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No alla deriva

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Diciamo NO alla deriva

13 settembre 2006

Destra: quali priorità ?


Nel precedente post ho cercato di riassumere quello che è il quadro politico, per come lo vedo io, a tre mesi dalle elezioni.
La ricerca di un leader che sostituisca Berlusconi: non ve n’è alcun bisogno.
La individuazione di un progetto politico: bastano e avanzano i Valori e i Principi del 1994 in parte realizzati o, meglio, avviati a realizzazione con le 36 riforme dei 5 anni di Governo Berlusconi.
Le risposte da dare alle azioni della sinistra: NO !
Ma tutto questo non basta se non si riesce a sfondare il muro di omertà e manipolazioni con il quale la sinistra ha distorto l’opera di Berlusconi e del Centro Destra, per cinque anni, incurante dei danni, sanabili, che facevano all’economia e all’immagine dell’Italia e di quelli (insanabili) per le fratture che hanno prodotto all’interno della nazione.
Tanto che siamo divisi quasi esattamente a metà: 50%.
Una situazione che dovrebbe, come minimo, indurre alla prudenza e, invece, la sinistra affamata di potere, ha e sta okkupando tutto.
Poco male, ci fornisce uno stimolo maggiore per opporvisi.
Senza voler fare discorsi “alti” e inconcludenti, dove possiamo impegnare le nostre risorse per arrivare a comunicare agli Italiani il pensiero e le azioni del Centro Destra ?
La stampa è asservita all’85% alla sinistra, tanto che evita accuratamente, se non con le solite poche e lodevoli eccezioni, di rimarcare le continue gaffes e i continui flop della politica di Prodi e delle sue guardie di frontiera disarmate e senza uniformi (che la Siria non vuole) così come la rapacità di Visco o il petting peripatetico di D’alema con un gruppo di terroristi hetzbollah.
Cosa ancor più grave la stampa si presta a fare da cassa di risonanza, manipolandone il contenuto, ai provvedimenti della sinistra, a cominciare da quelle false liberalizzazioni che nascondono in realtà una sovietizzazione, con lo stato-piovra che allunga i suoi tentacoli nelle nostre tasche, spiando i nostri conti e tutto ciò che facciamo.
La televisione di stato (errore della Casa delle Libertà al Governo: non aver privatizzato la TV pubblica) già con gli stessi personaggi messi da una maggioranza di Centro Destra si è messa in ginocchio davanti alla sinistra.
Rimane Mediaset: infatti è sotto attacco con la baggianata del “conflitto di interessi”, rispolverata per l’occasione, e con le velleità di riformare la Legge Gasparri.
Proprio perché Mediaset è sotto assedio e cercano in tal modo di ricattare Berlusconi, condizionandolo, è ancor più apprezzabile l’intervento del nostro Premier a Gubbio, che non le ha certo mandate a dire alla sinistra.
Allora tragga completamente il dado, passi il suo Rubicone e faccia di Mediaset, di tutte e tre le Reti, il contraltare della Rai pubblica, ripristinando una par condicio che, peraltro, dovrebbe esistere all’interno della Rai – visto che è pubblica – e non ricorrere ai privati.
Ma, tant’è, si fa di necessità virtù.
Basta, quindi, con i telegiornali di Canali 5, equilibrati come dovrebbe essere (e non lo è) la Rai.
Si dia spazio agli esponenti del Centro Destra in modo uguale e contrario allo spazio che la Rai concede alla nomenklatura della sinistra.
E si investa su una catena editoriale che deve comprendere televisione, quotidiani, settimanali, periodici, strumenti multimediali e, quindi, internet e, anche, blog anche se non darei soverchia rilevanza a questo strumento (per ora) che, invece, può essere una buona palestra per quei giovani che volessero avvicinarsi alla professione di giornalista e, quindi, passare a situazioni più complesse e rilevanti.
Creare archivi di informazioni storiche e di cronaca politica.
Valorizzare artisti e letterati di Destra, senza cadere nel “firmaiolismo” sinistro che, ormai, ha raggiunto livelli ineguagliabili di comicità.
Il secondo (e ultimo) punto che vedrei prioritario nella strategia politica del Centro Destra, è organizzare le proprie “divisioni” nel mondo del lavoro dipendente.
La manipolazione della sinistra, aiutata dalla presenza massiccia di sindacati che con il Governo Berlusconi hanno visto messo in pericolo la loro nicchia privilegiata, è riuscita a far passare l’idea che il Centro Destra sia lo schieramento dei lavoratori autonomi, dei liberi professionisti , degli industriali (di quelli piccoli e produttivi, non certo di quelli grossi e indebitati).
E’ vero che, probabilmente, la maggior parte dei lavoratori dipendenti votano a sinistra, ma siamo proprio sicuri che sia un voto consapevole e non indotto da una propaganda che mistifica abilmente il progetto politico della Casa delle Libertà ?
Il dubbio esiste, soprattutto se si guarda ai provvedimenti che sono stati assunti dal Governo Berlusconi.
La riforma delle pensioni, ad esempio, è stata fatta passare come una vessazione che prolunga il tempo lavorativo.
Ma in realtà è un provvedimento necessario a garantire le pensioni di ieri, quelle di oggi e anche quelle di domani.
Tanto che a Fassino è scappato un se avessimo fatto la riforma 10 anni fa non ci troveremmo a questo punto: esatto, proprio la riforma che voleva Berlusconi nel 1994 e contro la quale sindacati e sinistra scesero in piazza.
E se si ascoltano i commenti dei lavoratori dipendenti alle dichiarazioni dello spericolato skipper della Farnesina circa il contenuto “aberrante” di un pensionamento a 57 anni, vediamo che spazio per un sindacato ispirato alla politica sociale della Destra c’è.
Un sindacato che sia, però, distinto e distante dalla CGIL e non inciucista con la CGIL com’è oggi l’UGL, erede indegna della vecchia CISNAL.
In fondo che male ci sarebbe, in clima bipolare se non bipartitico, ad avere due grosse confederazioni: una di sinistra e una di Destra, una governativa e una di opposizione ?
E, magari, in ogni categoria una forte federazione autonoma che guardi esclusivamente alla contrattazione di categoria, per dare voce a chi antepone la situazione contrattuale alle scelte ideologiche.
Sono personalmente convinto che esistano gli spazi per la nascita di un sindacato ispirato ai principi del Conservatorismo Sociale, magari con la confluenza di vari sindacati autonomi, della parte ancora sana dell’UGL e della CISL, del sindacato leghista.
Tutto qui ?
No di certo.
Il lavoro politico non ha mai fine e consiste nella quotidiana ricerca delle soluzioni ai problemi della nostra società.
Ma comunicazione (perché non può pesare solo sulle geniali invenzioni di Berlusconi) e mondo del lavoro dipendente (perché ci sono tanti lavoratori dipendenti che non sono di sinistra e ora sono privi di rappresentanza confederale) sono per me le priorità concrete che la Casa delle Libertà dovrà affrontare se vorrà consolidare il suo 50% e ottenere quell’ulteriore fetta di voti che rendano superflue anche le eventuali abilità ai seggi dei professionisti degli scrutini.

