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04 settembre 2006

Il bavaglio alla libertà di pensiero


Questo post è frutto di una riflessione indotta dall’amico e concittadino Stars&Stripesforever (da non confondersi con l’altro mio amico … Starsandbars/Vandeaitaliana ) che ha scritto sabato un bel post sulla vicenda della lesbica “stuprata” in Versilia.
Di passaggio S&S cita la recente sentenza della cassazione che condanna Vittorio Sgarbi per aver definito “politica” una azione giudiziaria.
Ma si potrebbe aggiungere anche la famigerata legge Mancino, che punisce “chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
Ora, d’accordo sull’istigazione a delinquere e sul commettere reati, ma chi decide che sono “atti di discriminazione?
E’ qui che si vede, come per la sentenza contro Sgarbi e per il tambureggiante can can seguito alla violenza subita dalla lesbica, che la finalità è imporre un bavaglio alla libertà di pensiero, impedendo che si pronuncino frasi, si articolino pensieri, si propongano riflessioni che vadano contro il “politically correct”.
Ve l'immaginate una curva di calcio che urla, come massima possibilità, all'arbitro o al calciatore della squadra avversa "briccone!", "malandrino!" ?
Possibile che vi siano stupri su cui ricamarci sopra (contro la lesbica, ad esempio) ed altri per i quali si cerca persino di attenuarne l'impatto mediatico (quelli commessi dai musulmani contro le donne)?
Possibile che io non possa dire che un magistrato ha agito mosso da motivi politici ?
Eppure gli stessi magistrati che si inalberano se vengono accusati di aver sposato una ideologia, sono gli stessi che sono ripetutamente scesi in campo a gamba tesa contro Berlusconi e il suo Governo, criticando la Riforma Castelli, votata dall’organo legislativo a ciò preposto.
Sono gli stessi magistrati che giudicano un medico nelle sue scelte tecnico-professionali.
Sono gli stessi magistrati che giudicano l’ingegnere o il geometra in caso di dissesti o crolli.
Sono gli stessi magistrati che giudicano un imprenditore che scala un’azienda.
Insomma loro possono giudicare, criticare, valutare tutto e tutti, ma guai se si applica il principio di reciprocità.
Così si arriva al punto che almeno mezza Italia non crede nella giustizia e nella magistratura.
La magistratura, scendendo in campo, ha perso la sua imparzialità e chiunque dovesse mai essere convenuto per un qualsiasi fatto, avrebbe ora fondato motivo per ricusarla chiedendo di essere giudicato da suoi simili e non da una categoria estranea, esattamente come capita ai magistrati che sono giudicati da altri magistrati.
E' la fine della giustizia, perché è la fine della libertà di opinione.
Le troppe leggi che limitano il mio diritto soggettivo ed assoluto ad esprimere liberamente il mio pensiero, mettono tante pietre tombali sulla libertà tout court.
La mania di voler imporre al prossimo cosa dire e come dirlo, sa tanto di lavaggio del cervello, di ossessione massificante.
Capisco perseguire chi offende, chi usa turpiloquio, chi incita alla violenza ed a commettere reati.
Ma a me sembra che non sia più così.
Basti vedere le assoluzioni di chi aveva offeso il Premiertemporaneamente non in caricaSilvio Berlusconi (e credo che se i medesimi insulti fossero rivolti a Prodi o qualcun altro della nomenklatura sinistra, il "reo" subirebbe una pesante condanna) di chi devasta le città, occupa abusivamente stabili altrui, di chi non paga le dovute tariffe, di chi raccoglie fondi e arruola kamikaze per il terrorismo islamico.
Perché tutto questo ?
Perché i comunisti non hanno la libertà nel loro dna.
C’è poco da fare.
Gira e rigira si arriva sempre ad una questione di cultura.
La cultura della libertà non appartiene alla sinistra che, appena si installa sulle comode poltrone governative, agisce per conculcare la libertà dei singoli a favore di non ben precisati obiettivi superiori.
Più tasse, più divieti, più imposizioni: è la sinistra, bambole !
Spetta a noi, cittadini liberi nella mente, per cultura, prima ancora che per legge, respingere l’attacco degli statalisti, dei massificatori da grande fratello orwelliano, che, oggi come ieri, allignano nella sinistra e manifestano la loro violenza repressiva brandendo il “politically correct” (e le iniziative repressive dellalibertà di pensiero) come i musulmani brandiscono il corano.

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7 commenti:

marshall ha detto...

gran bella riflessione, caro monsoreau.
I magistrati sono esseri umani, come tutti. E quindi soggetti all'errore, come tutti. Ed è quindi sacrosanto giusto che il loro operato sia soggetto al giudizio della platea umana, come tutti. Perchè nel looro compito di giudicare, ci mettono del loro. E quindi nessuno è totalmente imparziale. Non sono robot che al posto del cervello hanno un hard disk programmato per giudicare. E' quindi "umano" che giudichino secondo la loro "tendenza". E poichè sono, ormai, tendenzialmente in maggior parte di sinistra, vien da sè che le loro sentenze risentano di questa impostazione del loro "pensiero". Chi sente la necessità di dover far cambiare questa giustizia "drogata", non ha altro mezzo che la mobilitazione di massa.

Fabio ha detto...

Com'é che scrisse qualcuno saggio molto tempo fa?

"[...]But when a long train of abuses and usurpations, pursuing invariably the same Object evinces a design to reduce them under absolute Despotism, it is their right, it is their duty, to throw off such Government, and to provide new Guards for their future security."

Parole sante...

Lo PseudoSauro ha detto...

Il problema e' mondiale e qui non hanno inventato niente guardate al link di questo "negazionista"...

http://www.ety.com/tell/latirannia.htm

temo che sia la "liberta'" stessa che ormai e' stata svuotata del suo significato. Almeno avessimo il Primo Emendemento questi magistrati andrebbero sotto disciplinare, ma il problema investe tutta Europa, anzi, tutto il mondo occidentale con eccezione degli USA per la ragione di cui sopra.

Otimaster ha detto...

Sul manifesso sono arrivati a sostenere che il problema degli stupri è una montatura per metterci contro ai musulmani, chissà perchè pensano che anche il resto degli italiani abbiano la loro stessa intelligenza.

Massimo ha detto...

C.v.d.: mezza Italia (e forse più) non ha fiducia in questa magistratura.
E credo che ne abbiamo le scatole piene del politically correct e di tutto quel che Watergate giiustamente dice "ammorba".
Il tema è sì delicato, Monica, ma è ora di tirar fuori tutto quel che ci disturba.

Il Temporeggiatore ha detto...

Il tema della giustizia sarebbe delicato e serio se non fosse ormai una parodia. Sono 12 anni che procuratori e procure sono sguinzagliati sulle tracce di Berlusconi. Mi piacerebbe sapere quanto sono costate tutte le inchieste contro il Premier (quello vero, non quello che siede ora a Palazzo Chigi) e che sarebbero stati meglio spesi per ripulire le strade da drogati, spacciatori, vandali, illegali, scippatori, rapinatori.
Come, quindi, non pensare che la Riforma Castelli sia stata solo un pallido esempio di ciò che si dovrebbe fare ?

marshall ha detto...

otimaster,
vorrei che quelli del manifesto intervistassero una nostra amica.
Vedresti come cambierebbero opinione, questa gente "fuori dal mondo"!!
Un breve cenno della storia è sul blog di elly's blog.