Mentre aspettiamo che il Tar confermi le sue precedenti sentenze e riammetta la lista di Formigoni e, per altro verso, anche quella del Pdl in Lazio, è interessante annotare come la presente vicenda possa essere utilizzata come una cartina di tornasole che ci dice o, meglio, dice a Berlusconi, chi sono le persone affidabili e quali quelle di cui diffidare.
In sostanza a seconda di come ci si è posti davanti alla questione delle liste negate, possiamo individuare chi rema contro il Centro Destra.
Naturalmente non possiamo valutare Casini e, tanto meno, Bersani e i suoi, perché sono all’opposizione e la loro unica speranza di tornare nel “giro” che conta è vedere eliminato Berlusconi dal gioco.
Fini è dunque il primo indiziato e se, in un primo momento, ha rincarato la dose facendo sposare il rifiuto della lista Pdl in Lazio con una dichiarazione “esplosiva” sul fatto che il Pdl non gli piace, in seguito si è messo stranamente zitto.
Credo che, con la riammissione del listino Polverini, torneremo a sentirlo tuonare contro il suo partito …
I partiti “minori” del Centro Destra e quelle componenti derivanti dai partiti “minori” e che sono confluiti nel Pdl hanno dimostrato di saper tenere saldi i nervi, tranne una dichiarazione fuori dalle righe di Rotondi, rilasciata prima ancora che fossero approfonditi i temi della questione.
Inquietante invece il silenzio della componente finiota del Pdl più preoccupata di trovare il modo di salvare la “sua” Polverini che di fare gioco di squadra.
Bene la Lega che ha capito, nel momento in cui è stata ammessa una lista di disturbo contro Roberto Cota in Piemonte, il disegno strategico globale finalizzato a far perdere il Centro Destra con una battaglia fondata sui cavilli e gli sgambetti.
Male molti bloggers “liberali” che si ritrovano in Tocqueville e che sono apparsi stranamente simili ai talebani dei cavilli e, quindi, si dimostrano compagni di strada non affidabili per il Centro Destra.
Ma la vera, autentica rivelazione positiva è stato il Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni.
Un aplomb tutto britannico, ma, alla reiterata bocciatura da parte dei magistrati della corte di appello di Milano, una indomita presentazione del ricorso al Tar.
Formigoni ha denunciato gravi fatti emersi:
- la lista della sinistra sarebbe ugualmente sotto il limite di firme necessarie;
- le liste del Centro Destra sarebbero state lasciate nelle mani dei radicali senza controllo per una decina di ore;
- il ricorso dei radicali non poteva essere accolto per illegittimità della richiesta.
Se, poi, come è scritto oggi ne Il Giornale sono state invalidate anche firme in un foglio in cui si riportava l’indicazione di un paese senza specificare se “Inferiore” o “Superiore”, allora abbiamo la misura (colma) della cavillosità talebana che ha portato all’esclusione della lista di un Formigoni che con le sue dichiarazioni di ieri dimostra di saper esercitare la leadership e, forse, di meritare non solo la rielezione a Governatore della Lombardia, ma anche una candidatura a “delfino” di Berlusconi.
Chiudo con quella che potrebbe essere l’ennesima dimostrazione di come l’eccesso di cavillosità uccida la giustizia e ridicolizzi la legge e chi la dovrebbe amministrare.
Nel sito di Forza Nuova c’è la denuncia del perché sarebbe stata esclusa, per ora, la lista di Roberto Fiore.
Nel “listino” in Lazio c’è obbligo di “parita” tra i sessi.
Fiore ha candidato nel listino quattro uomini e quattro donne.
C’è parità, direte voi.
No, c’è discriminazione nei confronti degli uomini perché il candidato presidente non “conterebbe” e quindi sarebbero tre uomini e quattro donne.
Naturalmente non sfugge che se Fiore avesse candidato quattro uomini più se stesso e quattro donne, gli stessi giudici avrebbero eliminato la sua lista dicendo che c’era una evidente disparita a danno delle donne …
Così si uccide anche la democrazia.
Entra ne
In sostanza a seconda di come ci si è posti davanti alla questione delle liste negate, possiamo individuare chi rema contro il Centro Destra.
Naturalmente non possiamo valutare Casini e, tanto meno, Bersani e i suoi, perché sono all’opposizione e la loro unica speranza di tornare nel “giro” che conta è vedere eliminato Berlusconi dal gioco.
Fini è dunque il primo indiziato e se, in un primo momento, ha rincarato la dose facendo sposare il rifiuto della lista Pdl in Lazio con una dichiarazione “esplosiva” sul fatto che il Pdl non gli piace, in seguito si è messo stranamente zitto.
Credo che, con la riammissione del listino Polverini, torneremo a sentirlo tuonare contro il suo partito …
I partiti “minori” del Centro Destra e quelle componenti derivanti dai partiti “minori” e che sono confluiti nel Pdl hanno dimostrato di saper tenere saldi i nervi, tranne una dichiarazione fuori dalle righe di Rotondi, rilasciata prima ancora che fossero approfonditi i temi della questione.
