Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

16 giugno 2006

Bossi c'è. E gli altri ?

Finalmente ho letto le dichiarazioni di un Leader della Casa delle Libertà, che non sia Silvio Berlusconi, che ha parlato senza i paludamenti dei parrucconi del “politicamente corretto.
Se il SI’ non vincerà, vorrà dire che non si può cambiare l’Italia con metodi democratici e cercheremo altre vie.
Questo in sostanza, il pensiero del Leader della Lega (partito che mi onoro di aver votato per il Senato).
La riforma costituzionale del Centro Destra è quanto di più avanzato ed innovativo l’Italia abbia visto in questi 60 anni e, ciononostante, sarebbe appena sufficiente a farci imboccare la retta via, figuriamoci se dovessimo tornare al pasticciaccio brutto del 2001 made in Amato.
Quello stesso Amato che, dopo essersi intrufolato nottetempo nei nostri conti correnti per sottrarci il 6 per mille dei nostri risparmi, adesso riprova a fare danni con la concessione senza controlli della cittadinanza italiana, cambiando il diritto di acquisizione automatica della cittadinanza stessa, dal tradizionale ius sanguinis al, per noi, per la nostra cultura, estraneo ius soli.
Già la proposta si commenta da sé e chiunque può immaginare quanto il livello della nostra Italia si abbasserebbe sotto ogni profilo, con l’immissione violenta di migliaia di individui che, per il solo fatto di essere nati in Italia, acquisirebbero la nostra cittadinanza e trascinerebbero con se anche un vasto parentado, di cui non sentiamo alcun bisogno, all’interno dei nostri confini.
Un provvedimento che, se passasse, creerebbe i presupposti per esiziali tensioni sociali ed etniche, senza dimenticare che i protagonisti del terrorismo in Gran Bretagna e delle violenze nelle banlieu in Francia sono e sono stati cittadini (acquisiti) di seconda e financo terza generazione.
In queste condizioni le parole di Bossi divengono ancor più profetiche: se non passerà il SI’ al referendum del 25 e 26 giugno, la parte migliore, la parte produttiva, che lavora e crea ricchezza dell’Italia dovrà, indipendentemente dalla sua collocazione geografica nella penisola, trovare altre strade per mettersi al riparo dal dissesto cui la sinistra ci sta portando.
Una sinistra che sembra preda del delirio dell’onnipotenza e dimentica di rappresentare una minoranza del paese e che la sua stessa maggioranza parlamentare è yale per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere .
Ebbene, ho ascoltato e letto commenti da parte di comunisti, sì, di C-O-M-U-N-I-S-T-I !!!, cioè la quintessenza di ciò che è il contrario di un modello democratico e occidentale di fare politica, che si permettono di impartire lezioni di bon ton costituzionale a Umberto Bossi !
Con tutto quello che hanno sulle spalle per l’ideologia che tuttora professano e con tutto quello che hanno combinato nei 5 anni della trascorsa legislatura.
Ecco se c’è un metro per misurare quanto Umberto Bossi abbia ragione, sono proprio le esternazioni, le idee, le proposte dei vari ministri del prodino e le "lezioni" irricevibili vista la storia ideologica di chi vorrebbe impartirle.
Aspetto fiducioso (?) che si sveglino anche Casini e Fini (possibilmente qualche giorno prima del 25 e 26 giugno).


