ha mantenuto la promessa di ridurre le tasse ?


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