Inquietante invece il silenzio della componente finiota del Pdl più preoccupata di trovare il modo di salvare la “sua” Polverini che di fare gioco di squadra.
Bene la Lega che ha capito, nel momento in cui è stata ammessa una lista di disturbo contro Roberto Cota in Piemonte, il disegno strategico globale finalizzato a far perdere il Centro Destra con una battaglia fondata sui cavilli e gli sgambetti.
Male molti bloggers “liberali” che si ritrovano in Tocqueville e che sono apparsi stranamente simili ai talebani dei cavilli e, quindi, si dimostrano compagni di strada non affidabili per il Centro Destra.
Ma la vera, autentica rivelazione positiva è stato il Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni.
Un aplomb tutto britannico, ma, alla reiterata bocciatura da parte dei magistrati della corte di appello di Milano, una indomita presentazione del ricorso al Tar.
Formigoni ha denunciato gravi fatti emersi:
- la lista della sinistra sarebbe ugualmente sotto il limite di firme necessarie;
- le liste del Centro Destra sarebbero state lasciate nelle mani dei radicali senza controllo per una decina di ore;
- il ricorso dei radicali non poteva essere accolto per illegittimità della richiesta.
Se, poi, come è scritto oggi ne Il Giornale sono state invalidate anche firme in un foglio in cui si riportava l’indicazione di un paese senza specificare se “Inferiore” o “Superiore”, allora abbiamo la misura (colma) della cavillosità talebana che ha portato all’esclusione della lista di un Formigoni che con le sue dichiarazioni di ieri dimostra di saper esercitare la leadership e, forse, di meritare non solo la rielezione a Governatore della Lombardia, ma anche una candidatura a “delfino” di Berlusconi.
Chiudo con quella che potrebbe essere l’ennesima dimostrazione di come l’eccesso di cavillosità uccida la giustizia e ridicolizzi la legge e chi la dovrebbe amministrare.
Nel sito di Forza Nuova c’è la denuncia del perché sarebbe stata esclusa, per ora, la lista di Roberto Fiore.
Nel “listino” in Lazio c’è obbligo di “parita” tra i sessi.
Fiore ha candidato nel listino quattro uomini e quattro donne.
C’è parità, direte voi.
No, c’è discriminazione nei confronti degli uomini perché il candidato presidente non “conterebbe” e quindi sarebbero tre uomini e quattro donne.
Naturalmente non sfugge che se Fiore avesse candidato quattro uomini più se stesso e quattro donne, gli stessi giudici avrebbero eliminato la sua lista dicendo che c’era una evidente disparita a danno delle donne …
Così si uccide anche la democrazia.
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3 commenti:
Il paese che citi lo conosco bene perché non lontano dal mio e si chiama Venegono (VA). Chiunque cerchi sull'elenco del telefono o vada alla stazione ferroviaria della Ferrovia Nord (quella regionale) non trova che una fermata: VENEGONO. POi il piccolo centro si divide in due sul piano urbanistico: Venegono Superiore e Venegono Inferiore. Ma questa è un altra faccenda. Sarebbe come dire Bergamo Alta e Bergamo Bassa: sempre di Bergamo si tratta. Perciò questa gente oltre che da curare è pure somara. E chiamarli "talebani" è quasi un complimento, visto che almeno i Talebani rischiano la pelle per una nobile causa che noi non siamo più capaci di fare per colpa dei "tortellini" di cui parli tu: difendere strenuamente la loro terra.
Quello che scrivi su Formigoni è sacrosanto. Ma lui è un duro, un freddo, ha un pensiero molto forte e possiede aplomb. Tutte qualità che ne fanno un vero governatore che merita di reinsediarsi al suo posto. Je rode a molti poterlo disarcionare, e Feltri lo ha capito prima degli altri che volevano farlo capitolare per amore o per forza. Il piano, come ho già scritto sul blog, era già preordinato. E qualcuno pensa già di impacchettarci Filippo Penati del piddì. Speriamo di no.
PS: sui blogger 'taffazzisti' che fanno più pulci di un burocrate addetto ai pignoramenti ho già scagliato anch'io i miei anatemi. E questi blogger non sono solo su Tocqueville. Qui a fianco, abbiamo anche l'amico delle Barricate che non scherza e che dà ragione a quel rintronato di Bersani. L'eccesso di individualismo fa davvero brutti scherzi.
Cara Nessie, le opposizioni non hanno alcun freno alla loro faccia di bronzo. Sabato 13 andranno in piazza per impedirci di votare. E la chiamano "democrazia" ... !!!
Non confonderei "Barricate" con i liberaloidi di Tocqueville. Gaetano è l'archetipo dell'Uomo di Destra e, come tale, a volte si impunta (come capita a tutti noi) su singole questioni seguendo la sua propria idea. Ma, sicuramente, non è partecipe a quel Barnum che sostiene sui "temi etici" e sui presunti "diritti civili", posizioni che minano le fondamenta della nostra Civiltà.
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