Le vicende che caratterizzano la politica italiana dopo le sciagurate elezioni e referendum di primavera, sembrano ripercorrere le vicende tante volte narrate delle civiltà del passato o in saghe familiari come i Buddenbrook o i Forsythe.
La (presunta) fine (politica) di Berlusconi e di Bossi ha dato la stura ad una autentica guerra di successione che vede intervenire le “potenze” esterne per spingere il candidato più gradito ai propri interessi.
La magistratura continua imperterrita nella sua opera di demolizione del “tiranno”, incurante delle conseguenze che provoca sia in termini economici colpendo una delle aziende più importanti della Nazione, sia in termini di propria credibilità e affidabilità quando insiste nella politica degli arresti cautelari, prima di una sentenza di condanna definitiva.
La sinistra, che cerca di trar profitto da una indignazione suscitata per conto dei poteri forti internazionali da mirate campagne di una stampa di proprietà di finanzieri e industriali che operano per il loro esclusivo interesse e hanno messo in rampa di lancio un loro fidato scudiero, è a sua volta incerta, divisa e priva di qualsivoglia progetto che non sia il “cacciare Berlusconi” come se questo fosse l’alfa e l’omega di ogni attività di governo.
La speculazione internazionale aggredisce l’Italia, più solida di quanto si pensi anche perché oltre il 70% del debito pubblico è in mano alle famiglie italiane, per conseguire di nuovo gli stessi vantaggi che già ottenne nel 1992-1993 in una analoga situazione di debolezza di un potere politico succube, allora come ora, della magistratura.
Indubbiamente Berlusconi ha contro l’età e i poteri forti internazionali ed interni che remano contro di lui e contro gli Italiani tutti.
Ma credo possa ancora contare sull’appoggio di almeno un quarto abbondante dell’elettorato, che potrebbe aumentare se, tornando sui propri passi, affrontasse con forza e in base alle sue proprie idee di stampo liberale il tema delle tasse.
La Lega è cresciuta facendo propri i temi classici della Destra : contro l’immigrazione, contro la deriva morale dei costumi nazionali, per un interesse nazionale che è anche quello delle “piccole patrie” federali, per l’ordine, la sicurezza.
Non credo che con un cambiamento di alleanze, passando dal Pdl al pci/pds/ds/pd, manterrebbe inalterata la sua forza, probabilmente perderebbe voti a favore del Pdl che, pur con tutti i limiti evidenti, rappresenta l’ancoraggio del voto moderato, liberale, conservatore e reazionario, come è dimostrato dal “no” all’arresto di Papa e Tedesco e dalla legge sul “fine vita” che sta arrivando al traguardo.
Ma, come sempre, una idea, una bandiera, un progetto devono essere incarnati in una persona che sia in grado di rappresentarli.
Dal 1994 gli ideali di rinnovamento della Nazione sono incarnati in Silvio Berlusconi, nonostante gli ostacoli che ha dovuto affrontare e che tuttora affronta.
Lasciando molto a desiderare la designazione di Alfano, non posso che auspicare che Berlusconi resista ad oltranza agli attacchi portati dai suoi nemici, uniti solo contro di lui ma incapaci di proporre alcunché alla Nazione.
Se ieri era naturale il “meno male che Silvio c’è”, oggi dobbiamo dire “finchè c’è Silvio, c’è speranza”.
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