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04 aprile 2006

Con Berlusconi pensioni dignitose e sicure


Tasse, l’argomento principe di ogni campagna elettorale, il tema che maggiormente mobilita perché il denaro che si guadagna non sia sperperato nelle clientele di potere e per fare ciò è necessario che lo stato abbia poco da spendere e poco intervenga nella vita di ciascuno di noi.
E abbiamo visto come la sinistra sia storicamente e anche oggi il partito dei gabellieri perché non ama la libertà dell’individuo, prova ne sia che mentre Prodi e la sinistra di governo nel 1996-2001 hanno saputo solo prendere dai nostri soldi, Berlusconi non ha mai messo le sue mani nelle nostre tasche.
Ma anche lavoro.
Un argomento che è fondamentale per consentire ad ognuno di avere in base ai propri meriti e capacità.
E abbiamo visto come la riforma del mercato del lavoro operata dal Governo Berlusconi abbia cominciato a liberare la nostra società da vecchie incrostazioni clientelari e assistenzialiste, dando, in un periodo di crisi generale, più lavoro, riducendo la disoccupazione.
Ma c’è anche una terza parte sociale che è fondamentale, soprattutto in una società del benessere che si riverbera anche in una maggiore longevità: la pensione.
La pensione per chi c’è già, per chi ci andrà a breve, per chi vede ancora il traguardo lontano ma ha ogni diritto a vedersela garantita.
Anche in questo caso il raffronto tra il nulla – letterale – operato dalla sinistra nel 1996-2001 e le riforme del Governo Berlusconi mostrano come un governo di Centro Destra surclassi, anche nel sociale, le velleitarie demagogie della sinistra.
Loro assistenzialismo e sprechi, noi concretezza e sostanza.
Cosa ci aspettiamo noi che lavoriamo, produciamo e, troppo spesso, vediamo funzionarietti di partito e boiardi di stato imporci tasse per dirottare i nostri guadagni verso categorie improduttive e clientele varie ?
Ci aspettiamo che quando non saremo più attivi, ci possa essere una pensione certa e adeguata.
Per anni il sistema è vissuto sulle spalle delle generazioni future, con pensioni erogate con prodigalità, in misura ben superiore ai versamenti effettuati, cosicché ci siamo ritrovati con un meccanismo che divorava reddito, prima ancora di produrlo.
La sinistra nel suo quinquennio è stata immobile e anche adesso non ha nulla da dire, anzi, succube del massimalismo sindacale, si rischia di tornare indietro, al tempo delle pensioni scaricate sulle generazioni future.
Berlusconi ha, come primo provvedimento, aumentato le minime sociali a un milione di lire: praticamente il doppio, perché il primo impegno è verso i nostri vecchi, più deboli.
Un impegno di solidarietà di cui hanno beneficiato oltre un milione e seicentomila pensionati.
Un provvedimento deriso: ma perché a sinistra non fecero neppure questo, nonostante tutti i soldi che ci spillarono con le loro irap, eurotassa, tassa salute, aumento degli estimi ?
Poi la riforma delle pensioni, apprezzata persino in quel covo di burocrati che è Bruxelles e l’europa.
Una riforma che, tenendo conto del benessere occidentale che ha allungato la vita e permesso di essere più in salute, più a lungo, ha protratto i termini pensionistici, ma non da subito, bensì dal 2008.
Mentre da subito, con successo, ha proposto a chi avrebbe potuto andare in pensione di restare al lavoro, percependo in busta paga anche gli importi derivanti dalle trattenute previdenziali.
E a fronte di questo una robusta iniezione di TFR nei fondi pensione, che troverà la sua definitiva sistemazione nel 2008, con l’unico neo della non equiparazione (ancora) dei fondi aperti a quelli chiusi (dove i sindacati possono mettere becco).
Il beneficio per le casse dell’Inps è stato immediato.
Questo significa: garantire la pensione a chi in pensione lo è già, a chi ci andrà tra poco e a chi ci andrà in un futuro a lunga scadenza.
Tutto questo è stato fatto da un Governo di Centro Destra, con la sinistra che, quando non sta a guardare, si oppone per difendere le nicchie dei privilegiati rappresentati dalla triplice sindacale.
La vera solidarietà è a Destra e la triade tasse-lavoro-pensioni lo dimostra, soprattutto se rapportata alla rapacità, clientelismo e dirigismo della sinistra.


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4 commenti:

Federico ha detto...

Mons come tu avevi più volte rimarcato sulle tasse si sta giocando l'esito di questa campagna. Non è una semplificazione. Il sistema fiscale proposto dai contendenti rispecchia due concezioni diverse dello Stato. Quella da prima repubblica assistenzialista di Romano, quella liberale di Silvio. Il bello è che la sinistra già nel 1993 condannava Prodi come boiardo da epurare. Se t'interessa ti suggerisco di dare un'occhiata a questo post;): http://silvioconvincimi.blogspot.com/2006/04/quando-lespresso-epurava-prodi.html

CIAO!

Massimo ha detto...

Grazie, Federico, per la segnalazione.
Io sono francamente stupito del fatto che ci siano elettori propensi a farsi un autogol fiscale in odio a Berlusconi.
Il classico esempio di martellarsi sui coglioni per fare dispetto alla moglie ... ;-)

Anonimo ha detto...

ghgh, carina la citazione finale Mons O_o

Berlusconi è odiato e ovviamente saranno dei coglioni a votargli contro... scusa ma... quando ci vuole ci vuole.

Massimo ha detto...

La nostra interpretazione sulla corrispondenza anatomica di chi vota a sinistra per farsi spennare da Prodi, Fassino & Co., ha avuto il più autorevole degli avalli ... ;-)