French kiss

Sul finire delle vacanze natalizie, il gioco della riforma elettorale si è arricchito con la proposta di Franceschini del sistema francese, abbinato all’elezione diretta del presidente della repubblica/consiglio.
Sono insorti praticamente tutti, tranne quelli che avrebbero dovuto – per interesse politico – farlo con più veemenza: il Popolo della Libertà.
Tra tutti i sistemi elettorali, infatti, l’unico che ritengo penalizzante per la nuova creatura del Presidente Berlusconi è il sistema francese che, costringendo ad un secondo turno, favorirebbe quel candidato dietro al quale vi è maggiore mobilitazione e sappiamo che la maggiore mobilitazione è a sinistra.
Non perché, come vorrebbero farci credere, hanno una coscienza politica più sviluppata della nostra, ma perché si trovano a sinistra le più consistenti clientele che vivono di e sulla politica e, quindi, hanno il maggior interesse personale (conflitto ?) a far prevalere il candidato di parte che garantisca loro la perpetuazione del loro privilegio.
Non è un caso che, anche nel miglior momento elettorale del Centro Destra (1999-2001) le elezioni locali hanno sempre visto una tenuta della sinistra che nel secondo turno ribaltava spesso le maggioranze relative conquistate dal Centro Destra e in una situazione di consistente calo della partecipazione al voto.
Fortunatamente la miopia politica di tanti spezzatini di sinistra ha di fatto isolato la proposta del vice di Veltroni e costretto anche il pci/pds/ds/pd a ripartire da una bozza più proporzionale che maggioritaria.
Personalmente non ho alcuna fiducia in Veltroni, perché non ho alcuna fiducia nei comunisti (e Veltroni tale è, per quanto cerchi di ripulire il suo passato).
Pertanto non ho alcuna fiducia nel dialogo aperto tra il Popolo della Libertà e il pci/pds/ds/pd.
Mi auguro che serva solo a dare il tempo per acquisire quei 4/5 senatori necessari ad abbattere Prodi e tornare alle urne, con questa legge elettorale che, se non fosse stato per la testardaggine di Ciampi, rappresenterebbe la miglior legge elettorale per l’Italia, dando rappresentanza a tutte le istanze e, nel contempo, obbligando alla formazione di coalizioni prima del voto per il conseguimento del premio di maggioranza.
Sarebbero coalizioni disomogenee ?
E’ un problema di quelli di sinistra, noi del Centro Destra, come abbiamo dimostrato nei cinque anni di governo, riusciremmo a realizzare le riforme necessarie anche se, ognuno di noi, rimpiange e rimpiangerebbe qualcosa che non è stato fatto o è stato fatto con poco “coraggio”, ma è stato comunque fatto in base ad una risultante che è la miglior sintesi tra le varie componenti che sono anche rappresentanti delle tendenze della nazione.
Se a sinistra si trovano liberali e marxisti in rotta di collisione è colpa loro che si sono messi assieme senza una base comune, non della legge elettorale.
Perché dovremmo lanciare una ciambella di salvataggio alla sinistra e fare da sponda alle ambizioni di Veltroni ?
Uno tsunami di rifiuti sta sommergendo una sinistra incapace di produrre ricchezza ma solo di consumarla: io la lascerei lì sotto.

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