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30 settembre 2007

La Secessione è un diritto

Umberto Bossi, il Leader della Lega, è tornato.
Già da alcuni mesi, nonostante la voce più che roca, il senatùr aveva dimostrato di “esserci”, riprendendo in mano il movimento da lui fondato e partecipando in prima persona alle più importanti occasioni di incontro con Berlusconi e con gli altri alleati.
Ieri, nella splendida cornice palladiana di Villa Bonin Maistrello a Vicenza, l'alfiere del federalismo è tornato a tuonare, durante la sessione dei lavori del Parlamento del Nord alla presenza del Presidente Silvio Berlusconi, contro le varie oppressioni romanocentriche.
Il riflesso compulsivo della sinistra è stato immediato, con il segretario del partito presunto democratico che vorrebbe “fermare” Bossi.
Non dice come anche se le radici comuniste del soggetto ci fanno intuire il metodo che intenderebbe usare.
Bossi fa paura e fanno paura le idee della Lega, come dieci anni fa.
Perché Bossi ha ragione, perché gli Italiani sanno che ha ragione, perché i fatti gli stanno dando ragione.
Il Governo Berlusconi aveva introdotto, con la Riforma Costituzionale, elementi di interessante federalismo che andavano nel senso di un processo di rinnovamento delle nostre istituzioni nazionali.
Elementi di governabilità (la figura e i poteri del Premier), di snellezza (la fine del bicameralismo perfetto e la riduzione dei parlamentari), di ripartitizione dei poteri a favore delle regioni che avrebbero conquistato più autonomia, parificando le 15 regioni attualmente “ordinarie” ale 5 a statuto speciale.
La scelta solo ideologica, della sinistra fu quella di far leva sul sentimento di paura di abbandono da parte del nostro Meridione che, infatti, votò compattamente contro la Riforma.
Le elezioni del 2006, con il dubbio esito degli scrutini , hanno portato al governo personaggi (Prodi, D’alema, Veltroni, Fassino, Letta, Napolitano, Diliberto, Pecoraro, Bertinotti, Marini … ) davanti ai quali anche un nazionalista quale io sono è costretto a dire: meglio la Secessione che loro.
E la Secessione è un diritto dei cittadini prima ancora che dei popoli perché lo stato altro non è che un contratto mediante il quale più persone si associano per fruire dei benefici che derivano dal mettere in comune risorse, ingegni, forza.
Ma quando la sperequazione nell’uso delle risorse fa sì che alcuni di questi cittadini siano sistematicamente danneggiati a favore di una casta che è nomenklatura di funzionari, boiardi e burocrati, allora quel contratto può (e deve) essere legittimamente rescisso, consentendo ai cittadini di ricostituirsi in diverse strutture associative.
Quando la sinistra, occupando – nel modo dubbio che abbiamo già citato e più volte ricordato - i palazzi del potere centrale, con tasse abnormi, con persecuzioni economiche, spionaggi fiscali, con scellerate scelte ideologiche fondate sul pauperismo e su un malinteso senso di accoglienza, rinunciando ad una versa politica di sicurezza, penalizza i cittadini che producono, allora questi hanno il diritto (e il dovere) all’autodifesa che si manifesta con l’anelito alla Libertà che deriva dalla Secessione.
La Cecoslovacchia ha fatto da apripista per una separazione pacifica in due stati, con reciproca soddisfazione dei rispettivi cittadini.
Nel Belgio acquista forza un analogo movimento secessionista.
Perché non dovrebbe essere permesso in Italia parlare di Secessione ?
Forse perché i comunisti al governo, con le loro foglie di fico catto-comuniste, hanno in mente, ora come nel 1956 e nel 1968, il centralismo burocratico che soffoca, con ogni mezzo, la Libertà individuale ?
E allora ci spieghino perché quel che hanno, anche loro, tanto esaltato nella “rivoluzione arancione” dell’Ucraina 2004 e che, ancor oggi, li vedono esprimere concetti celestiali nei confronti dei monaci birmani che cercano di ribellarsi al regime (comunista) che li opprime da 50 anni, non dovrebbe essere applicato anche in Italia.
Perché non far votare i cittadini di ogni provincia del Nord su un referendum se vogliono o meno la Secessione, come hanno fatto in passato (e potrebbero tornare a fare) gli abitanti dell’Ulster e del Quebec?
Perché quel che viene riconosciuto come un diritto ad altri, non deve esserlo per noi Italiani ?
La risposta è una e una sola: i comunisti attaccano Bossi, perchè il loro dna è ancora ad alto tasso di totalitarismo.

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9 commenti:

CampaniArrabbiata ha detto...

Sono assolutamente d'accordo con Bossi, però - per creare le condizioni per una vera secessione e non cianciare a vanvera - bisogna prima ristabilire la situazione quo antea all'Unità: i 2/3 delle riserve auree d'Italia provenivano dal Regno delle Due Sicilie, che aveva tra l'altro il debito pubblico più basso in assoluto. Inoltre aveva 5.000 imprese e Napoli era per opulenza seconda solo a Parigi. Bossi ponga essere tali condizioni, e io lo seguirò con interesse.
....o è, come da 10 anni a questa parte, l'ennesima mossa tutta politica per far pressione verso il Nord e continuare ad abbandonare il Sud? Mi sa che è più quest'ipotesi.

Nessie ha detto...

