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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

08 settembre 2010

All'ultimo voto

Dopo le flatulenze finiote in quel di Mirabello, Berlusconi e Bossi, preso atto del passaggio del presidente della camera – in quasi contemporanea con l’8 settembre di badogliana memoria - sotto un’altra bandiera, hanno richiesto un incontro a Napolitano, contestando la legittimità di Fini a presiedere la camera.
Ma il vero obiettivo è, mettendo all’angolo Napolitano sulla presidenza della camera, ottenere il voto anticipato senza i minuetti da prima repubblica di lunghe consultazioni, mandati esplorativi, incarichi a perdere e via discorrendo.
La soluzione dei problemi italiani passa attraverso la purificazione della politica da quelle liturgie da parrucconi che, in Italia, l’hanno inquinata e resa succube dei potentati finanziari.
Berlusconi è attaccato personalmente, ma continuerà ad essere votato anche se dovesse essere condannato per ognuno dei teoremi che hanno costruito contro di lui, tanta è scarsa la credibilità della magistratura.
L’alternativa a Berlusconi, a questo Centro Destra, può arrivare solo da una ammucchiata che veda assieme Vendola e Casini, Fini e Di Pietro, Grillo e Lombardo, Pannella e Rutelli, Bersani e Diliberto e Bonelli e Ferrero con l’aggiunta del convitato di pietra, Montezemolo.
Insomma un pasticciaccio brutto che non è d’accordo neppure sull’unico punto sul quale Bersani cerca di riunirli: la legge elettorale.
Se uno solo di quelli si sfila, Berlusconi, Bossi e la Destra Radicale di Storace avranno una percentuale (all’incirca il 45%) sufficiente per vincere le elezioni.
Ma se anche l’ammucchiata dovesse farcela a trovare un minimo di intesa, quali programmi potrebbe proporre ?
Fini lo ha esalato a Mirabello.
Se purghiamo l’ora abbondante di discorso dalle flatulenze contro Berlusconi, vediamo che Fini si appiattisce sul partito del sud, della spesa e della deriva morale che, in tutti questi anni, è stata la ridotta dietro la quale si è trincerato il pci/pds/ds/pd.
No al precariato nella scuola.
Chi paga i duecentomila precari che Fini vorrebbe assumere?
Piano per il sud.
A chi toglie i soldi per continuare a finanziare iniziative improduttive, utili solo a livello di consenso elettorale ?
Tagli delle spese.
Fini ha contestato la politica dei tagli nella spesa pubblica per contenere e ridurre il debito statale.
Non ha però detto che l’alternativa è l’aumento delle tasse.
No al federalismo.
In pratica una parte della popolazione continuerà a produrre e i suoi sforzi saranno vanificati dagli sperperi clientelari del centralismo assistenzialista.
Accoglienza degli immigrati.
Noi Italiani abbiamo costruito il nostro benessere, coltivato la nostra terra, creato la nostra ricchezza, ma dovremmo dividere il tutto con masse di individui che, a casa loro, non hanno saputo fare altrettanto e vengono qui solo per godere e consumare i benefici del nostro lavoro, salvo poi andare da un’altra parte quando non ci sarà più nulla da sfruttare.
Famiglia e Vita.
Accoppiamenti strani, licenza di sopprimere gli innocenti indifesi, libera sperimentazione genetica, oltre ogni ragionevole limite morale.
Questo è ciò che ci aspetta se non daremo battaglia fino all’ultimo voto, per salvare l’Italia dal disfacimento e gli Italiani dal diventare definitivamente sudditi di quei poteri forti che, in assenza della vera politica svolta nell’interesse del Popolo, dettano legge con l’acquiescenza di quei funzionari della politica, senza una professione ben definita, che sperano di ottenere in cambio le briciole del banchetto organizzato a spese di tutti noi.


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