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15 giugno 2006

Il diavoletto e la banda del buco

C’era una volta il buco nero.
Appassionante vuoto cosmico, temuto dai frequentari librari e cinematografici degli spazi interstellari.
Poco più di sei anni fa abbiamo imparato che la sinistra era esperta di altri buchi: quelli di bilancio.
Buchi rossi, invero.
Oggi scopriamo che la sinistra, oltre a riproporsi in ciò che è maestra: aprire voragini, più che buchi, nei conti pubblici e nelle tasche degli italiani, si diletta di altri buchi: quelli dei tossicomani.
Infatti un ministroabsit iniuria verbis !comunista, di cui non merita fare il nome, posto a capo di un ministero inutile e approntato ad hoc per poter dare un posto a tutti i partiti di una maggioranza nata per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere, ha proposto di aprire “stanze del buco” presso le usl, per consentire ai poveri drogati, di continuare nel loro vizio, ma con tutte le garanzie di assistenza nel caso in cui avessero inaspettati effetti collaterali.
Si preoccupano forse che i drogati possano, per procacciarsi il denaro per perseverare nel loro vizio, rapinare, scippare, uccidere i cittadini onesti ?
No: si preoccupano di assicurarli di poter perseverare nel loro squallido vizio, a spese di tutti noi.
Ed ecco che si scende un altro gradino verso l’abiezione morale di una società che simili idee portano al disfacimento ed alla corruzione.
Sul finire della scorsa legislatura fu approvata una legge che inaspriva le sanzioni contro spacciatori e drogati (legge che, personalmente, trovo ancor troppo di manica larga).
Adesso, i 102 governativi di sinistra, si ingegnano in proposte estremiste pur di modificare l’impalcatura di uno stato moderno, civile e ordinato che il Centro Destra aveva cominciato a costruire.
La fuga dall’Iraq e le unioni degli omosessuali, prelievi forzosi dalle tasche dei cittadini e incentivazione del vizio della droga.
La società che ci propone la sinistra è tutt’altro che una società civile, serena, felice, seria.
E’ una società in piena crisi morale dove chi governa, che dovrebbe dare un indirizzo, una prospettiva, un progetto, invece rincorre le peggiori fughe dalla realtà.
Ho molti dubbi sul fatto che buona parte degli itaglioni che pur hanno votato la sinistra, condividano simili, scellerate idee.
Credo, piuttosto, che sia una folle corsa verso chi la spara più grossa (magari in vena) in preda ai fumi di quella famosa “ubris” di cui gli Autori della Roma classica ci hanno spesso narrato.
Una “ubris” che, però, rischiamo di pagare tutti noi, anzi soprattutto noi cittadini onesti.
Però … però … a questo punto il diavoletto si insinua nei miei pensieri.
Perché mai un comunista propone la stanza del buco ?
Presumibilmente per accontentare una fetta significativa del suo elettorato che si diletta con i buchi … del resto, se vota la banda del buco …
E allora il mio diavoletto, che cerco di ignorare con tutte le mie forze, mi sussurra all’orecchio: “ma che te frega ? Lascia che si buchino, anzi, ponti d’oro al nemico che fugge dalla realtà in overdose …”.
Se non fosse che le stanze del buco presso le usl costerebbero anche a me in termini di sperpero di denaro prelevato con le tasse … ma no, noi siamo generosi e ci impegneremo a salvare anche quelle vite sbandate impedendo che l'Italia divenga un paese che aiuta i propri cittadini a suicidarsi a spese di tutti.

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14 giugno 2006

SI' all'efficienza. SI' alla governabilità

Uno dei principali problemi della prima repubblica, era la mancanza di stabilità governativa che si univa alla inesistenza di norme che consentissero al Presidente del Consiglio di esercitare le sue funzioni di comando sui ministri.
La seconda repubblica non ha migliorato più di tanto.
La legislatura del 1994 aveva visto la vittoria di Berlusconi, ma si chiuse (dopo soli due anni) con un governo ribal(d)(t)onista di sinistra.
Nel 1996 vince Prodi, ma non convince, prima di tutto, i suoi che, infatti, lo trombano senza complimenti nel 1998.
A seguire anche il trombatore viene trombato e la legislatura si chiude con tre presidenti del consiglio che si sono succeduti e cinque governi.
Abbiamo fondati motivi di credere che anche la presente legislatura che vede maggioritaria la sinistra per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere, non avrà vita lunga, né che il presente governo possa battere altro record che quello della bulimia da poltrone.
Solo la passata legislatura ci ha consentito una stabilità (con il più lungo governo dal dopoguerra, con due soli governi per tutti e cinque gli anni e un solo Premier) che infatti ha portato a ben 36 riforme necessarie e utili all’Italia.
Ma Silvio Berlusconi, uomo del fare e non del chiacchierare, si è spesso lamentato circa la mancanza dei poteri necessari ad imprimere maggior vigore ed efficacia all’azione di governo, spesso condizionata dalle necessità di trovare un accordo tra le varie tesi.
La vecchia costituzione del 1948 è responsabile di tutto ciò.
Ed è responsabile proprio perché datata irrimediabilmente in un periodo nel quale ancora vivo era il ricordo del Duce che per 21 anni aveva governato il paese e i vari maggiorenti politici, nel timore che fosse qualcun altro a prendere il sopravvento, hanno architettato una struttura che, comunque, impedisse la governabilità e l’unitarietà di indirizzo.
Questo ha fatto sì che i politici, più che statisti fossero semplici funzionari di partito, cresciuti nell’arte delle (inconcludenti) sottigliezze dialettiche (famosissime le “convergenze parallele”!!! e il “governo della non sfiducia” !?!), ma non in quella della buona amministrazione che richiede tempestività, decisione e potere di applicare quelle decisioni.
La Riforma Costituzionale del 2005 che il 25 e 26 giugno verrà sottoposta a referendum confermativo per dire “SI’” alle modifiche, aggiornando le norme relative al governo, libera la nostra carta costituzionale dalle ragnatele del tempo e istituisce i poteri per un Premier forte.
Gli articoli dal 92 al 100 sono totalmente innovativi e, rinfrescando e dando un profumo di nuovo e di pulito, alla nostra costituzione, affidano al Primo Ministro (sì, chiamato proprio così) il compito di indirizzo, di nomina e revoca dei ministri, può chiedere (e ottenere) lo scioglimento della camera dei deputati, ha, insomma, autentici poteri di comando nella gestione del governo che gli è stata esplicitamente affidata dal Popolo che vota per la Coalizione in cui viene già indicato il nome del Premier.
E’ una autentica governabilità che spazza via i bizantinismi di cui, ancora oggi, subiamo le conseguenze in termini di inefficienza, appesantimento burocratico, “vertici” e “verifiche”.
La garanzia della stabilità di governo, al riparo da inganni, compromessi e mercimoni sottobanco, è contenuta nell’art. 94, dove si prevede che la fiducia ottenuta con voti non appartenenti alla maggioranza uscita dalle urne obbligano il Primo Ministro alle dimissioni, mentre la sfiducia porta allo scioglimento della camera e a nuove elezioni.
Il cambio di Primo Ministro è ammesso solo ed esclusivamente con la stessa identica maggioranza uscita dalle urne.
Un SI’ alla Riforma Costituzionale
è un SI’ ad un Premier forte,
un SI’ per un’Italia forte e competitiva nel mondo.

