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02 aprile 2006

Pena di morte per gli assassini di Tommaso

Kidnapping: fino a 24 ore fa l’Italia intera sperava si trattasse di un rapimento che sarebbe andato a buon fine, con la liberazione del piccolo ostaggio.
Ieri sera, invece, la notizia della confessione dei rapitori e assassini.
Lo avevano rapito sperando in un sequestro lampo, con riscatto immediato e lo hanno assassinato subito, perché piangeva, a colpi di pala.
Non si può descrivere l’efferatezza di una simile azione nei confronti di un bambino di 17 mesi.
Il rapimento è, di per se, uno dei delitti più feroci e profondamente turbativo della convivenza civile.
A maggior ragione se chi subisce il rapimento è un bambino e di appena 17 mesi che viene trucidato a colpi di pala perché, come tanti, tutti, i bambini di 17 mesi piange se strappato agli affetti dei genitori..
Non ci sono giustificazioni per i rapitori, né per chi esegue, né per chi ordina e organizza tale delitto.
Non ci possono essere attenuanti, non ci possono essere motivazioni valide o comprensibili: non ci può essere comprensione per chi organizza ed esegue un rapimento, tanto più se si conclude con l’omicidio a colpi di pala..
Per un rapitore devono essere soppressi tutti gli istituti del diritto penitenziario che concedano permessi o sconti di pene.
La punizione deve essere tale da dissuadere, con la sua stessa severità, chiunque altro dal tentare simili delitti.
Se il rapimento si conclude con la morte del rapito, la pena buona e giusta è la pena capitale.
Interroghiamoci, riflettiamo sui nostri sentimenti, che non potranno che dirci: gli assassini di Tommaso non meritano altro che la pena di morte.


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17 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho sempre detto che la pena di morte dovrebbe essere per: stupratori, pedofili e assassini. No, non ci sono attenuanti per cose del genere.
La mia solidarietà ai genitori di quel piccolino.

Anonimo ha detto...

La pena di morte è troppo poco: cominciamo a non metterli in celle di isolamento e confidiamo in un lavoro ben fatto da parte degli altri detenuti.

Anonimo ha detto...

Sono favorevole alla pena di morte, ma l'idea di Eudora mi sembra più appropriata per questo crimine.
Anto

Anonimo ha detto...

La pena di morte non va applicata mai.
Nemmeno quando tutti gli istinti ci spingono in quella direzione.
Questo distingue la civiltà dall'inciviltà.

Massimo ha detto...

L'inciviltà di lasciare che fra una manciata di anni quei criminali tornino liberi ...

Anonimo ha detto...

Ti capisco troppo bene, ma non riesco a pensare alla soppressione di quella merdaccia umana.
Quale morte peggiore è quella di essere schifato dal modo intero mentre deambula nella sua celletta?
Una bella morte civile che se fossimo davvero bravi dovremmo rammentargli ogni giorno gridandogli "sei feccia".

Anonimo ha detto...

e.c.: volevo scrivere mondo, non modo.
Ruby

Anonimo ha detto...

Ecco il mio pensiero, che ho pubblicato sul mio blog:
Una volta appresa ieri sera la notizia della morte del piccolo Tommaso ho provato immediatamente una tristezza ineffabile ed uno sdegno immediato nei confronti di una società in cui c’è qualcuno capace di uccidere un bambino con una efferatezza mostruosa, ma questa purtroppo non è una novità. Ed una volta conosciuto di notte in maniera dettagliato il resoconto dell’epilogo tragico di questa vicenda, ho subito pensato a questa frase di Gesù presente nel Vangelo: “Ma chiunque scandalizzi uno di questi piccoli che credono in me, meglio sarebbe per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse precipitato in fondo al mare”. Non sono per la pena di morte, non solo in quanto cristiano perché Dio ci comanda di non uccidere, ma anche perché lo Stato non può togliere ciò che non dà, tuttavia sono convinto (sebbene sia in peccato per questa affermazione) che un Dio giusto non può essere misericordioso per uno che uccide un bambino e che la legge italiana non deve fare la solita figuraccia di essere placida con il reo (anche se confesso), ma deve applicare senza le soliti lungaggini processuali l’ergastolo più duro che ci possa essere e rinchiudere l’omicida in una stanza isolata per tutto il resto della vita in una cella con una piccola finestra in una posizione così alta da permettergli di vedere soltanto un pò di luce e nient’altro per fargli comprendere ogni giorno la differenza che sta tra lui (individuazione concreta del Male) e la bellezza del mondo. Dal momento che il colpevole sarà senza dubbio punito da Dio Padre e Signore, perché togliergli la vita subito? Occorre che la paghi duramente anche in questa vita terrena. So che molti di voi, leggendo queste parole, possono mettere in discussione il mio essere cristiano, giacché alla base del messaggio evangelico vi è il perdono assoluto, ma occorre che sia fatta giustizia ed a quella eterna ci penserà Dio, ma a quella terrena ci deve pensare l’uomo ed in maniera rigida ed esemplare. E forse per tutto questo io non sono di certo un buon cristiano, perché non riesco a provare pietà, non riesco a concepire un perdono e non riesco ad amare chi uccide.

Anonimo ha detto...