(2 – fine ... per ora ... :-)

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9 commenti:

Massimo ha detto...

Non ho la pretesa che domani sia tutto fatto. Però è necessario concentrarsi su obiettivi importanti che coprano i settori nei quali il Centro Destra è scoperto.
Il Centro non è scoperto nella leadership, non è scoperto nel progetto, non è scoperto nelle idee, non è scoperto tra i lavoratori autonomi, liberi professionisti e imprenditori (quelli veri).
Siamo scoperti invece tra i lavoratori dipendenti dove non abbiamo un sindacato di riferimento.
Siamo scoperti nel mondo dei media.
Aggiungerei: siamo scoperti nel mondo delle banche.
Iniziare adesso, vorrebbe dire acquisire quelle poche migliaia di voti che mancano per vincere nonostante le esperienze ai seggi ;-) della sinistra.
Vorrebbe dire porre le basi per un solido partito del Centro Destra con grandi prospettive di governo come fu per il Partito Conservatore della Thatcher che, tra Maggie e Major, governo per 19 anni.
Si cominci, perchè se ci ferma a discutere rimarremo sempre indietro.

Anonimo ha detto...

molto intelligente il post molto ambizioso complimenti e grazie di essere passato e di aver lasciato un commento.
p.s. io non vcredo che sia finito berlusconi ma non credo che si possa andare avanti così con forza italia in balia degli umori suoi e dei suoi colonnelli.

Nessie ha detto...

D'accordo su tutto il programma, ma concordo con Monica che non te lo lascerebbero mai fare. In particolare la sindacatocrazia veterosinistra è l'ultimo nocciolo duro di Soviet Supremo nel sistema socio-economico. E lì mi sa che il Muro è duro a crollare!

Massimo ha detto...

Mai nessuno lascia crescere un concorrente, dipende dalla qualità del concorrente riuscirci. Ci sono numerosi sindacati autonomi di categoria che hanno, in base alla legge e agli accordi di categoria, legittimità e rappresentanza. Manca loro la possibilità di interloquire con il governo sui problemi generali, perchè non hanno una regia confederale, così restano fuori da tante opportunità. E sono preda di disegni egemonici come quello della Cisl che sta cercando di inglobarli nella "grande Cisl", lasciando loro anche parte dell'autonomia. Il progetto della CdL potrebbe essere addirittura più vantaggioso per loro. Un coordinamento nazionale intercategorie, conservando piena autonomia (e non solo limitata) finanziaria e di permessi.
Non si chiede di realizzarlo oggi, ma solo di elaborare il progetto e iniziarlo per il futuro, utile peraltro anche nel presente, visto l'esiguo margine di differenza nonostante i professionisti dei seggi ;-)

Federico ha detto...