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13 giugno 2006

Una candelina per Tocque-ville

Interrompo per un giorno il resoconto delle malefatte di una sinistra giunta al potere per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere, nonchè delle mie proposte per liberarci di cotanti incapaci (ed è un eufemismo), per celebrare il primo anno di vita di Tocque-ville .
Non ero incline a farlo.
Non abbiamo neppure celebrato, il 24 maggio, il primo compleanno de Il Castello che si avvia a diventare un blog aggregatore per Castellani e bloggers di Centro Destra.
Ma poiché l’aria di festa fa bene ed essendo uno dei primi – la mia “iscrizione” risale al 27 marzo 2005 - ad aver aderito al progetto, prima ancora che fosse l'aggregatore che è diventato, partecipo al brindisi.
Rendendo omaggio a chi rende, quotidianamente possibile l’uscita di Tocque-ville: gli aggregatori, sulle cui scelte peraltro altri hanno scritto … altrove.
L’idea di Tocque-ville è innovativa e ha riempito un vuoto che chi frequenta la Rete da tempo, sentiva: un punto di riferimento per quell’area politica che, personalmente, ritengo debba essere delimitata al Centro Destra inteso come quella Coalizione che il 9 e 10 aprile scorso si è schierata con Berlusconi leader, nessuno escluso e tutti legittimati e con piena e pari dignità.
La “fondazione” di Tocque-ville è rievocata nei ricordi e nei post che si possono trovare da Robinik , Abr nelle interviste di Otimaster e sicuramente, per quando avrò pubblicato questo post che scrivo mentre l’Inghilterra sta vincendo la sua partita contro il Paraguay, anche il “sindaco” A.Man. su The Right Nation .
Ed era proprio “The Right Nation” la scelta che avevo espresso in occasione del referendum sul nome dell’aggregatore.
Perché c’erano quelle due parole: “Right” e “Nation” che mi sembrava allora e mi sembra oggi ancor di più, debbano caratterizzare l’iniziativa.
Invece, pur senza ottenere la maggioranza assoluta, vinse l’attuale denominazione, più anonima, perché un pensatore come Tocqueville può essere “tirato” un po’ di qua e un po’ di là, al punto che tutti si ritengono legittimati ad esserne gli interpreti autentici e patentati.
Ma tutto questo appartiene ad un dibattito da svolgersi, in altro luogo, magari dopo i festeggiamenti, nel corso della prossima estate, quando anche la politica va in vacanza e partiti e movimenti e associazioni si organizzano per la ripresa autunnale.
Oggi, quindi, limitiamoci ad alzare i calici e brindare a Tocque-ville che spegne la sua prima candelina, augurandole di spegnerne tante altre ancora, crescendo di sana ... costituzione e ancor più sani principi e … costumi.