Il rapimento di un bambino è uno dei crimini più gravi e il modo in cui si è conclusa questa vicenda è talmente abberrante da avere scosso profondamente l'opinone pubblica. Quando ho letto della morte di Tommy nella mia mente è balenata l'immagine di Luigi Chiatti durante il processo, probabilmente perchè recentemente sui giornali era apparsa la notizia di una sua possibile scarcerazione. Chiatti gode da tanti anni della semilibertà per via della legge Gozzini che prevede premi, messe in prova, semilibertà e mille altri artificiosi espedienti che legislatori balordi hanno riversato nel nostro ordinamento. Ho preso ad es. Chiatti (un serial Killer pedofilo a cui erano stati inflitti diversi ergastoli tramutati poi in 30 anni di carcere di cui pochissimi scontati appieno) ma fra pochissimo tempo la stessa situazione potrebbe presentarsi per Erika e Omar, così come in passato per tanti casi simili. Ormai non passa giorno senza notizia di terroristi assolti o che escono ed entrano dalle galere come fosse un pensionato, stragisti ospiti in istitudi di recupero come fossero villaggi turistici, assassini conclamati stipendiati ed alloggiati in regime di protezione ecc.. Non ho pensato alla pena di morte ma di fronte a una così comclamata mancanza della certezza della pena capisco chi li vorrebbe linciati sulla pubblica piazza.
Spiace dover discutere di questi argomenti di fronte alla morte di un così piccolo innocente ma mi pare che la misura sia davvero colma.

Che la terra ti sia lieve, Tommy.
Lorenza.

Anonimo ha detto...

Scusate, mi sono sbagliata. Chiatti non gode ancora del regime di semilibertà ma il fatto stesso che se ne parli è scandaloso allo stesso modo della commutazione della sua pena (trattasi di serial kuller pedofilo), due ergastoli, a 30 anni di reclusione che probabilmente non sconterà appieno.
Lorenza.

Massimo ha detto...

Grazie per i vostri commenti. Qualche doverosa risposta e precisazione.
Io sono favorevole alla pena di morte perchè prendo atto di una realtà in cui i criminali non sconteranno mai la loro pena per intero, perchè ci sono magistrati, psicologi, movimenti che stanno "dalla parte di Caino". E ci sarà sempre qualcuno che, per ingenuità o per calcolo finalizzato alla propria visibilità, ocmincerà a parlare di amnistie e grazia e scarcerazione perchè "guarito" o "redento".
La pena di morte, invece, in casi di delitti efferati e con la certezza del colpevole è in uno punizione, difesa della società civile e deterrente.
Per questo ho aperto un blog (http://penadimorte.blogspot.com/) dove è mia intenzione raccogliere, passo dopo passa, i fatti e i ricordi su eventi passati che dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, come tale punizione sia giusta e legittima.
Rispetto, ovviamente, le posizioni di chi è contrario, ma se notate, a cicli, ogni volta che accade un fatto come quello di Parma, si torna a parlare di punizione per il colpevole e, ogni volta, passano gli anni e il colpevole ce lo ritroviamo fuori pronto a delinquere di nuovo (veggasi Izzo).
Walter. Pur non essendo un cattolico praticante, non ritengo che la pena di morte sia contraria alla dottrina della chiesa e alla religione, anzi, credo che la religione stessa sia uno strumento di equilibrio che presuppone l'eliminazione di chi vuole distruggere la società civile.
E lo Stato ha il dovere di difendere i cittadini onesti e il dovere di farlo con tutti gli strumenti punitivi che gli sono concessi dal diritto naturale, ivi inclusa la pena capitale.
Con l'ovvio corollario di un processo giusto e con tutte le opportunità di difesa che si può avere solo in una democrazia di stampo occidentale.

Anonimo ha detto...

In casi come questi, per rispetto ai genitori e per amore della civiltà, auspico la pena di morte. Una società civile in questi casi estremi dovrebbe ammetterla. In caso contrario giustificherei il genitore che voglia farsi giustizia da solo.

Anonimo ha detto...

Si alla Pena di Morte!!!

Van der Blogger ha detto...

E' dura essere cristiani. Per una legge del contrappasso di Dantesca memoria molti di noi sono tentati di proporre la morte per chi uccide, e magari lo stupro a chi lo commette, ecc. Purtroppo però dobbiamo dire che lo stato non può punire un reato privando della vita un assassino. Almeno questa è l'opinione del Van der Blogger laico. Dell'opinione del Van der Blogger credente non c'è nemmeno da discutere. Essere Cristiani è appunto difficile perchè per me è inconcepibile pensare che se un giorno questa feccia della società si pente, Dio lo perdona e lo porta con se in paradiso. E' impossibile umanamente ma per chi crede è così.
Tornando laico penso che comunque un ergastolo con lavori forzati, ma che sia vero e senza sconti, sia le pena più dura. Chi viene giustiziato soffre solo prima di morire poi basta. Chi è all'ergastolo, magari facendo lavori forzati, soffre finchè vive.

Anonimo ha detto...

Van, io fino a l'altro ieri ero molto cauta sulla pena di morte e tutt'ora lo sono. Teoricamente si dovrebbe legiferare più chiaramente in modo che l'interpretazione di tanti giudici che militano in formazioni parapolitiche venga vanificata ma la legge Gozzini ha fatto tali e tanti danni che temo che Mons abbia molte ragioni nel ritenerli praticamente irreversibili. Per quel che riguarda i cattolici, vorrei ricordare un articolo di Mons. Maggiolini che sosteneva la pena di morte nel caso di S. Hussein.

Anonimo ha detto...

la pena di morte riporta l'uomo al suo stato animale.non risolve niente da una soddisfazione immediata ma superficiale.io dico no.

Massimo ha detto...

Animali sono gli assassini, non chi li mette definitivamente nelle condizioni di non nuocere più alla società ed ai cittadini onesti.