C'è qualcosa che non mi torna in questo pollaio di gallinacei isterici (Bertinotti in testa che mi piacerebbe sapere con quale faccia di palta si fa paladino dell'amor patrio). Bossi ha usato un linguaggio di sinistra come "guerra di liberazione". Se questa guerra di liberazione è stata santificata e canonizzata proprio da loro, qual è il motivo per cui ci si scalda tanto e lo si accusa di essere un provocatore e istigatore all'odio?
Cos'è? Un'accusa di autocolpevolezza per se stessi, odiocrati dalla fine del dopoguerra a oggi?
Sì, "guerra di liberazione" va proprio bene, perchè i veri fascistoni imbavagliatori di ogni forma di dissenso, sono loro e solo loro! Non concedono nulla, mettono in galera gli 007 del sismi, rimuovono il capo della GdF come Speciale, occupano la RAI senza concedere contrappesi, ci imbottiscono di tasse, liberano i terroristi islamici, riempiono l'Italia di clandestini e ora ce lo menano col partito UNICO: il PD. La secessione del Nord è l'unica via di scampo che abbiamo. W Bossi!

Van der Blogger ha detto...

Concordo con il pizzino... se ora il sud viene lasciato a se stesso... si andrebbe allo scatafascio credo. E ricordo che in Sicila raffiniamo la benzina per tutti... ma la paghiamo come e più del resto d'Italia... eppure sono i bambini della zona di Siracusa (Priolo, Augusta) che nascono con problemi, è in quelle zone che c'è un tasso altissimo di tumori. Eppure....

Perchè accade ciò? evidentemente per una classe politica inadeguate... lasciare il sud a se stesso adesso non ne farebbe certo il bene

Anonimo ha detto...

Mi trovi totalmente d'accordo. E vorrei ricordare al Pizzino che noi del nord abbiamo già dato in 50 anni di regime partitocratico e con una cassa per il mezzogiorno che ha (inutilmente) sottratto risorse al nord per darle al sud. Magari si potesse tornare a prima dell'infausta spedizione di Garibaldi (e magari se ne fosse rimasto in sud america !). Giulio.

Anonimo ha detto...

Questo invece lo approvo in pieno.
L'unico problema che vedo è che ti sei un pò contraddetto con l'idea di law and order espressa nell'articolo sulla sintesi politica.
I comunisti non approvano la secessione perché se lo Stato è sopra il cittadino, la secessione è chiaramente illegale.
Viceversa se è il cittadino al di sopra dello Stato, questa diviene un legittimo diritto.
Ma in questo caso si affermerebbe l'idea che il diritto privato sia superiore a quello pubblico (cosa che purtroppo non è).
Se accetti questa idea, come fai poi a voler dichiarare illegale l'omosessualità? E l'assunzione di stupefacenti?
Se il cittadino è al di sopra dello Stato ha il diritto di far ciò che vuole fino a che non arreca danno agli altri. In questo caso, anche il mercato nero diventa legittimo, perché porta solo la reciproca soddisfazione delle due parti che scambiano prodotti. I danni per il mercato legale invece, derivano solo dalla gravosa imposizione fiscale e regolamentativa che gli impedisce di tornare utili come il mercato nero.

Massimo ha detto...

Liberty non vedo proprio alcuna contraddizione, anzi è la sintesi di una concezione che integra due valori ugualmente importanti. Da un lato la "sovranità" che è anche quella di dar vita ad un contratto nel quale si demanda allo stato la gestione, per il miglior risultato, dell'ordine pubblico, della difesa dei cittadini, della miglior fruizione dei beni comuni.
Dall'altro la potestà così creata dello stato per imporre l'ordine e la legalità.
Sull'omosessualità non propongo la dichiarazione di illegalità, ma il fatto che non abbia alcun pregio per poter reclamare un qualche provvedimento statuale che le dia un qualche valore che non ha.
La droga, invece, deve essere illegale per le conseguenze devastanti che provoca non tanto su chi si droga, quanto su chi è vittima dei drogati. Per questo io sarei più per accentuare le pene contro i drogati.

Anonimo ha detto...

Son d'accordo con te, Monsoreau.
É un nostro diritto chiedere un referendum. E pensa che qui in Québec, dove tra l'altro é piu' una questione di principio che di risorse, l'hanno fatto, perso, ma lo vorrebbero rifare.
La proporzione richiesta per vincerlo é solo del 51%.

A Pizzino direi che non so se abbia ragione in merito al Risorgimento, ma in ogni caso, come si suol dire, abbiamo già dato, a Roma, per piu' di 50 anni.
E son anche convinta che il Sud starebbe pure meglio senza il Nord.
É proprio il sistema che non funziona, o che funziona solo per dare foraggi ai partiti.

Anonimo ha detto...

concordo, io sono profondamente nazionalista, ma il nord ha il diritto di fare quello che sa facendo. mantengono tutta italia, pagano tasse più di tutti...e i risultati?? il 90% dei nostri politici è corrotto..e i soldi delle tasse vanno in buona parte sprecati in ca##ate.

Anonimo ha detto...

E' sicuro che il sud starebbe meglio senza il nord.
Il benessere degli stati non è proporzionale alla loro dimensione, ma anzi, come dimostrerebbero San Marino, Lussenburgo etc, è più probabile che sia inversamente proporzionale ad essi.