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12 giugno 2006

Presentate le cambiali al prodino

A due mesi dal voto che ha portato al potere la sinistra per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere, il “governo” non solo latita, ma sembra più preoccupato di pagare le cambiali firmate alle varie lobbies che hanno sostenuto e favorito la sinistra, che di articolare un progetto per l’Italia del futuro.
La prima cambiale è stata presentata dall’estrema sinistra con una accelerazione alla Schumacher per la grazia agli assassini del Commissario Luigi Calabresi.
Così uno è già libero, l’altro lo sarà entro l’anno.
E pensare che entrambi, per la più classica delle scuse: motivi di salute !, erano già fuori dal carcere.
La seconda è stata pagata il 2 giugno, con il silenziatore imposto alla parata militare e gli atteggiamenti insofferenti di gran parte della nomenklatura sinistra presente sul palco delle Autorità cui ha fatto da contrappunto l’allegria del Presidente Silvio Berlusconi.
La terza è stata pagata venerdì ai magistrati, con il provvedimento di sospensione dei decreti sulla riforma della giustizia e proprio quelli che maggiormente incidevano sull’attività dei magistrati e le loro carriere: vince la lobby togata (di rosso).
Ma le cambiali firmate sono tante e il prodino è già in affanno.
La fuga dall’Iraq in primo luogo, per i pacifinti che hanno fornito le truppe di okkupazione delle vie e delle pubbliche piazze.
Una ondivaga incertezza che mette a rischio la sicurezza dei nostri militari – come si è già visto – e compromette la credibilità dell’Italia nel mondo, una credibilità che abbiamo riconquistato nei cinque anni di Governo Berlusconi, riuscendo a far dimenticare il ricordo di Badoglio che, oggi, torna prepotentemente alla ribalta.
In tale quadro che dissesta l’immagine dell’Italia, si aggiunge il rifiuto a contribuire maggiormente nella bonifica dell’Afghanistan.
Vi sono poi le cambiali interne che riverberano direttamente nei capitoli di spesa.
Enti locali che battono cassa e pretendono maggiori trasferimenti di risorse da Roma a quegli autentici centri di spesa e di sprechi.
L’okkupazione di tutto ciò che deriva da nomina o partecipazione maggioritaria statale.
Il governo stesso è preso da bulimia acuta e ha persino battuto il record di Andreotti con 102 tra ministri, vice e sottosegretari.
Ma le promesse in campagna elettorale sono state tante, troppe, una configgente con l’altra.
Così i sindacati scalpitano (peraltro in disaccordo tra loro) per mettere le mani sulla riforma del mercato del lavoro (la famosa legge 30, detta anche “Biagi”) e per vedere riconosciuto il loro ruolo nella gestione dei fondi pensioni, verso i quali nel 2008 dovrebbe essere indirizzato il tfr dei lavoratori: una massa di denaro che attirerà più mosche di una carogna.
Dall’altra parte gli industriali sembrano i più becchi e bastonati dalla sinistra.
Pensavano che mettendo a sua disposizione le armate della stampa e dei media in generale, avessero la possibilità di condizionare il governo.
Ma la "fame" è tanta e i soldi a disposizione pochi, per cui qualcuno dovrà accontentarsi di qualcosa in meno di niente.
Ma chi ci rimetterà di più sarà il Popolo Italiano, quella parte che ha creduto all’eden prossimo venturo (e se lo merita !) ma, purtroppo, anche noi che abbiamo sin dall'inizio capito l'imbroglio che si celava dietro la sinistra.
La casa (acquistata e da acquistare) costerà di più se verranno aumentati gli estimi (la stessa manovra fatta nel 1997 e che il Governo Berlusconi non ha mai aumentato).
La benzina costerà di più e ci dovremo fidare dei borbottii di Bersani (che sta mutuando tale pessima abitudine dal suo conteraneo Prodi: garantisco però che non è un difetto degli emiliani, ma solo di chi non ha argomenti da produrre a sostegno delle sue invenzioni) per i “recuperi” (ma il sospetto è che quei “recuperi” serviranno a finanziare qualche altra clientela …).
Le tasse potrebbero aumentare se decideranno di abolire l’ultimo modulo della riforma fiscale del Governo Berlusconi.
Se, più per motivi esterni che interni, i cinque anni di Silvio Berlusconi Premier non furono tutti d’oro, ma anche d’argento e di bronzo, questi mesi da prodino ci portano rapidamente verso anni che se fossero di ferro, almeno … non farebbero cattivo odore.

