Berlusconi, cambiando la precedente decisione, ha annunciato che anche gli aerei italiani parteciperanno ai bombardamenti in Libia.
Premetto e confermo che la guerra contro la Libia non mi trova per nulla d’accordo, perchè ha mandato all’aria gli accordi stretti con Gheddafi e, pertanto, risulta contraria all’interesse nazionale e se dovessimo fare guerra a tutti i tiranni del mondo, la nostra Terra sarebbe solo un gigantesco incendio e, comunque, non possiamo caricarci sulle spalle i problemi del mondo.
Mi troverei quindi sulla stessa linea della Lega, anche se mi farebbe tanto schifo a stare sulla stessa linea dei pacifinti, ma le nostre motivazioni sono del tutto opposte (e mi farebbe altrettanto schifo ad avere i comunisti del pci/pds/ds/pd come compagni di viaggio se mi schierassi tra i bombaroli).
Ma cosa fatta, capo ha, quindi mi domando la ragione che ha spinto Berlusconi ha questo cambiamento.
Non avendo notizie riservate (ed auspicando che rimangano tali) posso solo immaginare quali possano essere o,almeno, quali auspico.
Gheddafi non sopravviverà alla rivolta.
La Libia, con le sue ricchezze, sarà quindi nelle mani di nuovi capi con i quali fare i conti, anche per il blocco dei flussi immigratori.
Se l’Italia si dimostrasse tiepida nei confronti della ribellione, verremmo sicuramente posposti a francesi e inglesi nel beneficiare degli accordi successivi alla cacciata di Gheddafi.
L’Italia, con le sue aziende, ha numerosi accordi contrattuali con la Libia che dovranno essere confermati dal nuovo regime.
L’Italia, come stato, ha accordi bilaterali per il rifornimento di energia (gas e petrolio) e per il controllo delle frontiere che ugualmente dovranno essere riconfermati con i nuovi governanti.
Entrare in guerra nel momento in cui lo stallo è evidente porterebbe l’Italia ad acquisire un peso determinante nel chiudere il conflitto con la vittoria dei ribelli, facendoci partecipare, a pieno titolo, al tavolo negoziale successivo.
In cambio del nostro aiuto, che incrementerebbe la capacità di fuoco degli alleati, potremmo vedere accolte o non osteggiate le nostre richieste in materia di immigrazione e di pattugliamento per respingere al porto di partenza i barconi.
Magari già dopo la visita di Sarkozy potremmo registrare qualche contropartita nella battaglia che l’Italia sta combattendo contro l’immigrazione.
Voglio pensare e sperare che i bombardamenti dei nostri Tornado non siano attivati senza contropartita e che Berlusconi abbia dato il via libera solo a fronte di precise garanzie nell’interesse nazionale, unico che giustifica l’uso della forza.
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Premetto e confermo che la guerra contro la Libia non mi trova per nulla d’accordo, perchè ha mandato all’aria gli accordi stretti con Gheddafi e, pertanto, risulta contraria all’interesse nazionale e se dovessimo fare guerra a tutti i tiranni del mondo, la nostra Terra sarebbe solo un gigantesco incendio e, comunque, non possiamo caricarci sulle spalle i problemi del mondo.
Mi troverei quindi sulla stessa linea della Lega, anche se mi farebbe tanto schifo a stare sulla stessa linea dei pacifinti, ma le nostre motivazioni sono del tutto opposte (e mi farebbe altrettanto schifo ad avere i comunisti del pci/pds/ds/pd come compagni di viaggio se mi schierassi tra i bombaroli).
Ma cosa fatta, capo ha, quindi mi domando la ragione che ha spinto Berlusconi ha questo cambiamento.
Non avendo notizie riservate (ed auspicando che rimangano tali) posso solo immaginare quali possano essere o,almeno, quali auspico.
Gheddafi non sopravviverà alla rivolta.
La Libia, con le sue ricchezze, sarà quindi nelle mani di nuovi capi con i quali fare i conti, anche per il blocco dei flussi immigratori.
Se l’Italia si dimostrasse tiepida nei confronti della ribellione, verremmo sicuramente posposti a francesi e inglesi nel beneficiare degli accordi successivi alla cacciata di Gheddafi.
L’Italia, con le sue aziende, ha numerosi accordi contrattuali con la Libia che dovranno essere confermati dal nuovo regime.
L’Italia, come stato, ha accordi bilaterali per il rifornimento di energia (gas e petrolio) e per il controllo delle frontiere che ugualmente dovranno essere riconfermati con i nuovi governanti.
Entrare in guerra nel momento in cui lo stallo è evidente porterebbe l’Italia ad acquisire un peso determinante nel chiudere il conflitto con la vittoria dei ribelli, facendoci partecipare, a pieno titolo, al tavolo negoziale successivo.
In cambio del nostro aiuto, che incrementerebbe la capacità di fuoco degli alleati, potremmo vedere accolte o non osteggiate le nostre richieste in materia di immigrazione e di pattugliamento per respingere al porto di partenza i barconi.
Magari già dopo la visita di Sarkozy potremmo registrare qualche contropartita nella battaglia che l’Italia sta combattendo contro l’immigrazione.
Voglio pensare e sperare che i bombardamenti dei nostri Tornado non siano attivati senza contropartita e che Berlusconi abbia dato il via libera solo a fronte di precise garanzie nell’interesse nazionale, unico che giustifica l’uso della forza.
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3 commenti:
Voglio sperarlo anch'io. Ma la realtà del farsi tirare per la giacchetta da un abbronzato Odoacre (il copyright è tuo :-))ci riporta ancora una volta alla subalternità congenita di questo paese.
Obama comanda e Berlusconi bombarda. Il rischio non vale il beneficio, perché oggi le guerre non si fanno per vincerle, ma per destabilizzare. E' questa una ben nota strategia americana: aprire 10, 100 focolai e non venirne mai a capo.
La subalternità può anche andare bene se dall'altra parte ci fosse una amministrazione degna e affidabile. Ma Obama e la Clinton sono peggio dei dilettanti allo sbaraglio. Sono degli improvvisatori, privi di un qualsivoglia progetto. Come diceva Brando nel Padrino: tutto chiacchiere e distintivo.
Perchè bombardare se come risultato ci ritroveremo con decine e decine di migliaia di immigrati sul groppone?
Non faccio illazioni (trovandomi in casa altrui)... Ma la cosa è molto sospetta.
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+nuovopatriota+
[torneranno i crociati.. e saran mazzate!]
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