Ciao Mons,
davvero molto interessante questo post. Il discorso meriterebbe più spazio ma tanto per cominciare butto qui alcune delle mie considerazioni.

1) Berlusconi leader della Cdl? Ok. Non credo sia opportuna una sua ricandidatura che credimi personalmente desidererei quanto te. Ma per ora è fondamentale la sua carica per dare la sveglia alla coalizione e soprattutto a Forza Italia.
2) Mediaset d’assalto? Sì ma non nello stile Rai né alla Fede. Prima che una maggiore visibilità dei politici di centrodestra serve una controinformazione puntuale, come scrivi tu, sui temi fondamentali della politica interna. Quello che servono maggiormente sono rubriche di settore e programmi inchieste di approfondimento. Perché non si è mai visto un dossier in tv sul passato di Prodi?
3) Lavoro dipendente filo-Cdl. Capisco l’idea, è un mondo che conosco abbastanza. Il punto non è che i lavoratori dipendenti votino solo a sinistra. Il punto è che il lavoratore conservatore ha una concezione diversa della propria professione rispetto al lavoratore di sinistra. Per quest’ultimo il lavoro è politica e quindi diventa naturale manifestare apertamente al lavoro le proprie idee. L’elettore di centrodestra, lo sappiamo ormai bene, ha un rapporto più distaccato con la politica e rifugge dall’impregnare il proprio lavoro con essa. Ergo? L’idea di un sindacato di destra mi sembra poco percorribile. Resto dell’avviso che il tasto su cui battere sia quello della comunicazione a 360° che formi una coscienza forte contrapposta alla strapotere mediatico e culturale della sinistra.
4) Mi permetterei di gettare in questo brain storming un’altra possibilità. Al centrodestra serve crearsi una base economica e finanziaria forte e autonoma alternativa al famigerato establishment già notoriamente allineato a sinistra. Era una strada da percorrere soprattutto al governo, stimolando per esempio la fusione delle banche popolari, ora tutto è più difficile. Ma gli spazi ci sono. Soprattutto abbiamo un leader con grosse capacità imprenditoriali.

Un saluto.

Anonimo ha detto...

Condivido tutto tranne che una "Mediaset d'assalto", qui sono daccordo con Federico.

A mio avviso va affrontato anche il delicato programma della classe dirigente.....sennò perché a livello locale si fa sempre tanta fatica ?

FLASH

Massimo ha detto...

Credo, Federico e "Flash", che stiamo dicendo le stesse cose. Per "Mediaset d'assalto" non pensavo a Fede (che comunque ha il merito di non nascondersi dietro il politicamente corretto) ma a reti che martellino con programmi di approfondimento e informazioni tali da far vedere "l'altra faccia della Luna" rispetto alla Rai sinistra ed alla stampa genuflessa a sinistra.
Sui lavoratori dipendenti mi permetto di insistere pur conoscendo bene una situazione che vede il lavoratore del Centro Destra schierato con i sindacati autonomi di categoria privilegiando gli aspetti contrattuali rispetto a quelli ideologici (ma sono poi gli stessi che se hanno una guida cui riferirsi evitano di partecipare agli scioperi generali ... a meno che non siano fatti al venerdì o al lunedì ;-)
D'accordissimo anche sulla base finanziaria, veggasi mio precedente commento dove scrivo che "siamo scoperti nelle banche" ...
Idem c.s. sulla dirigenza locale. Ma lì è colpa nostra: quanri di noi sono iscritti ad un partito della CdL ? Temo pochi. Dall'esterno non si può pretendere di essere ascoltati nella scelta dei dirigenti locali ...

Anonimo ha detto...

Sono abbastanza daccordo. Ad eccezione del sindacato di destra. I sindacati sono solo una iattura ed andrebbero aboliti o ridimensionati in maniera sostanziale. Rimanere invischiati con i voti portati da un sindacato è letale per le riforme. Inoltre non ti permetterebbero mai di licenziare l'80% degli statali e convertirli in privati, cosa che invece è assolutamente necessaria.
Riguardo alla propaganda di regime, ho scritto un post sulla scuola pubblica che riporta stralci dei testi di storia adottati dalla stessa, che finiranno in pasto ai nostri figli. Se hai tempo leggilo.

Anonimo ha detto...

CHiunque senta vicine le idee del neofuturismo è invitato a leggere e proporre modifiche al nuovo Manifesto politico neofuturista

http://neofuturistiitaliani.splinder.com/