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09 giugno 2006

SI’ per ridurre gli sprechi della politica

Abbiamo visto come la nuova Costituzione sottoposta a referendum confermativo il 25 e 26 giugno, aggiorna una carta vecchia e datata.
La sinistra si oppone al cambiamento.
Del resto quelli non ne hanno mai azzeccata una - ammettendo di aver sbagliato dopo una vita passata nell'errore e solo quando tutto era finito - e anche adesso fuggono dall’Iraq proprio quando giustizia è fatta con la liquidazione del capo terrorista Zarquawi (così crepino tutti i terroristi e chi li appoggia e li giustifica !).
Una coalizione di sinistra che è al governo per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere e dalla vecchia costituzione del 1948 ha beneficiato in termini di clientelismo e apparato.
E’ ovvio che la sinistra sia contraria al cambiamento, perché le modifiche apportate dal Governo Berlusconi, a partire dall’articolo 55, riducendo l’apparato burocratico, a cominciare dal numero dei parlamentari, oltre a far risparmiare miliardi allo stato (cioè a noi contribuenti) costringerà qualcuno a lavorare (per alcuni potrà persino essere la prima volta) invece di pavoneggiarsi e sbarcare il lunario con incarichi politici.
Dopo aver (a mio modo di vedere: erroneamente, ma in futuro si potrà rimediare) mantenuto inalterati i primi 54 articoli (proposta: e se il primo articolo fosse “Noi, popolo Italiano, allo scopo di perfezionare ulteriormente la nostra Unione, di garantire la giustizia, di assicurare la tranquillità all'interno, di provvedere alla comune difesa, di promuovere il benessere generale e di salvaguardare per noi stessi e per i nostri posteri il dono della libertà, decretiamo e stabiliamo questa Costituzione” invece del bla..bla…bla del nostro primo articolo ? ;-) la seconda parte viene ad essere profondamente innovata e adeguata alle esigenze di una nazione industrializzata del terzo millennio.
Nell'articolo 55 si comincia subito caratterizzando la costituzione con il senato federale, dando quindi ampio risalto alle peculiarità, spesso soffocate, delle varie comunità che compongono l’Italia e le cui caratteristiche sono una ricchezza se valorizzate, un peso se si cerca di soffocarle nel centralismo burocratico che tanto piace alla sinistra.
Ma è negli articoli successivi che si delinea il nuovo parlamento italiano.
Riducendo il numero dei parlamentari (da 630 a 500 i deputati e da 315 a 252 i senatori) con sistemi elettorali diversi tra Camera e Senato Federale.
L’altro punto importante nella modifica del titolo I della parte II è la diversificazione delle competenze per materia tra Camera e Senato Federale.
Dall’articolo 70 all’82, viene posta in atto questa autentica rivoluzione che ribalta completamente il bizantinismo del doppio voto sul medesimo provvedimento di legge.
Questo significa maggiore velocità nell’approvazione dei provvedimenti necessari alla legislazione del paese ma, anche, meno opportunità per i compromessi che, da un passaggio all’altro, divengono, per saziare gli appetiti delle lobbies, un autentico tsunami su quasi tutti i provvedimenti legislativi, che arrivano così stravolti - rispetto a come erano stati concepiti - alla promulgazione
A tutto questo la sinistra si oppone.
Si oppone al risparmio che deriva dalla riduzione di ben 193 parlamentari (pensate solo al risparmio in termini di indennità, diarie, portaborse, rimborsi spese ..).
Si oppone alla velocizzazione dei provvedimenti legislativi, perché prospera nel gonfiamento delle spese che, da un passaggio all’altro nelle due camere, fanno lievitari i bilanci a spese dei cittadini.
Ottimi motivi per votare SI’.

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08 giugno 2006

Bush e Ratzinger per risanare l'Occidente

Se in Italia la sinistra al governo per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere, si appresta ad avviare anche l’Italia sul piano inclinato dello stravolgimento dei consolidati principi morali che sono alla base della nostra convivenza civile, non posso tacere la soddisfazione nel leggere le prese di posizione di George W. Bush e di Benedetto XVI in ordine alle unioni omosessuali.
Non mi (ci) è dato di sapere se l’offensiva di questi giorni sia stata coordinata, tenderei ad escluderlo per la tradizionale prudenza che caratterizza le azioni del Vaticano, ma “l’uno-due”, ripetuto, contro le iniziative che vorrebbero elevare allo stesso livello del matrimonio una unione tra omosessuali, mi sembra significativo.
Significativo perché vede assieme, forse per la prima volta con iniziative che trovano spazio nell’opinione pubblica, il Leader, laico, della più grande democrazia del mondo che è anche l’unica superpotenza – politica, economica, militare – rimasta e il Capo della maggiore entità spirituale presente sulla Terra.
Il Pontefice Benedetto XVI ha rotto ogni indugio e ha avallato, con l’indiscussa autorità e autorevolezza che gli deriva tanto dal ruolo che ricopre, quanto (e per me conta forse di più) dalla sua profonda cultura e conoscenza delle questioni teologiche e morali, la posizione dei Vescovi: le unioni omosessuali sono l’eclissi di Dio.
Oltre oceano, il Presidente George W. Bush, ha iniziato una importante battaglia per inserire nella Costituzione Americana una norma che definisca il matrimonio come l’unione di un uomo con una donna, escludendo ogni altra ipotesi.
Se devo essere sincero, che si debba inserire una norma costituzionale per sancire l’ovvio, mi sembra un segno di quanto la nostra società abbia perso di vista la necessità di coniugare la libertà che ci siamo conquistati, con il suo uso, non il suo abuso.
Il fatto stesso che, nonostante le potenti lobbies omosessuali, il Presidente degli Stati Uniti si impegni personalmente in una battaglia che è, in uno, di moralizzazione e di civiltà, fa pensare che il risanamento dell’Occidente, base necessaria per contrastare un nemico terrorista che agita un fondamentalismo religioso come quello musulmano, sia possibile.
E che sia possibile invertire la rotta tracciata da chi, con troppa faciloneria, ha abbandonato la via tradizionale per accarezzare ed accattivarsi categorie di elettori, con i loro capricci.
La battaglia non sarà facile.
E’ come iniziare una salita dopo aver lasciato correre la bicicletta in una lunga discesa, nella quale non vi era alcuna necessità di faticare pedalando.
Adesso è l’ora di pedalare.
E’ l’ora di recuperare quei Valori che hanno fatto grande la nostra Civiltà, più grande, più forte, migliore di tutte le altre conosciute, passate e presenti.
Non possiamo accondiscendere ad ogni capriccio venga in mente al primo che passa.
La famiglia, fondata sull’unione di un uomo e di una donna, è il nucleo della società civile.
Questo vale tanto per chi crede, quanto per chi è ateo o agnostico.
Negare la necessità, per una società sana, di rispettare Valori anche morali, vuol dire avviare quella società, quella civiltà alla decadenza e, in ultima analisi, alla fine.
Credo che la Civiltà Occidentale abbia ancora molto da dire e molto da donare, a tutto il mondo, perché la si lasci ammorbare con i germi della corruzione morale e civile.
Sono contento, in questa battaglia, di vedere in prima linea il Papa Benedetto XVI e il Presidente George W. Bush.

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07 giugno 2006

Dallo sciopero fiscale alla flat tax

Il governo nato dai verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere, si è riunito per decidere come spartirsi meglio il bottino e come far pagare agli Italiani e agli itaglioni i suoi sperperi.
Il ministro dell’economia, Padoa Schioppa, a suo tempo sconfitto nella lotta per il governatorato della Banca d’Italia e risarcito con un mandato da vice nella Banca europea, ha annunciato che una manovra “bis” è indispensabile.
Noi, che abbiamo superato gli “anta”, ricordiamo che di manovre bis (e ter e quater e quinquies) la prima repubblica si è allegramente avviata al fallimento.
Ma negli ultimi cinque anni, con il Governo di Silvio Berlusconi, abbiamo anche imparato che le manovre possono essere fatte senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini, facendo dimagrire lo stato e la sua fatiscente ed obesa struttura e facendo pagare i servizi per quello che costano e a chi ne usufruisce.
L’unico dato certo, per ora, della sinistra al governo è la riduzione del 10% delle spese ministeriali … dopo aver aumentato le stesse per la nomina di una settantina (tra ministri e sottosegretari) non parlamentari che, pertanto, assorbiranno anche la relativa indennità sostitutiva (12000 euro mensili): perché non abolirla, risparmiarla e pagare ministri e sottosegretari solo con la indennità specifica del ruolo ?
Il resto, per ora, rientra nelle “voci” che non ha senso commentare.
Quello che invece ha senso sottolineare è che, con la sinistra al potere, si ripropone l’assalto alla diligenza del tesoro, di gran lunga limitata con Berlusconi e il Centro Destra.
Fame atavica ?
Dna da vampiri ?
O semplici sperperi ?

Si potrebbe dire: “ai posteri l’ardua sentenza”, se non fosse che i posteri … siamo noi stessi, perché l’imminenza dei provvedimenti si riverbererà proprio su noi stessi.
Torna quindi di attualità l’idea di uno sciopero fiscale che consentirebbe di “chiudere i rubinetti” dello sperpero e impedire alla sinistra di elargire benefici a clientele varie e riprendere la bulimia statalista.
Ed è sullo sciopero fiscale che i leaders del Centro Destra potranno costruire una micidiale opposizione di metodo e di idee nei confronti della sinistra, fornendo ai cittadini che volessero aderirvi i necessari supporti legali e organizzativi.
E’ l’occasione anche per porre le basi per una riforma rivoluzionaria (per l’Italia) del sistema fiscale, abbandonando il criterio della progressività, per aderire alla flat tax, cioè alla tassa, uguale per tutti, al livello più basso possibile.
Con un ideale di arrivo: contenere le imposte al di sotto di quel 10% dei redditi che i Romani ritenevano la soglia di usura.

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06 giugno 2006

Chi si estrania dalla lotta ...

Il massimalismo ideologico di cui è intrisa la sinistra itagliona è sublimato dalla fuga indecente dall’Iraq che viene ostentatamente abborracciata, sotto dettatura degli estremisti e dei pacifinti, da Prodi e dalla sua congrega arrivata ai palazzi del potere ma con pesanti ombre e sospetti sui verbali degli scrutini elettorali in Italia e nelle circoscrizioni estere.
Le fumose parole e gli irridenti comportamenti tenuti in occasione della parata militare del 2 giugno, nascondono una politica estera velleitaria e il ritorno agli ignobili comportamenti che, prima e persino dopo la strage di Fiumicino, portarono l’Italia a non combattere il terrorismo palestinese e, addirittura, a Sigonella, ad ordinare ai nostri militari di rivolgere le armi contro gli Alleati Americani, per proteggere il terrorista responsabile dell’omicidio del paraplegico ebreo durante il dirottamento della Achille Lauro, poi morto nel 2003 durante la liberazione dell’Iraq.
Se avranno il tempo di compiere il misfatto, ogni responsabilità e ogni vergogna ricadrà sulla sinistra e sugli itaglioni che l’hanno votata, non certo sugli Italiani e sulle nostre Forze Armate che hanno dimostrato sul campo di essere allo stesso livello dei nostri Alleati.
E anche ieri l'Italia ha pagato un tributo di sangue, con un altro Militare che si è aggiunto alla lista dei Caduti per la Libertà, il Benessere e la Sicurezza di tutti.
Al CaporalMaggiore Alessandro Pibiri il commosso pensiero e ringraziamento degli Italiani veri.
Scappare dall’Iraq significa mettere in difficoltà gli Alleati, che già hanno sopportato il peso maggiore per portare la libertà in quel paese, e vanificare gli sforzi e i sacrifici, anche in termini di Caduti, delle nostre stesse Forze Armate.
Non solo, la fuga dall'Iraq aiuta la ripresa di fiducia del terrorismo che, nel rinchiudersi in se stessi dei paesi Occidentali, trova modo di sferrare nuovi attacchi e costruire nuove basi, come in Somalia, per portare i loro turpi mercati di morte sino a casa nostra.
Il terrorismo non va "contenuto", va estirpato, con i mezzi di cui disponiamo e che non possiamo limitare per malintesi sensi "umanitari" o per gli scoop di una stampa che sta diventando il primo alleato del terrorismo quando punta sistematicamente il suo obiettivo sui metodi usati dai militari Alleati, tarpandone le ali e costringendoli ad una azione limitata contro un nemico che non conosce nè limiti, nè controlli.
Un livello così alto di insensibilità e miopia è ben difficile da riscontrare, soprattutto se coniugato con una nuova politica di “accoglienza” che porterà in Italia sicuramente dei diseredati, ai quali si potranno mischiare anche terroristi che qui troveranno un “santuario” sicuro.
Ma le conseguenze della fuga dall’Iraq saranno ancor più devastanti per il prestigio dell’Italia nel mondo, prestigio che il Governo Berlusconi e Silvio Berlusconi in prima persona, avevano contribuito ad accrescere, facendo dimenticare l’8 settembre 1943 e quel tal Pietro Badoglio, la cui ombra, oggi, si stende sul prodin fuggitivo.
Simili atti di viltà non potranno che essere interpretati come un invito ai terroristi di affondare i colpi sul nostro paese che ha dimostrato, come già fece la Spagna nel 2004 dopo l’attentato, una così, incredibile, irresponsabilità internazionale.
Chi si estrania dalla lotta,
chi scappa dalle proprie responsabilità,
chi nasconde la testa sotto la sabbia,
chi cerca di venire a patti con i terroristi perché spera che in questo modo rivolgano la loro violenza contro altri,
chi è succube dei massimalisti di sinistra che, come sempre, hanno l’unico obiettivo di distruggere la nostra società libera e del benessere,
questi meritano solo di essere asserviti da coloro che ossequiano, tradendo gli Alleati di sempre.
Peccato che, in tal caso, non solo gli itaglioni subirebbero le conseguenze dei loro atti, ma anche noi Italiani.
Per questo unico motivo, perché ancora la nostra sorte è legata a quella degli itaglioni, siamo costretti a continuare la battaglia, anche – purtroppo – a loro vantaggio, perché la deriva in cui la sinistra sta portando l’Italia sia fermata al più presto e si possa ricominciare a costruire l’Italia del futuro, ancorata saldamente
all’alleanza con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna,
per l’Occidente,
per le nostre radici Romane e Cristiane.

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05 giugno 2006

Dialogo bipartisan? Not in my name !

L’arrivo dei comunisti ai vertici istituzionali, per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali sui quali incombono ombre e sospetti, sia per il voto italiano che per quello degli italiani all’estero, ha aperto la strada alla liberazione di ex terroristi, condannati per omicidio e delinquenti vari.
Intendiamoci: quella comunista è una ideologia criminale e, quindi, non ci stupisce che i suoi celebranti liberino ed eleggano chi, nel nome di quella ideologia, non si è limitato ad una professione di fede verbale, ma ha anche agito secondo i suoi dettami.
Quello che stupisce è che tutto ciò sia fatto con l’avallo di un ministro della giustizia (?) di origini democristiane (??) e con una maggioranza parlamentare basata su quanti si professerebbero cattolici (???) o addirittura liberali (???).
Nel giro di poco tempo abbiamo avuto:
un presidente della camera comunista non pentito e segretario di un partito che ha ancora l’ardire di portare il nome di “comunista”;
un presidente della repubblica comunista d’annata;
la grazia, concessa e concedenda, agli assassini del Commissario Luigi Calabresi;
l’elezione a segretario della camera dei deputati di un soggettino già appartenente a Prima Linea e condannato per concorso nell’assassinio di un poliziotto;
la frenesia mastelliana di concedere amnistia e indulto;
l’annuncio di voler triplicare il numero degli extracomunitari ammessi in Italia nel 2006;
l’irridente comportamento dei vertici anche istituzionali della sinistra alla parata – ridotta e umiliata – delle Forze Armate per il 2 giugno e la contestuale mancata condanna della manifestazione dei pacifinti nella medesima occasione;
la messa in dubbio delle Grandi Opere infrastrutturali, i cui cantieri sono stati aperti dal Governo Berlusconi e che dovevano portare l'Italia nel terzo millennio;
il ritiro dall'Iraq liberato per lasciare campo aperto ai terroristi musulmani ed ogni onere sulle spalle di chi ha già in prima persona materialmente liberato quel paese dalla tirannia.
Insomma un programma di devastazione totale di ogni concezione di legalità, di certezza della pena, di tutela dei cittadini onesti, di rispetto per chi è stato assassinato e per chi, per questa Patria, mette a rischio la propria vita.
In questo quadro stupisce l’offerta di Giulio Tremonti, già ottimo Ministro dell’Economia, di aprire un dialogo sulle riforme costituzionali con la sinistra.
Oltre a tutto subendo il rimpallo di un "no" tanto annunciato , in quanto la sinistra, per suo costume, propone soluzioni bipartisan solo quando le torna utile.
In supporto di Tremonti anche il Leader della Lega, Umberto Bossi, che finora si era distinto per la decisione con cui respingeva ogni inciucio con la sinistra.
Se i vertici del Centro Destra prenderanno la (brutta, bruttissima) piega di mettersi attorno ad un tavolo con la sinistra, addormentando la legittima irritazione e lo spirito ribellistico dei loro elettori, tradiranno il mandato ricevuto.
Dopo una campagna elettorale combattuta senza esclusione di colpi, dopo 5 anni in cui la sinistra non ha fatto altro che diffondere menzogne e fare terrorismo economico, continuando a farlo ora con la menata dei conti pubblici, come scusa per aumentare le tasse, come è possibile che un leader – e di quel livello ! – della Casa delle Libertà possa pensare a dialogare con quella stessa sinistra ?
Con chi libera i condannati per omicidio, con chi li elegge al parlamento, non ci può essere dialogo, ma solo scontro.
E quel che mi aspetto dai leaders del Centro Destra è che guidino questo scontro, dicendo sempre “no” ad ogni provvedimento della sinistra e agendo per dare ai propri elettori un sicuro riferimento istituzionale, organizzativo e politico, nella quotidiana battaglia contro la sinistra delle amnistie, delle grazie, delle fughe dall’Iraq, delle irrisioni alle Forze Armate, della apertura delle frontiere agli extracomunitari.
Insomma, come disse Silvio Berlusconi, opposizione dura, durissima, sarà, a tutto campo, su ogni questione, anche la più marginale, in parlamento, nelle piazze, nella vita quotidiana.
Solo quello è il Centro Destra che ha avuto il mio mandato.
Una Casa delle Libertà che dialoga con la sinistra, non potrà più essere la mia casa.
Meglio all’opposizione, che al tavolo e collusi con la sinistra.

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